Torno a Racalmuto dopo
circa due mesi e trovo un paese profondamente cambiato. L'aria che
si respira è diversa, e non solo perchè il tempo sembra volgere
all'autunno ma perchè si avverte un clima di disagio - lo si legge
negli occhi di tanti racalmutesi. Sarà la preoccupazione di
cambiamenti che, prima o poi, il paese dovrà subire, sarà per i
recenti fatti di vandalismo che preoccupano la comunità che spera
possa trattarsi di eventi sporadici. La vita, a Racalmuto, non scorre
serena.
Si avverte un clima che, fino a questa estate, era
impensabile palpare. Siamo prossimi a una preoccupante realtà,
poche le prospettive che si intravedono. Per lo più all'orizzonte
appare un futuro nebuloso e scoraggiante. In questa mia ultima visita
il paese mi è apparso "meno frequentato e molto sfiduciato".
Un paese che torna nuovamente in un limbo divenuto ormai usuale e che
fino a pochissimo tempo fa sembrava poter risolversi. Poche le
persone in giro, l'aria che si respira non è serena; la popolazione
è preoccupata, come se stesse aspettando qualcosa che
inevitabilmente dovrà accadere o materializzarsi.
Questa sensazione
si palpa in maniera evidente. Pochi i capannelli di persone che
discutono delle prospettive che potrebbe avere il paese se prendesse
una strada piuttosto che un'altra. La sfiducia la si avverte nei
discorsi dei frequentatori la piazza. Sembrava che le recenti
elezioni avessero ridato speranza a un paese che, nel suo cammino,
arranca verso la ripresa. Poi tutto è nuovamente precipitato verso
il basso. Adesso questi ultimi fatti appaiono come l'avverarsi di una
sensazione che i racalmutesi tutti hanno sentito scorrere sulla loro
pelle.
Vorrei che tutte queste premonizioni fossero il risultato di
fantasiose superstizioni e che gli esecrabili atti recenti fossero
frutto di una bravata notturna. Racalmuto ha bisogno di ritrovare,
innanzitutto, la serenità; di ritrovarla nei discorsi e nelle
iniziative. Tutti dovremmo impegnarci per ridare fiducia e speranza a
un paese che merita un futuro migliore.
Racalmutese Fiero
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