Una sera di qualche anno fa ero a cena dal mio amico
Gaetano, tra gli ospiti c’era un collega della moglie, Giovanni, un simpatico
medico. Durante la cena Giovanni mi chiese quale fosse il mio paese d’origine, gli risposi che ero di
Racalmuto , lui mi disse che conosceva Racalmuto per via del grande Marcantonio
Alaimo.
Rimasi sbalordito, di solito il paese viene associato a
Sciascia. Marcantonio Alaimo mi richiamava
solo la stradina dissestata che percorrevo per andare a casa dell’amico Carmelo
Mulè, nient’altro. Giovanni invece, nato e cresciuto a Bollate vicino Milano, sapeva
bene chi era, ne parlava con grande riverenza, diceva che era stato un
grandissimo scienziato, che si era laureato in medicina a vent’anni, che aveva
avuto grandi riconoscimenti nel campo della medicina ed era stato anche docente
universitario.
Giovanni raccontava che il Vicerè gli diede l’incarico di
occuparsi del flagello della peste, Marcantonio
per primo capì che le uniche armi a disposizione dei medici, per contrastare la
malattia erano l’igiene e il fuoco. Ma la cosa più sbalorditiva, aggiunse il
mio amico, fu la geniale intuizione in
merito alla segala cornuta.
Mi sentivo come anestetizzato, come era possibile che
fossi totalmente e vergognosamente ignorante su un personaggio così importante
del mio paese? Marcantonio Alaimo,
continuò a raccontare Giovanni, registrò
che nella sua Racalmuto vi erano moltissimi casi di pazzia e, che quasi tutti i
casi interessavano la popolazione meno abbiente. I dati statistici erano chiari
, a Racalmuto c’erano molti più casi che nelle zone limitrofe, quindi pensò che
il problema dovesse essere di natura locale.
Indirizzò i suoi studi verso le abitudini alimentari e, poiché quella dei poveri era costituita prevalentemente
da farinacei, indirizzò la sua ricerca verso la coltivazione del grano.
I risultati delle sue ricerche
evidenziarono la presenza di molta segala spontanea nei campi coltivati a grano
e che questa veniva attaccata da un fungo parassita , dalle protuberanze di
colore nero che sembravano delle corna, sospettò si trattasse di un fungo
tossico che con la macina finiva nella farina usata per la panificazione e quindi
se ingerita causava effetti devastanti al sistema nervoso.
Oggi sappiamo che questo fungo contiene alcaloidi
derivati dall’acido lisergico, in parole povere una droga identica alla LSD. Marcantonio Alaimo non aveva a disposizione
laboratori con la tecnologia necessaria per dimostrarlo, come invece ha potuto
fare, nel 1993 il prof. Albert Hofman.
Chiedo a tutti gli amici lettori del blog di fare
qualcosa perché i nostri ragazzi sappiano di questo illustre loro compaesano. Sarebbe utile fare una petizione, per esempio,
chiedere di intitolare una piazza di Racalmuto a MARCANTONIO ALAIMO (Medico e scienziato
Racalmutese).
Roberto Salvo
Sapevo di Marcantonio Alaimo, ma non sapevo tutte queste notizie. Complimenti concordo con la proposta della piazza.
RispondiEliminaperché intitolargli una piazza dato che da secoli la via dove è probabilmente nato porta ancora il suo nome?
RispondiEliminaSono convinto che Marcantonio Alaimo meriti qualcosa di più di una via. Come trovo una vergogna la strada dedicata a Pirandello nella città di Agrigento. Roberto Salvo
EliminaQui a Racalmuto siamo tutti sciasciani, fondazione, statua, ecc. Gli altri contano poco o niente.
RispondiEliminaIo il mio dovere penso di averlo fatto, dopo cena ho riletto assieme a mio figlio il suo articolo. Mio figlio ora sa chi era Marcantonio Alaimo.
RispondiEliminaE' una storia interessante, ne parlerò ai miei studenti, credo sia importante che sappiano di questo loro compaesano illustre.
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