Leggo un articolo di Ignazio
Scimé dal titolo: “ Decollare con Pindaro “. Tratta, senza polemica alcuna,
anche con toni intelligentemente ironici, la questione dell’aeroporto. Ignazio
auspica che il progetto di costruzione della struttura non venga abbandonato ma
possa essere sviluppato e portato a termine. Questo porterebbe, secondo Scimé,
un beneficio a livello regionale, provinciale e anche per Racalmuto. Certo, oltre all’aeroporto, ci
vogliono strutture, centri commerciali, ristoranti, alberghi e località all’avanguardia per lo sfruttamento turistico.
Ma allora cosa fare, visto che tutto ciò manca nel territorio? Conviene “ fare
nulla, per non fare niente?“.
Ci sono località, anche
nell’entroterra siciliano, che offrono manifestazioni culturali, gastronomiche
e godono di risorse provenienti dal settore turistico. Anche Racalmuto, mi
viene in mente, ha strutture sfruttabili per far affluire turisti:
ha dato i natali a Leonardo
Sciascia, ha un teatro, miniere di sale, castelli, chiese, tradizioni, cultura
e, una Fondazione che un tempo, per la mostra fotografica di Robert Capa,
ospitò 12.000 visitatori in quattro mesi.
L’aeroporto sarebbe un punto di
partenza per l’incremento occupazionale, turistico, commerciale e di rilancio
di tutti i comparti della provincia e non solo.
Se continuiamo, però, a non fare,
a non proporre a non incrementare, ad etichettare Racalmuto solo e sempre come
il paese della mafia, alla prossima manifestazione, alla Fondazione Sciascia,
rischiamo di avere non 12.000 ma neanche 12 presenze.
Racalmutese Fiero
Grazie per aver letto e commentato la mia lettera riguardante il progetto per l'aeroporto ad Agrigento. L'uomo si è sempre interrogato su un dilemma esistenziale, "è nato prima l'uovo o la gallina"? Io sono un contadino prima, con il diploma di ragioniere e perciò non coltiverei mai una cosa se poi non ho il mezzo per portarlo allo scaro (Mercato). Vengo e mi spiego. E' pensabile che gli imprenditori del turismo investano ad Agrigento(per realizzare villaggi turistici ed Hotel)che oltre ad avere il mare sporco, per raggiungerla occorre fare la circumnavigazione della Sicilia percorrendo strade come la AG-PA chiamata la strada della morte. E' pensabile l'emancipazione della nostra agricoltura che per sopravvivere ed attirare i commercianti vende i prodotti ad un valore pari ad un decimo di quello pagato dai consumatori( uva Italia a € 0.40 vino sfuso a € 0.60 pomodoro di Pachino a € 0.20 arance di Ribera € 0.40 e così per le pesche di Bivona e mandorle ecc.). Il governo spagnolo per incrementare il turismo e l'agricoltura ha completato tutta la rete autostradale nazionale, la rete ferroviaria superveloce ed ha costruito parecchi aeroporti turistici e commerciali, il tutto per attirare investimenti. Senza investimenti non c'è sviluppo. Come si dice da noi "senza sordi nun si ni cantanu missi". Ma l'aeroporto ad Agrigento non si farà mai, non perchè non serve o perchè manca utenza, ma perchè Vito Riggio (palermitano) presidente della ENAC che vi resiste da diversi lustri a prescindere dal colore dei governi, evidentemente garantisce ed è garantito da poteri che stanno fuori dal parlamento. Visto che da noi è meglio avere un amico che un diritto: "Paisà, a cu ci aviemmu all'ENAC"?
RispondiEliminaIgnazio Ximè