Erroneamente si pensa che il
pettegolezzo sia un fenomeno maggiormente diffuso al sud, nel Mezzogiorno
d’Italia, in Sicilia e soprattutto nel nostro paese. Al nord si dice “fare
gossip” da noi, invece, “sparlari”.Ciascuno pensa di conoscere
fatti e difetti dei propri compaesani e non solo. A volte è alimentato dalla
mancanza di lavoro e, ancor di più dalla mancanza della voglia di lavoro o da
un insopportabile ozio che non si riesce a vincere con nessun espediente.
Diffuso oltre che negli uomini,
anche tra le nostre “comari”, viene utilizzato per mettere in evidenza difetti o
manchevolezze del soggetto preso di mira o per portare alla luce eventuali
fatti che farebbero arrossire anche il peggiore dei peccatori. Ed ecco che si
parla di amanti, figli illegittimi, debiti, vizi, contrasti familiari e si
tirano in ballo ascendenti e discendenti.
La tecnica è presto detta: la
comare, essendo in possesso di notizie fresche, piccanti, non vede l’ora di
recarsi dall’amica e raccontare il fatto prendendo di mira una tra le tante
vittime che il paese, gratuitamente, offre a chi non ha di meglio da fare. “ Lu
dicu sulu a tia ma nun lu diri a nuddu”, si esordisce così, sapendo
benissimo che quella a cui si sta confidando il fatto è solo la prima di una
lunga lista di amiche. E sapendo anche che questa amica, non vede l’ora di raccontare
il fatto ad altre. Mi si racconta che una mattina, un’anziana signora, uscendo di
casa, cadde. Subito rientrò, dolorante si mise a letto e, telefonicamente, informò
le amiche dell’accaduto, raccomandando ad ognuna: “resta tra mia e tia”. Il
pomeriggio si ritrovò la casa piena di gente…
Si contempla pure, un'altra
tecnica, quella di andare a trovare l’amica e, con fare suadente tentare di
estorcerle confidenze o fatti intimi da rivelare, poi, ad altri.
Naturalmente il passaggio del
pettegolezzo dall’orecchio alla bocca, produce un arricchimento di particolari,
coloriti da fatti nuovi che poco hanno a che fare con la verità.
Ciò nonostante, il pettegolezzo,
non rappresenta una maldicenza, tanto meno una calunnia, ma è piuttosto il
tentativo di far conoscere la vera identità dell’altro, ignota perfino al
soggetto stesso. E’ un modo ideale per insinuare un dubbio nell’opinione altrui
sull’immagine che un’altra persona vuole dare di sé. E’ una tensione morale, un
desiderio di verità, di ristabilire secondo chi racconta ciò che è giusto, ciò
che è riprovevole. Si pensa erroneamente che se sappiamo trovare il difetto
nell’altro abbiamo già messo a posto i nostri. Screditare gli altri da’ a noi
che parliamo un senso di onnipotenza e di amor proprio, perché noi siamo
sicuramente migliori!
Racalmutese Fiero
Tante persone, purtroppo,vivono di pettegolezzi. Secondo me, è una mancanza di rispetto verso gli altri.
RispondiEliminaCarmela
Purtroppo si vive di pettegolezzi. In un tempo dove tutti vogliamo sapere di tutto e di tutti, come la tv ci insegna con i reality, il pettegolezzo è diventato l'unico svago, l'unico modo per trascinare lontano i pensieri della crisi. Un momento di svago che, difficilmente le persone si tirano indietro e difficilmente non si mette attenzione per non perdere quello che si sta dicendo su un'altra persona.
RispondiEliminapurtroppo si vive di pettegolezzi. Spero in un cambiamento.
Sono favorevole al pettegolezzo - Pur non essendo,caratterialmente,persona che si interessa degli altri e di cio' che fanno, credo che il pettegolezzo faccia parte del nostro dna e quindi del nostro brodo cosmico che e' il nostro cervello.
RispondiEliminaGiulio