domenica 25 novembre 2012

PER TUTTI I GIORNI


Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne. A pensarci bene, se esiste una tale ricorrenza  vuol dire che l’uomo non ha ancora imparato a comportarsi da uomo. Ma soprattutto, e questa è la constatazione più grave, significa che la celebrazione della giornata serve a tacitare le coscienze, per poi dimenticare il tutto per un altro anno intero. Come accade con le giornale in memoria di altre vittime: si ricordano in una celebrazione e poi nulla più, passata la ricorrenza, i discorsi, ci si è puliti la coscienza e si è convinti di aver fatto abbastanza.

La disparità tra i sessi inizia proprio da queste giornate. Per l’uomo in generale, per le istituzioni che latitano in campagne di sensibilizzazione , per i mariti maneschi. Non  esiste una festa “dell’uomo” ma quella della donna sì, non esiste una giornata per gli “uomini uccisi”, per le donne sì.

Forse sarebbe più utile cancellare la giornata contro la violenza sulle donne e impegnarsi sul campo e fare una cultura della convivenza e della non violenza, iniziando dall’educazione a tali principi fin dalle scuole, fin da quando si è bambini, proprio come si fa per le vittime di mafia e del terrorismo: insegniamo ai nostri figli ad essere nel futuro dei bravi mariti. Perché capiscano che un uomo che picchia o uccide un donna è un vigliacco. E non lo è un giorno all’anno ma per sempre. E, soprattutto, lo Stato non  deve ricordarsene solo in occasione della ricorrenza.

La violenza sulle donne è una piaga sociale grave, e che purtroppo vede un incremento nel nostro paese  di anno in anno ed è presente in ogni contesto lavorativo, istituzionale, familiare. E non va dimenticato che la violenza sulle donne e la discriminazione vengono consumate e perpetrate  in mille modi. Di seguito alcuni dati:

“Le vittime in Italia sono oltre centoquindici dall'inizio dell'anno. Ogni 60 minuti una donna viene uccisa nel mondo e l’Italia, purtroppo, non fa eccezione. Nel 2011 sono state 127 le donne uccise nel nostro paese, circa una ogni 60 ore, mentre nei primi nove mesi di quest’anno sono già più di 100, e di queste 74 sono rimaste vittima della violenza di mariti e fidanzati. In Italia infatti la prima causa di morte delle donne tra i 16 e i 44 anni è la violenza domestica e, secondo le anticipazioni dei dati 2012 di Telefono Rosa, le violenze all’interno di rapporti sentimentali sono in ulteriore aumento: questo tipo di abusi ha raggiunto l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011.

Secondo l'Istat in Italia almeno il 5% delle donne è stata vittima di stupri o tentati stupri e una italiana su tre tra i 16 e i 70 anni (più di sei milioni di donne), è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo, di molestie fisiche o sessuali. Quasi 700 mila donne inoltre, sempre dati Istat, hanno subito violenze ripetute dal partner e avevano figli al momento della violenza, e nel 62,4% dei casi i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza.

Dati allarmanti anche quelli relativi al fenomeno dello stalking, in costante aumento negli ultimi anni: secondo l'Osservatorio nazionale sullo stalking, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di stalking, l'80% delle vittime è di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti è di circa un anno e mezzo”.

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