Non
è mai facile parlare di giovani senza rischiare di commettere clamorosi errori.
E’ difficile capire chi purtroppo ormai è lontano dal nostro mondo, al quale in
futuro apparterrà, ma che ora vive in quello che a noi è appartenuto in
un’epoca diversa. Non per questo possiamo azzardare giudizi; le generazioni
cambiano ed evolvono con i tempi. Noi adulti o anziani, siamo portati a pensare
che il mondo dei giovani subisca sempre più un’involuzione.
Ma quanta
responsabilità hanno loro e quanta ne hanno gli adulti a cui la vita,
naturalmente e conseguenzialmente affida il futuro di questi nostri figli? Quanta
responsabilità abbiamo noi nella loro formazione e nei loro comportamenti che
spesso sono lontani dalle regole, poco accettate o per niente condivise?
Constatiamo la loro arroganza, l’insoddisfazione e la mancanza di rispetto
verso gli altri. Molte volte assistiamo a comportamenti che sfociano in atti
deprecabili.
Sono tutti atteggiamenti che denotano un disagio, il disagio di
appartenere a un’epoca che tanto sentono lontana dai loro reali problemi. Sono
mutevoli non solo nei comportamenti ma, soprattutto, negli umori e tendono
sempre più a richiudersi come ricci nei loro mondi a volte effimeri. Non si
sentono capiti e non hanno torto. Noi non li coinvolgiamo, li condanniamo e
basta, non li condividiamo, forse li usiamo e riempiamo la loro testa con le
nostre idee. La società moderna poco si adopera nei loro confronti, sia in
termini di strutture che in programmi
atti a un loro opportuno inserimento nella società.
Scarsa l’attività della politica
e della società tutta tendente a
minimizzare i disagi interiori dei giovani. Così assistiamo sempre più alla volontaria
emarginazione di queste generazioni che non sentono il conforto, che possibilmente
per timidezza, più che per sfrontatezza, mostrano di rifiutare e manifestano i
loro contrasti interiori con intemperanze anche violente. Quanto la società di
oggi, la scuola, i genitori sono responsabili di tutto ciò e quanto si può
ancora fare per evitare di consegnare ad un prossimo futuro insicuri adulti?
Loro seguono dei modelli, sintomo evidente di una reale e attuale insicurezza.
Ecco perché gli adulti, gli educatori, i leader sociali, culturali hanno
l’obbligo morale di rappresentare un valido esempio e di stemperare la loro
sostanziale ostilità verso il mondo esterno. Ancor di più in una società
attuale dell’avere e del consumare e della carenza occupazionale e della
mancanza di future certezze, che inibisce i giovani dal procacciarsi legittimamente
risorse economiche e che predica alcuni valori ma ne vive altri in
contraddizione ad essi.
Racalmutese Fiero
Nessun commento:
Posta un commento