Per
socializzare le idee ora c’è la rete, ci sono i blog, una volta c’era la carta
stampata. Anche nei piccoli paesi. A Racalmuto nel 1988 nasceva il foglio
l’Agorà “periodico indipendente d’opinione e proposta”, era il prolungamento
cartaceo di un luogo reale, la Piazzetta, destinato agli incontri, alle
discussioni. Dopo due numeri “unici” in attesa di registrazione, mai avvenuta,
il giornale non verrà più pubblicato, non per questo è venuta meno la voglia di
discutere, giornali o semplici “fogli”
laici e parrocchiali erano stati creati prima e altri sono venuti dopo:
meriterebbero una approfondita ricognizione storica. Né, sia detto per inciso,
la fortuna e la longevità di un giornale sono da commisurare alla validità,
alla dinamicità o alla coerenza di chi vi scrive.
La
nascita di un giornale grande o piccolo che sia è sempre un avvenimento, un
fatto socialmente rilevante in quanto espressione di un gruppo e rivela voglia
di specchiarsi, immortalare episodi, criticare comportamenti, cambiare il
mondo. Sempre mal visto dal potere, chissà perché. Ero ancora adolescente
quando su un foglio parrocchiale, dal titolo che non ricordo, fu pubblicata una
vignetta dove, dietro l’urna del venerdì santo, il corteo era aperto da un uomo
con una bottiglia in mano. Si sa che in testa ai cortei ci stanno le autorità e
tra queste l’immancabile sindaco con la fascia. Si sfiorò un bell’incidente
diplomatico tra la chiesa e il municipio poiché il sindaco, benché
rappresentato in un rito religioso, vi lesse un’impertinente allusione alla sua
sete di… vino; si seppe che gli autori del giornalino vennero tacciati con gli
epiteti di “amebe” e “molluschi invertebrati”.
Non
ricordo se ci fossero vignette anticlericali sull’Agorà, visto che il giornale
era espressione di un gruppo libertario e sinistrorso, ma trasudava sincero
amore per il paese in tutti i suoi aspetti, voglia di cambiamento, e in nome di
tale amore e di tale voglia era aperto ai contributi di tutti. Anche a
me a suo tempo è stato chiesto di collaborare; in ideale collegamento
con la Piazzetta e con l’Agorà, voglio riproporre sul blog “Castrum Racalmuto
domani” una testimonianza di ciò che siamo stati. Gli articoli di un giornale o
i post di un blog non cambiano il mondo, ma rivelano come noi ci poniamo
dinanzi ai fatti e ai problemi che esso ci apparecchia e lasciano traccia dei
cambiamenti di realtà che si trasformano o a volte non ci sono più. L’articolo
che segue vuole esserne un esempio:
In un giornale di informazione e di dibattito,
intitolato al luogo simbolo dell’antica Grecia, all’agorà, mi pare molto
pertinente rievocare un altro luogo simbolo della Racalmuto antica. Penso alla
Piazzetta, anzi all’ex Piazzetta, meritevole di un elogio (funebre).
Per meglio accogliere il richiamo,
si ricordi ciò che era e ciò che rappresentava l’agorà presso i Greci: era la
piazza centrale della pòlis, luogo di riunione e di mercato. Era l’università e
il parlamento. Era il simbolo della stessa democrazia.
Un ruolo così elevato e polivalente
non aveva la nostra Piazzetta, ma sicuramente nella topografia paesana
costituiva un preciso punto di riferimento. – Dove ci vediamo? – si domandavano
reciprocamente gli amici che si lasciavano la sera per ritrovarsi l’indomani.
La risposta era implicita: – Alla Piazzetta!
Oggi,
la consuetudine è andata in disuso perché lo spiazzo racchiuso tra l’ex fondaco
di “Mennu”, il fabbricato detto il palazzo di “Gammiglieddra”, il piede di via
sant’Anna e gli archi di via Rossini e di via Bellini, è stato occupato – ché
di occupazione si tratta – da una fontana.
Il “monumento” potrebbe sopportarsi
alla vista se non fosse fuori posto, se non sorgesse nello spazio che era e
rimane, idealmente e nel ricordo, quello della Piazzetta.
Esteticamente mediocre, la moderna
fontana, con getto d’acqua a corrente alternata, per poco tempo ravvivata da
anitre spaesate fino a quando non sono state involate di notte e notte, la
fontana, si diceva, risulta logisticamente inopportuna. Essa ci ha privati,
infatti, di uno spazio centrale e capiente. Cosicché, nelle feste, nei comizi e
nelle assemblee, la folla intasa il tratto di corso Garibaldi che va dall’ex Piazzetta
alla Matrice, assomigliando a un budello strozzato. Si ha ragione di credere
che l’intenzione degli amministratori, fautori della fontana, fosse buona.
Pensavano di abbellire la piazza con zampilli d’acqua, inferriate, papiri
sempreverdi e sedili in pietra, ma per fare ciò si è dovuto scalzare la
Piazzetta, vanificando in tal modo i buoni propositi.
Allo stupore iniziale è subentrata,
con gli anni, la nostalgia, e direi l’esigenza, dell’antica Piazzetta.
C’è un detto siciliano, veramente,
che sa di congiura contro le piazze in genere, intese come luogo di
aggregazione sociale (dove diffidare), ed è questo:
Nta la chiazza e
nta la fera,
non si dici bona
sera.
Come
dire: in piazza ed al mercato, ognuno per i fatti propri. Ma non è così. Alla
Piazzetta si pensa con piacere quale luogo di riunione e di incontro. Anzi,
corre voce in piazza che si dovrebbe eliminare la fontana, da collocarsi
altrove, per ripristinare l’antica Piazzetta e pure gli antichi basoli nel
corso Garibaldi.
Quanto fondata sia questa voce non è
dato appurare se non dopo che i fatti seguiranno alle parole. Prendetela,
pertanto, come una voce di piazza, che non sempre viene considerata voce di
popolo né tantomeno voce di Dio:
Sunaru a Ciccanninu li rintuocchi:
mi parsiru li cuorpi di la morti.
A la Piazzetta comu ci finisci?
Ci misiru la vasca cu li pisci.
Piero Carbone
Caro Piero, non ti smentisci mai.
RispondiEliminaSei un grande!
Antonio
Ma tra tante manifestazioni, petizioni, interrogazioni che si vorrebbero fare, si fanno, una per togliere questo obbrobio di fontana la si potrebbe fare!
RispondiEliminaSante parole Piero, sante parole.
RispondiEliminaAngelo
Un blog che rispecchia, con eleganza, i pensieri dei racalmutesi (buoni).
RispondiEliminaGiovanni D.F.
Ciao,
RispondiEliminasono giornalista, non sono siciliana.Mi sono imbattuta nel vostro blog per caso. Trovo l'impostazione, il taglio e i contenuti, interessanti. Complimenti
Carolina Masotti
Grazie. Se sei su facebook vorrei chiederti l'amicizia. Piero Carbone
EliminaE' noto che tutta l'architettura (quella buona e quella cattiva) nasce da processi creativi spesso basati sulla demolizione di qualcosa che preesiste. La Firenze Rinascimentale nasce distruggendo la Firenze Gotica, San Giovanni in Laterano dalla distruzione dei palazzi Lateranensi e via dicendo fino ad arrivare a luoghi meno degni di essere citati, ma non per questo meno importanti. Fra questi sicuramente la "piazzetta di Racalmuto" occupata oggi da questa anonima fontana, ma che ormai fa parte dell'immaginario e del ricordo di molti Racalmutesi residenti e non. Oggi a Racalmuto spesso capita di vedere persone che scattano delle foto accanto alla statua di Sciascia, ma capita anche, sopratutto d'estate, vedere racalmutesi emigrati in posa fotografica davanti questa discutibile fontana. E quindi si vuole forse riproporre la vecchia piazzetta? Ricordiamoci però che il fascino di questo luogo era anche legato al lastricato in pietra di tutta la via Garibaldi ed alla presenza di alcune ormai scomparse caratteristiche botteghe, ed in particolare al bellissimo Bar in stile liberty "Ernesto Di Naro": tutte realtà oggi scomparse. Vogliamo ricreare anche queste? Io direi proprio di no! Anche perchè la piazzetta nasce dall'abbattimento operato credo verso la seconda metà dell'800, di un piccolo quartiere di casupole, di forma triangolare, detto "lu cuddraru". Vogliamo ricreare il quartiere "cuddraru"? Ma prima dell'edificazione del quartiere cuddraru, cosa c'era?
RispondiEliminaLa ghigliottina, c'era la ghigliottina. Da questa, il nome "lu cuddaru"
EliminaHo visto, di recente, una foto della "Piazzetta" com'era tanti anni fa. Proprio bella. Ora, con questa orrenda fontana, peraltro tenuta male,è una vera tristezza. Un pugno negli occhi.
RispondiEliminaColgo l'occasione per fare i complimenti al prof. Piero Carbone per la competenza e l'eleganza dei suoi scritti; e pure al blog Castrum, tanto presente nelle problematiche di Racalmuto, per la qualità degli articoli.
Il ripristino dei luoghi non deve essere, a tutti i costi, ritorno nel passato o nostalgia di tempi andati. Riprendere l'aspetto originale, se questo è migliore dell'attuale, serve a rendere accogliente un luogo, oltre che gradevole alla vista. Mi auguro che la piazzetta, possa tornare al suo antico splendore, magari paesano, ma per noi racalmutesi, era bella in quel modo.
RispondiEliminaUn nostalgico?
Il post è molto bello. mi piacerebbe sapere quando è stata collocata la fontana e chi decise di posizionarla?
RispondiEliminaSalvatore
Ricordo che in piazzetta, c'era un bar che aveva il telefono. Andavamo lì a telefonare, si alzava la cornetta e rispondeva una voce femminile che metteva in comunicazione con l'utente desiderato. Non ricordo il nome del bar.
RispondiEliminaIn piazzetta c'era pure "Canigliaru", un emporio piuttosto che una bottega.
Quanti ricordi
Antonio B.
si vive o si muore di ricordi.
RispondiEliminaMeglio gli africani o i rumeni che vivono in paese, non conoscono la storia di Racalmuto ma la vivono in lungo e in largo. Tutta un'altra storia, che a voi (illustri) non interessa.
Più è breve il futuro più lungo è il passato.
Nessun illustre qui. Il blog, espressione di libero pensiero, è aperto a tutti, nel rispetto delle regole.
EliminaGrazie per il commento.Saluti
Salvatore Alfano (Racalmutese Fiero)
Cara Maria
Eliminala vita di paese come Racalmuto, oggi è da guardare nel suo totale divenire (nel bene e nel male). Il dolce e garbato rievocare di Piero Carbone non è sicuramente segno di "raggiante luce", come non lo sono tutti gli altri commenti, ma è l'espressione di una persona che pur vivendo una gratificante vita fuori da Racalmuto, ancora si emoziona nel ricordare il paese natio. Io lo capisco perchè appartengo alla categoria di persone che non hanno capito ancora dove vivranno, ma che sanno dove sono nati e dove vogliono morire. Questo blog come giustamente dice Racalmutese Fiero, mi sembra che nella sua giovane vita abbia dato voce ed espressione a chiunque.
Racalmuto oggi sono anche gli extracomunitari che tu giustamente citi e che hanno una visione del paese sicuramente diversa dalla nostra, e sicuramente più attuale. Ma il presente può vivere benissimo in simbiosi con il passato, senza prevaricazione alcuna, nella speranza di costruire un futuro migliore.
Cordialmente
Esprimo tutto il mio compiacimento per il garbo e la leggerezza nello scrivere.
EliminaCordialità
Salvatore Alfano (Racalmutese Fiero)
Estremamente breve e travagliata è la vita di chi dimentica il passato.....
EliminaNon l'ho detto io
Adriana
Avete idea di quello ch'è successo nel passato nel paese. Migliaia di poveretti sfruttati dai baronetti. Basta con questa litania "prima era meglio" e cose di questo tipo, sembrate mio nonno, un pochetto anche mia nonna. Per la povertà il paese è ridotto a 7000 anime vaganti. Persone "illustre" come Voi conoscono la verità ma per comodità preferiscono parlare della commedia all'italiana, dove tutto e niente è la medesima cosa.
RispondiEliminaCaro Paolino,
RispondiEliminada quello che dici, probabilmente, hai una giovane età. E ti comprendo benissimo quando ci accusi di parlare come tuo nonno o tua nonna. L'età è pressappoco quella.Hai anche ragione quando parli di poveretti sfruttati nel passato.Basta parlare dei minatori, che tanto hanno dato in sudore e vita a questo paese. Pensa che mio nonno, negli anni '40 morì proprio in miniera, bruciato dallo scoppio del grisù.Hai anche ragione quando parli di 7000 anime vaganti. Ma inizia, insieme ai tuoi coetanei, a fare qualcosa per Racalmuto, per non dimenticare e per costruire un futuro migliore.E il futuro si costruisce, anche, riprendendo dal passato tutto ciò che è stato positivo. Solo così il tutto e il niente, non saranno più la stessa cosa. Un'ultima cosa, ricorda: nessuno è detentore di una verità assoluta.
Salvatore Alfano (Racalmutese Fiero)
Sarebbe veramente auspicabile il ripristino
RispondiEliminadella bellissima piazzetta al posto dell'attuale fontana.
Auspico anche che sia ripristinata la rimossa fontana
di San Pasquale al posto dell'attuale momumento.
Si sosterrà che in questo periodo non è
il caso di spendere soldi per tali opere,
vuol dire allora che ci accontenteremo
solo di sognare il ritorno di tali luoghi
al loro stato antecedente, sicuramente migliore dell'attuale.
Ettore Liotta
Iris Cacioppo. Quanta ragione in poche righe!
RispondiEliminaMariangela Cutaia. Ottimo post e bella foto.Complimenti
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