lunedì 11 giugno 2012

LO SGUARDO SPENTO DEGLI ANZIANI


E’ vero che dobbiamo mirare a risolvere i problemi dei giovani, adoperandoci per far sì che il loro futuro, nel paese, abbia dei risvolti positivi. Ma è pur vero che diametralmente all’opposto stanno gli anziani, non uso la parola vecchi e, se dovessi farlo, darei tutto il significato di tenerezza che accompagna questo termine. Gli anziani vivono la loro vita parcheggiati nelle famiglie che, spesso, mal tollerano la loro presenza. Sono lenti nei movimenti, arroccati alle loro idee, non seguono di pari passo il progresso e questo crea nei giovani, l’insofferenza nei loro confronti. Gli anziani ci mettono , con il loro aspetto, con i loro acciacchi, di fronte alle nostre coscienze, di fronte alla fragilità dell’essere umano. Gli anziani oggi,  con la loro invisibilità, rappresentano quella risorsa economica che attenua la crisi che vivono le famiglie. Loro lo sanno ed è triste pensare che pur di stare in compagnia, pur di vivere la loro vita lontani dalla solitudine o, peggio, emarginati negli ospizi, accettano alla fine condizioni di vita poco adeguate. Gli anziani vogliono rendersi utili per non sentirsi inutili, per non sentirsi soli, per continuare ad affermare la loro presenza nella vita. E quando prendono coscienza che la loro figura via, via diventa superflua, allora si rintanano in una muta attesa, aspettando un’inesorabile fine.  Gli anziani perdono le loro compagne, i loro compagni e non hanno voglia e possibilità di rifarsi una vita. Mi capita di vedere, quando cammino per Racalmuto, quando passo davanti ai Circoli, dei salinai, zolfatai, la Società di Mutuo Soccorso in piazza Castello, l’Associazione Combattenti e Reduci in piazzetta, i nostri vecchi seduti, sguardo assente, perso nel vuoto, a rincorrere i loro pensieri, i loro ricordi di una vita che sfugge dai loro corpi.  Mi viene tanta tristezza.  Anelano poter chiacchierare con qualcuno, scambiare due parole, dimostrare ancora che sanno, che sono utili. Raccontare le loro storie. Mi fermo spesso a parlare con loro,  sono vecchietti che rappresentano ciò che è stato il paese . Alcuni hanno dimostrato , nei loro mestieri, grandi capacità imprenditoriali, non sempre accompagnate da istruzione, cultura e, per questo, ancor più rilevanti.  Pochi sono disposti a coinvolgerli. Qualcuno, un’esigua minoranza però, si rende disponibile a portarli in famiglia e far sì che qualche loro pomeriggio sia diverso dai soliti. Anche per loro occorrono iniziative a sostegno dello scorrere monotono della loro vita. Per loro occorrono gli spazi di verde, che già esistono e che vanno ripristinati, curati. Per loro occorre il coinvolgimento in qualche attività di normale routine di vita sociale, che possa farli sentire ancora utili per determinate piccole adempienze. Loro vogliono sapere che hanno un impegno e vogliono dimostrare che sono capaci di portarlo a termine con scrupolosa puntualità. Mi piacerebbe sapere che l’ Amministrazione Comunale, in accordo con i vari Circoli, la Fondazione, il Teatro, il Castello Chiaramontano, la Biblioteca, le Scuole,  possa adoperarsi in un progetto di recupero, intrattenimento e impegno per questi nostri simpatici vecchietti, che rappresentano le radici del nostro essere, senza i quali la nostra vita, il nostro ritmo frenetico non potrebbe esistere. Gli anziani non dovrebbero mai più soffrire, perché, a differenza dei giovani, non hanno tempo per recuperare. Noi veniamo dal passato e ci proiettiamo in un futuro che, più avanti, inesorabilmente, rappresenterà ciò che siamo stati.


Racalmutese Fiero
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4 commenti:

  1. Un Amico di Regalpetra11 giugno 2012 alle ore 14:10

    Purtroppo, nella nostra società vi è un rifiuto a riconoscere nell'anziano un ruolo che può ancora giocare, una voce che può farsi ancora autorevolmente sentire, sembra far parte anche di quell'intreccio di meccanismi di potere, insiti nelle strutture sociali, che si innescano sul piano familiare e collettivo,che si traducono nel considerare il "vecchio" come oggetto e non soggetto attivo.

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    1. Pubblico, sempre volentieri, i commenti dell'"Amico di Regalpetra". Sempre in sintonia con il suo essere: discreti, intelligenti.
      Racalmutese Fiero

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  2. Gli anziani portano nella nostra vita la memoria di tutto ciò che ci costituisce, delle nostre radici, delle esperienze educative, culturali, ma anche delle esperienze storiche, degli avvenimenti che sono il piedistallo su cui poi si è sviluppata la nostra esistenza.

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  3. Ho sempre rispettato ed amato gli anziani; non solo per la saggezza ma anche per la dolcezza che vedo nei loro occhi. Hanno tanto bisogno di una parola gentile, di una carezza.
    E' triste vedere in loro la fragilità, la malattia, la lenta perdita di energie.
    Assunta

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