Nell’apprendere con
piacere che il 20 luglio prossimo riaprirà il Teatro Regina Margherita,
chiamato esornativamente da qualcuno “il teatro di Sciascia”, voglio reiterare una domanda che feci
pubblicamente sul web nel gennaio 2009 (tutt’ora reperibile: se la cercate oggi
28 giugno 2012 con Google, Pirandello vi sorriderà; nel 145° anniversario della
sua nascita l’ovale del suo volto, accanto una maschera, rimpiazza una delle
due “o” del motore di ricerca).
Una domanda evocata invano venerdì 12 marzo 2010 (“E i 13 spettacoli gratuiti del
Brass Group lasciati decadere mentre a due passi Agrigento si autocandida
Città internazionale del Jazz?”) e che voglio riproporre ora, non tanto per averne
una risposta che non ho avuto mai da nessuno, né per quel silenzio
istituzionale ci sono stati solidali echi sulle nostrane gazzette, ma
nell’auspicio e direi nella speranza che tutte le proposte buone e convenienti vengano prese in considerazione e magari
attuate.
Altrimenti tra il dire e il fare, tra il fare in un certo modo e nel suo
opposto, tra il costare molto e il
costare poco, non ci sarebbe alcuna differenza. Fino ad arrivare alla profferta
quasi paradossale e all’ancor più paradossale risposta: - gratis! - no, grazie!!
Eppure, paradossale sicuramente
non è stata la Convenzione stipulata a suo tempo tra il Brass Group di Palermo
e il Comune di Racalmuto. Anzi!
E’ vero che la
Fondazione Brass Group riceveva finanziamenti dalla Regione Siciliana anche con
lo scopo di divulgare la cultura musicale ma che lo facesse scegliendo, su
proposta di un assessore del tempo, il teatro di Racalmuto e non quello di
qualche altro comune, rappresentava per la realtà racalmutese un’opportunità e
un privilegio.
In cambio cosa chiedeva
il Brass Group?
Non il cachet degli artisti, non il trasporto, non la
pubblicità, non la Siae, non la rivendita dei biglietti, non l’assicurazione,
non il vitto con menu à la carte né l’alloggio. Semplicemente l’accoglienza che
si riduceva ad una bottiglia d’acqua e un po’ di frutta in camerino, una pizza
e una bibita dopo lo spettacolo per gli artisti e solo per gli artisti. A
nessun altro, dicasi nessun altro, era consentito usufruire di pizze e bibite
oltre il numero convenzionato anzitempo con la pizzeria.
In realtà, il Teatro
Margherita, reduce da ben altre accoglienze, disponeva di fondi da poter
offrire un’accoglienza meno meschinella, solo che per la stagione 2007/2008
aveva a disposizione soltanto 8oo euro poiché tutte le carte e la maggior parte
dei fondi erano stati “congelati” per via di un’inchiesta pregressa a carico
della precedente gestione. Sugli 800 euro disponibili era da calcolare pure
l’IVA. Insomma, le pizze dovevano essere sobrie e non certo in omaggio alla
regina Margherita a cui il teatro era intitolato!
La seconda cosa che
chiedeva il Brass Group era di esser tenuto in conto per un’eventuale
consulenza gratuita o per un gratuito patrocinio in caso di spettacoli musicali
da tenersi a Racalmuto e che si collegassero in qualche modo alla musica jazz. Condizione
puntualmente disattesa.
In conclusione, solo
cinque spettacoli, sui diciotto disponibili, sono stati fruiti dagli spettatori
racalmutesi e non, a due dei quali spettacoli ha avuto libero accesso un
centinaio di entusiasti studenti delle scuole pubbliche di Racalmuto
accompagnati dal prof Domenico Mannella, molto compiaciuto della speciale
opportunità offerta ai ragazzi.
“Al signor sindaco,
all'assessore alla cultura che non c'è, a quello che verrà (se verrà in tempo
utile), al direttore del Teatro Margherita, ai consiglieri tutti, agli amanti
della musica: nel 2007 il Comune di Racalmuto aveva stipulato una convenzione
con il Brass Group di Palermo secondo la quale avrebbe usufruito gratuitamente
in tre anni di ben 18 spettacoli con artisti di livello internazionale.
Come mai e perché,
dopo il primo anno, si è lasciata cadere nel vuoto questa importante
opportunità a costo zero?
Gli spettacoli della
prestigiosa istituzione regionale con sede a Palermo avrebbero integrato e
arricchito l'offerta del nostro Teatro, rispondendo tra l'altro alla sua
originaria vocazione musicale; avrebbero inserito il Teatro nel circuito
promozionale del Brass Group (che non è cosa di poco conto); avrebbero dato la
possibilità a più persone di accedere al Teatro Margherita diversificando
l'offerta, non potendo ampliare il numero dei posti disponibili o proporre
repliche. I rapporti col Brass Group, inoltre, avrebbero dato la possibilità di
estendere a Racalmuto la scuola di musica che conta nel capoluogo siciliano
oltre trecento iscritti”.
Piero Carbone
Un Santo Natale di qualche anno fa, mi trovavo a Racalmuto. Sono venuto a conoscenza, per caso, che ci sarebbe stata una rappresentazione al teatro Regina Margherita. Mi sono recato a casa per chiedere a mia moglie se voleva andare a vedere la rappresentazione, lei accettò con entusiasmo. Abbiamo cenato e ci siamo recati al teatro. Alla biglietteria ho chiesto due biglietti in platea, la signorina alla cassa con gentilezza mi disse di essere dispiaciuta ma la platea era tutta prenotata e che erano rimasti solo due posti in palco, con mia moglie decidemmo di prenderli. Il palco era veramente scomodo, in compenso eravamo contenti di essere nel nostro vecchio teatro. Mancavano pochi minuti all’inizio e la platea era ancora per metà vuota, in particolare le prime file. Inizia lo spettacolo e la platea è ancora per metà vuota, decido di tornare in biglietteria per chiedere se era possibile trasferirsi in platea, la signorina di prima mi dice che era possibile perché quelli che avevano prenotato non si erano presentati. Peccato gli dico, perdere tutti quei soldi di prenotazione, quali soldi mi dice la signoria, spiegandomi che per prenotare non si paga niente e che si poteva farlo anche telefonicamente. Il mio cervello un poco “nordificato”, si è rifiutato risolutamente di credere che fosse possibile un sistema di prenotazione col quale si poteva, con una semplice telefonata, prenotare l’intero teatro senza nessun costo e poi andarsene al cinema a vedere Alice nel paese delle meraviglie.
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