domenica 17 giugno 2012

TANTI AMICI A RACALMUTO

Comincia il primo caldo, ed è piacevole godere un po' di frescura, seduti al tavolino di un bar, sorseggiando una bevanda fredda, in compagnia di due gradevoli amici, in questo caso  Totuccio ed Enzo. Non smetteranno mai quell'aria goliardica, sempre pronti a crearti situazioni che ti vedono invischiato inaspettatamente. Dicevo, venerdì sera, bar, bevanda, Totuccio, Enzo e un'infinità di storie, aneddoti piccanti e tragicomiche allo stesso tempo. Una Racalmuto che pulsa, anche, di storie inventate o vere per metà. Il sabato mattina seduto al bar, Carmelo Mulè. Non mi conosce, occorre provvedere. Mi avvicino e mi presento, trovo tanta cordialità e gentilezza. Ci tratteniamo poco, ma tanto basta, per capire che la nostra conoscenza, può essere un punto di partenza per futuri approfondimenti. Percorrendo il corso, in macchina,  incontro il maestro Mannella; ci salutiamo cordialmente ma fugacemente per evitare di infrangere le regole del traffico. Più avanti, scorgo un uomo dai capelli candidi ma vigoroso nel corpo e, soprattutto nello spirito. Una persona che ama così tanto il paese da anteporlo ad ogni interesse proprio e pronto a prestare la propria opera per il bene comune. Scrive anche di paese, di storie, tradizioni e personaggi che hanno fatto la storia di Racalmuto. Pur vivendo a Palermo, riesce ad essere presente come chi non si è mai mosso da questi luoghi. Le sue poesie dialettali  attraversano l'animo, toccando il cuore, prima ancora di arrivare alla mente. Ci tratteniamo a discutere, sotto il sole di un giugno già cocente, con un amico comune: Sergio Scimè. Come al solito, noi parliamo del tempo e Sergio risponde: "la cattiva politica....la mafia.... Il pomeriggio, la generosa ospitalità di Piero, ci porta sotto il pino di casa sua. Ascolto le sue storie bevendo un bicchiere di vino di sua produzione, che richiama un sapore antico. Tentiamo, più volte, un commiato  ma veniamo dissuasi dall'arrivo di Carmelo che, con la sua aria sorniona, si inserisce piacevolmnte nel dialogo. Non conoscevo fisicamente Piero Carbone. Averlo incontrato, non è stata una sorpresa ma una piacevolissima conferma. I nostri rapporti, fino ad oggi, sono stati solamente "telefonepistolari". Ci salutiamo come se ci fossimo conosciuti da tempo immemorabile. E' piacevole provare la sensazione di poter fidarti di qualcuno. Io l'ho avuta oggi, con Piero Carbone.

Racalmutese Fiero
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16 commenti:

  1. hai tralasciato un aspetto importante dell' incontro casuale a quattro: la pulizia della fontana di Garamoli. Abbiamo preso un impegno: prima della Festa del Monte puliremo la fontana di Garamoli e poi grigliata di salsiccia. Concordiamo la data e invitiamo gli amici.

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    1. Caro Sergio, non ho dimenticato. Se ricordi, si era preso l'onere di pubblicare la proposta il prof Carbone. Volevamo dare piu' ampio risalto all'iniziativa, che assume grande valenza civile oltreche' simbolica. Piero Carbone e Salvatore Alfano

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  2. Questo è quello che succede, più o meno, tutte le volte che scendo in piazza. Soliti incontri, soliti discorsi, solite battute, alla fine qualcuno se ne esce con “ni pigliammu miezzu cafè”, si va al bar e scopri che non era un modo di dire, ma veramente si prendono mezzo caffè, il motivo o la scusa è che il caffè fa male. Mi viene in mente mio cognato Gigi Scibetta, da poco tempo giunto a Latina, invita un collega di scuola a prendere un caffè e quello si incavola e si offende perché pensa che l’invito fosse solo ed esclusivamente per un caffè. Mentre noi intendiamo, con prendiamoci un caffè, andiamo al bar e ti prendi quello che vuoi.

    Mamma mia questi Racalmutesi! senza quelli del nord, non riescono neanche a pulire una “BRIVATURA”. Opera sicuramente meritoria, mi chiedo però dopo, l’acqua come ce la portiamo? Forse se si fosse impedito che l’acqua prosciugasse, perché un motivo ci deve essere se l’acqua è scomparsa, oggi non ci sarebbe sicuramente bisogno di pulire.

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  3. Corriere della sera, venerdì 16-06-2012, pag.27. L'INNO DI MAMELI SARA' INSEGNATO NELLE SCUOLE. Con l'approvazione della Commissione Cultura della Camera. A un anno dalle celebrazioni del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia l'Inno, scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e Michele Novaro, sarà studiato dai nostri ragazzi. Ottima decisione, saggio proponimento. Ma i ragazzi della scuola media di Racalmuto l'avevano studiato tutto già l'anno scorso. Il Coro Filarmonico Terzo Millennio ha partecipato già l'anno scorso al Concorso nazionale, sul 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, con l'esecuzione completa dell'Inno d'Italia cantato e recitato. Abbiamo precorso i tempi. Abbiamo interpretato l'esigenza nazionale dell'approfondimento con lo studio dell'Inno d'Italia. Le nostre scelte artistico-musicali e culturali hanno trovato il riconoscimento addirittura a livello legislativo!! W la Musica, W Racalmuto.

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  4. Caro Racalmutese Fiero, visto che lo confessi pubblicamente, quello che tu dici di me io lo dico di te.

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  5. Comitato f. la Matina18 giugno 2012 alle ore 00:53

    Da qualche mese,unilateralmente, ho deciso di stare lontano dalla rete e da tutto quello che in essa veicola.
    A volte mi chiedo se mi sono perso qualcosa?
    Non so perchè da qualche giorno,timidamente, ho ripreso a sbirciare.
    Conoscendomi, difficilmente riuscirei a non intervenire con commenti più o meno impegnati.
    Tuttavia dopo aver letto fugacemente le note sui vari blog non riesco ad estrinsecare nessun commento.
    E dire che di cose da dire ne avrei a iosa.
    Da qualche tempo ogni argomento mi sembra incoerente; slegato dalla realtà.
    L'ipocrisia, il falso perbenismo e moralismo tendono ad impadronirsi di ognuno.
    Propongo di tentare di togliere le incrostazioni mentali presenti in ognuno di noi ed iniziare una stagione di verità.
    La verità va riaffermata proprio quando da ciò potrebbe scaturire la reazione più pericolosa.
    Io comunque sono sempre più stufo di vivere in un mondo schifosamente mistificato.
    Si inizi seriamente a dire, ad esempio, quello che si pensa della gestione commissariale che regge il nostro comune.
    Si inizi a dare la reale responsabilità di quanto è successo a chi realmente ce l'ha.
    Non è presto per chiedere a costoro di pagare un prezzo per quello che hanno fatto o permesso ad altri di fare.
    Chi non ha il coraggio di prendere di queste posizioni, in realtà, non è così diverso da costoro, e forse aspira semplicemente a sostituirsi a questi nel governo del paese con immutate condizioni!
    C. F. Diego la Matina

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    1. Caro Fra' Diego La Matina,
      forse, svegliandoti dal torpore mediatico, hai fatto come quello che, al risveglio, non riesce a ricollocarsi immediatamente e bene nella realtà e si chiede: "chi sono? dove sono?". Ho raccontato, senza ipocrisia alcuna, una giornata a Racalmuto, fatta di nuove conoscenze e piacevoli incontri. Niente di più. Se avessi incontrato te, avrei avuto piacere anche di parlarne. Credo che tu sia andato leggermente fuori tema. Per dire quello che si pensa, non occorre sempre e per forza, creare risse o "curtigli". Le stesse cose si possono esporre in altri modi civili. Noi abbiamo deciso, in questo blog, di astenerci da commenti sgarbati. Le cose, se non ti fossi rintanato nelle tue elucubrazioni, ti saresti accorto che le abbiamo dette, spingendoci persino a consigliare i commissari di attuare comportamenti più vicini alla comunità racalmutese e di non considerare questa, nella totalità, alla stregua dei "briganti". Ma, forse, tu non ami seguire un blog che rispetta determinati canoni e non si esprime in maniera arrogante e supponente. Per quanto riguarda la tua domanda, perchè si è arrivati a questo, probabilmente, se ci pensi bene, sapresti darti una risposta.

      Racalmutese Fiero - Salvatore Alfano

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    2. Caro Racalmutese Fiero
      ciò che lei con garbo ed intelligenza comunica quasi ogni giorno, per essere ben recepito, necessita che gli organi sensori di chi ascolta siano sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda, altrimenti si rischia di percepire un inutile fastidioso frastuono. Purtroppo per alcuni la vita a Racalmuto non può non riconoscere finalità politiche più o meno intrise di fetido liquido biliare, e tale stato mentale è così inveterato da vedere sempre, in tutto ed in tutti doppi scopi o chissà quali machiavellici disegni.
      La colpa forse non è di nessuno, ma solo del fatto che l'odio ha una capacità contaminante di gran lunga superiore a quella dell'amore.

      La saluto sempre con stima e cordialità

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  6. Come la solito, l'amico dal tenace concetto, deve fare per forza la pipì fuor dall'orinatoio. C'è qualcuno che si vuole sforzare di mettere in riga il ragionamento, senza creare scontri e cercando incontri. E' un concetto difficile, mi rendo conto, da veicolare per le viuzze malcombinate del modo di pensare dell'ultimo periodo storico. Tra il dire e il fare è meglio il fare e fare bene, anche nell'esprimere un pensiero. C'è un malinteso di fondo, come quello che persiste sulla cultura e la letteratura; una cosa è cultura, altra è letteratura, da noi le cose si fondono e si confondono fino a non capirci niente. Racalmuto siamo noi e se c'è un momento di malessere, quello l'abbiamo creato noi, con la nostra confusione, con il non riconoscere che gli altri esistono, con le guerre di generazione che tanto somigliano alle guerre sante; con il voler essere qualcuno, agli occhi degli altri, screditando in mala fede il proprio prossimo. Questo è un blog che va custodito, gelosamente custodito. Tu queste cose le capisci quando vuoi!

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  7. Benvenuto! C.F. Diego la Matina. Quelli che hanno capacità e idee, si assumano l’onore e l’onere di cercare di smuovere le coscienze narcotizzate dei Racalmutesi, impresa ardua se non impossibile . Chi sa le cose ed è in grado di dirle le dica! Perché aspettare o pretendere che siano gl’altri a farlo?. Lei scrive: “Si inizi seriamente a dire, si inizi a dare… ”. Scusi, perché non dice? Perché non dà? Cosa le impedisce di farlo? L’esorto a tirare quel benedetto sasso e soprattutto, non nasconda la mano, dia paternità alle sue idee. La solita critica sterile ci porta al niente, noi Siciliani siamo maestri nel criticare, siamo come quei pensionati che guardano i lavori stradali criticando e disapprovando tutto. In fine, l’accusa di codardia e qualunquismo da chi esprime le proprie idee facendosi scudo con un nickname, è davvero troppo. Saluti.

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  8. Sono mortificato, rilegendo il commento mi sono accorto di due errori gravissimi da premio Nobel dei somari,non ho scuse,perdonatemi.

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    1. Caro Roberto, capita quando uno scrive di fretta, senza rileggere. Sono i contenuti che contano.
      Cari saluti
      Salvatore

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  9. POI, CHIEDEREMO AI REDATTORI DEL BLOG UN'AMNISTIA GENERALE PER TUTTI GLI ERRORI. STAI TRANQUILLO COMPARE, IO TI HO GIA' PERDONATO.

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  10. "Caro" Totò condivido, almeno in parte, la replica a quanto da me esternato in precedenza.
    In effetti a Racalmuto ho sempre fatto una certa fatica a collocarmi specie in certi ambienti di veri o presunti professatori del garbo e del buonismo di circostanza. ( a scanso di equivoci non mi riferisco in modo specifico a te o al tuo blog, così come nella nota precedente che ti ha un po infastidito?)
    Una categoria questa, ormai, di gran lunga più numerosa di quella che Sciascia nel giorno della civetta definiva dilagante nell'umanità ovvero i "Ruffiani", da cui in realtà i buonisti di prima, che si sentono più nobili, traggono ispirazione.
    E' vero mi capita spesso di chiedermi chi sono? e dove sono? non so se questa è una cosa positiva o negativa.
    Io con la mia nota ho solo voluto esprimere uno stato d'animo; delle considerazioni.
    Non penso di aver offeso nessuno, di aver cercato risse o essere stato in qualche modo sgarbato.
    Ho solo detto, e ribadisco, che tutti dovremmo impegnarci di più nel ristabilire la verità storica delle cose che ci riguardano, e che condizionano la nostra vita.
    Quanto "a lu curtigliu" io ci sono nato e cresciuto e ti posso garantire che per quanto per certi versi degradato (non certo moralmente)posso dire che era un ambiente autentico.
    Forse anche tu avresti bisogno di ricercare qualcosa di più vero anche se non di tuo gusto.
    Comunque "caro" Totò se ogni qual volta qualcuno esprime un commento a te non gradito il trattamento riservato dal blog è questo, c'è qualcosa che non va.
    Io nella mia nota (considerata da te incivile) non ho usato aggettivi quali
    rissa, curtiglio, elucubrazioni, briganti più mistificazioni varie come hai fatto tu nella tua.
    Se mi posso permettere, al/ai responsabili del blog: rischiate di diventare il circolo dei ben parlanti.
    Quanto a Carmelo voglio chiedere: il perdono è concesso solo a chi fa errori nello scrivere, o anche a chi "piscia fora di lu rinali?

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    1. Caro (senza virgolette) Fra' Diego,
      io mi infastidisco quando le cose vengono dette in maniera esasperata. Come vedi, hai ridetto le stesse cose, in altri modi che arrivano lo stesso.Mi permetto di ricordarti che scrivere in un blog, un foglio, un giornale, equivale ad entrare a casa delle persone e non credo che il sottoscritto o chiunque altro, possa permettersi di entrare a casa tua e dire quello che si dovrebbe fare e come lo si dovrebbe fare, giusto o sbagliato che sia. Caro Fra' Diego, concludendo, sono figlio della strada, conosco li curtiglia e li amo, quelli veri, autentici che ti fanno essere sempre te stesso in qualunque situazione e con qualunque persona. Nella mia vita ho cercato sempre di conservare la mia libertà mentale, spirito libero e, come tale, non intendo sottomettermi a niente e a nessuno. In ultimo, ma non per ultimo, mi interessa che nel blog si instauri un clima di DIALOGO CIVILE, questa è la mia visione delle cose e non polemiche, batti e ribatti che non approdano a nulla. Quello che ho avuto da dire a personaggi locali e non, situazioni, fatti, circostanze, l'ho detto sempre, non tralasciando nulla e addossandomi la responsabilità di quello che, "a casa mia", ho pensato e scritto.
      Sarò ben lieto di accogliere tuoi scritti ogni volta che lo vorrai. In attesa ti abbraccio affettuosamente e sinceramente (senza ruffianamenti e senza virgolette)Salvatore Alfano
      Salvatore

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    2. Dimenticavo, se ti serve chiarire ulteriormente i concetti espressi da entrambi, scrivimi un tuo indirizzo di posta elettronica o un tuo numero di cellulare (io ti darò il mio), sarò ben felice di contattarti.
      Salvatore

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