Oggi si conclude il mese Mariano.
Un affettuoso saluto a Don Alberto e Don Gennaro che hanno accompagnato, per
tutto il mese, nella preghiera i fedeli.
Di seguito, alcuni cenni di
storia recente circa i restauri del Santuario della Madonna del Monte.
L’anno 1952 ad opera del sac. Salvatore Farrauto,
nominato delegato Vescovile del Santuario Madonna del Monte da S.E. Mons. G.B.
Peruzzo, Arcivescovo – Vescovo di Agrigento, con bolla del 1 gennaio 1952,
avendo rinunciato il rettore sac. Francesco Petrone, perché ammalato, venne
dorata e restaurata a cementite la prima metà del Santuario e cioè l’artistica
custodia della Madonna, il cappellone, i muri dal pavimento al soffitto con la
cupola.
Ciò venne eseguito con le offerte
raccolte da devote persone con a capo il sac. Petrone, sia a Racalmuto che in
America, dal gennaio 1950 al dicembre 1951 e con altre, procurate dal suddetto
sacerdote, il quale mise anche del suo.
Così il 20 settembre 1952 si effettuò l’esecuzione di una parte del progetto di restauro, da anni
desiderato, del Santuario. Tale restauro fu eseguito dalla ditta Paolo Triolo
di Palermo.
Verso la fine di febbraio 1953 il
suddetto delegato, fece sostituire l’altare maggiore di legno, logorato e
tarlato, con un artistico altare di marmo, eseguito dal prof. Meschino di Caltanissetta.
Lo stesso anno, precisamente nei
mesi estivi, il sac Farrauto ideò e fece eseguire il livellamento del suolo del
Santuario. Sotto l’arco di centro un gradino divideva il pavimento della Chiesa
in due livelli, con impedimento della visuale per coloro che sedevano nelle
file posteriori. Con il livellamento si aggiunse un secondo gradino a quelli
già esistenti dell’altare maggiore e la visuale si rese ottimale per tutti.
Sotto lo scavo fu rinvenuta una
cappella funeraria di metri 10 di lunghezza
e metri 4 di larghezza; vi si accedeva scendendo una scala che dall’arco
di centro arrivava sotto l’altare dell’Immacolata e si prolungava fin sotto
l’altare di San Francesco di Paola. Forse tale cappella serviva per i funerali
prima di seppellirvi i morti. Essendo di nessun valore artistico, il delegato,
prof. Grillo, inviato dal Sovrintendente ai monumenti di Palermo, ordinò si
chiudesse l’accesso dal pavimento.
Bisognava intanto completare la
doratura e i restauri della seconda metà del Santuario. Il sac. Farrauto ne
intraprese l’opera, tanto più che, dopo sue richieste ai devoti del paese e ai compaesani d’America, Canada, Belgio e
altri paesi, arrivarono delle offerte.
Nel luglio del 1954 iniziò una sottoscrizione
nel paese che diede buoni risultati, si aggiunsero anche le offerte precedentemente ricevute dal 1953 a giugno 1954, nonché
l’offerta del comitato “Festeggiamenti Madonna
del Monte” di Racalmuto. Si potè così effettuare il restauro completo e la
doratura dell’altra metà del Santuario.
La costruzione del grande ponte
venne eseguita, come per la volta
precedente, dalla ditta Vincenzo Macaluso di Racalmuto, con travi e tavole
prese in affitto dal Delegato prof. Grillo e i lavori di doratura e restauro
furono sempre eseguiti dalla ditta Paolo Triolo di Palermo. I lavori iniziati a metà
settembre, terminarono il 20 novembre 1954.
L’11 dicembre 1954, a conclusione
dell’anno Mariano e dei festeggiamenti per il Santuario restaurato, S.E. Mons
Francesco Fasola, Vescovo coadiutore di Agrigento, consacrò l’altare maggiore
con l’Olio dei Catecumeni e del Santo Crisma, ponendo nel sepolcreto della
mensa una piccola pergamena commemorativa e le reliquie dei Santi Martiri Nino
e Vito.
Enzo
Matrona
Gli ultimi restauri, quelli recenti, disastrosi.
RispondiEliminaIn tempi lontani, Racalmuto poteva vantare queste persone che mettevano del proprio per il bene comune.
RispondiEliminaNicola
E' arrivata poi, la stagione dei restauri con i cantieri scuola, la peggiore cosa che potesse capitare agli edifici di culto i cui rettorati avevano conoscenze in assessorato.
RispondiEliminaUna incresciosa parentesi che bastò a rovinare campanili, pulpiti, altari, pavimenti e persino cripte. Anche questo è successo, sotto gli occhi indifferenti di tutti.
Pur essendo racalmutese, molte cose non le sapevo. Grazie. Assunta
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