Io appartengo a una famiglia di origine contadina, il circolo
a cui sono legati tantissimi miei ricordi è il MUTUO SOCCORSO. Eppure ritengo
che non c’è figura più rappresentativa per il nostro paese che quella dei
SALINARI e ZOLFATAI. Lavoratori eccezionali , persone serie
abituate al durissimo e innaturale lavoro nelle miniere, con la morte sempre
accanto e la speranza di rivedere i propri figli la sera. Giocavo con i miei amici a “mazza e
muzzu”, in via Roma, quando macchine provenienti dalla “guardia”, con il
clacson sempre premuto e fazzoletti bianchi sventolati dai finestrini,
chiedevano strada a tutta velocità. Lo spavento nelle facce degli adulti che
avevano immediatamente capito, mentre noi ragazzi, un po’ infastiditi per la
sospensione del gioco non capivamo che quelle macchine a tutta velocità
portavano feriti e moribondi all’ospedale della Madonna del Carmine. Ci furono tanti morti e feriti in
quel maledetto incendio alla miniera Cardillo. Sono passati tantissimi anni, ma
ancora oggi se ci penso li sento ancora quei clacson. Ho sempre pensato che nei confronti dei minatori, ma soprattutto di
coloro che la loro vita l’hanno lasciata in quelle caverne buie e fredde, la
nostra comunità è in debito non avendo mai realizzato un monumento a loro
dedicato.
Leonardo Sciascia, in un suo libro ci racconta che un giorno
al circolo della lega dei SALINARI e ZOLFATAI si presentò un deputato nazionale
e…………………...La storia o la sfiga, a volte, si accanisce
inesorabilmente. Anche Vittorio Sgarbi, qualche anno fa accompagnato dall’amico
Angelo, ha fatto visita al circolo della lega dei SALINARI e ZOLFATAI. Con la
solita faccia tosta, ha anche preteso di iscriversi a quel sodalizio,
successivamente si è capito il motivo. Bossi aveva fatto cadere il governo e
lui, sventolando il foglietto dell’iscrizione alla lega dei S. e Z. in una
trasmissione televisiva diceva che, quella, era l’unica lega seria che lui
conosceva. Comunque sia, Sgarbi con i SALINARI e ZOLFATARI di Racalmuto, come
anche quel deputato di cui parla Sciascia, non ha e non può avere niente a che
spartire.
Roberto
Salvo
Roberto ha ragione. Un riconoscimento tangibile per quanti hanno perso la vita e per tutti che hanno contribuito, col loro lavoro, all'economia del paese. Mariella
RispondiEliminaUn bellissimo quanto amaro ricordo. Complimenti Roberto. Angela
RispondiEliminaInvito i Commissari a prendere visione della proposta di Roberto. Come riconoscimento ad un paese di zolfatari e salinai e come cammino verso un'identità che collochi il paese in un cammino di legalita
RispondiEliminaAbbiamo tollerato lo scempio della pescheria, la vergogna della fontana in piazzetta. Unico coerente e appropriato, il monumento ai nostri minatori. Sono d'accordo con Roberto. Stefano
RispondiEliminail più bel monumento sarebbe un museo o almeno una raccolta di cosiddetti "brillanti" o cristalli di sale e di zolfo.
RispondiEliminaSarebbe opportuno raccogliere le firme da presentare ai commissari. Angelo
RispondiEliminaSe la politica l'avesse appoggiato... Nel 2007 era stato lanciato dall'assessore alla cultura il progetto di trasformare il Castello Chiaramontano in "Castello intelligente delle arti e dei saperi", sia nella parte già restaurata sia in quella da restaurare: un contenitore culturale che avrebbe ospitato, tra l'altro, un antiquarium e un museo mineralogico per documentare l'estrazione e lavorazione del sale, dello zolfo e del gesso.
EliminaQualche anno fa il prof. Salvatore Trovato, dell'università di Catania, proprio al circolo degli zolfatai e salinai ha condotto un'interessantissima e amorevolissima ricerca sulle peculiarità del dialetto racalmutese.
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/photo.php?v=1698148191376&set=vb.1768028058&type=2&theater
RispondiEliminaScusate ma mi sembra che un orribile monumento dedicato ai minatori esista già nella oramai degradata piazzetta San Pasquale. Io proporrei ai commissari di demolire quello e quando ci saranno artisti in grado di proporre qualcosa che abbia un senso estetico architettonico decente, caso mai rifarlo.
RispondiEliminaPS: un altro monumento lo meriterebbero quelle poche vittime innoccenti delle stragi mafiose (tipo il buon Ansalone) di cui nessuno ormai parla più: ma questa è tutta un'altra storia altrettanto dolorosa.
Caro amico Salvatore,
RispondiEliminavoglio ringraziarti pubblicamente per i complimenti, immeritati, che mi hai fatto privatamente tramite messaggio Facebook. Sono contento di averti suscitato il ricordo di tuo nonno, perché sono i ricordi che ci dicono chi siamo e, soprattutto, da dove veniamo. Se qualcuno merita dei complimenti, quello sicuramente sei Tu, per avere creato questo blog, per come lo hai impostato, per lo scopo nobile a cui miri; fare discutere delle persone al fine di farle interagire e creare nuove opinioni e soprattutto nient’altro. Grazie! Se fossi costretto a definire questo blog, direi così: Il blog Castrum Racalmuto Domani, se posso usare una metafora, è come una pietra buttata nell’acqua, crea tante onde che possono raggiungere la sensibilità e a volte il cuore delle persone.
A San Pasquale il monumento ai caduti sul lavoro c'è; se poi è orribile non sono in grado di giudicarlo, però i monumenti,secondo me, sono tutti orribili!
RispondiEliminaIl posto forse non è ideale, ma al tempo si pensò di metterlo in una piazzetta simbolo di un centro storico che diventava periferia. Comunque è certo che se le cose non si fanno non si sbaglia di sicuro. Anch'io, come Roberto, ricordo quel giorno e quello del funerale con cinque bare; è questo il benessere delle saline dell'ottocento e dei primi anni cinquanta del novecento. Una storia che mette a confronto lavoratori senza diritto alla vita e padroni ingordi che non assicuravano un minimo di sicurezza all'interno delle miniere.