È
ormai certo che l’obesità, già nel bambino e nell’adolescente, determina una
serie di problemi medici e psicologici che, se non diagnosticati e trattati,
possono portare a malattie anche gravi nelle età successive.
Una
delle malattie legate spesso all’obesità pediatrica è la “dislipidemia” cioè
una variazione di fuori dei valori normali di una o più delle frazioni di
lipidi (grassi) nel sangue del bambino: possono aumentare il colesterolo
totale, quello cosiddetto cattivo (LDL), così come i trigliceridi, oppure può
scendere il libello del cosiddetto “colesterolo buono” (HDL).
Una
delle conseguenze della dislipidemia è la “cardiovasculopatia aterosclerotica”,
che, nell’adulto, è la principale causa di morte e di una cattiva qualità di
vita in tutti i Paesi Industrializzati.
Purtroppo
è ormai accertato che la cardiovasculopatia aterosclerotica ha inizio già in
età pediatrica. Il suo inizio precoce è favorito dalla presenza nel bambino di
dislipidemia, o di obesità, o della tanto temuta “sindrome metabolica”, che è
l’unione delle prime due malattie con diabete o pressione alta.
Le
dislipidemie non sono dovute solo all’obesità: ce ne sono di quelle genetiche,
o di quelle secondarie ad altre malattie o a farmaci, oppure anche al diabete.
Negli ultimi anni purtroppo il diabete sta comparendo come complicanza
dell’obesità anche fra i bambini; nel bambino con eccesso di peso, infatti,
l’eccesso di grasso causa un aumento dell’insulina nel sangue che, tuttavia,
nonostante l’aumento, non riesce a svolgere al meglio la sua funzione, che è
quella di far entrare il glucosio – lo zucchero del sangue – nelle cellule
(questa incapacità di svolgere quella funzione si chiama insulino-resistenza),
mentre l’eccesso in circolo di insulina favorisce la formazione di accumuli di
colesterolo nelle arterie.
Come
si può prevenire l’aterosclerosi?
Innanzitutto
è importante mantenere un peso adeguato rispettando i fabbisogni di calorie e
nutrienti per età e sesso, e qualora vi sia già un eccesso di peso cercare di
ritornare al peso ideale (o nel caso del bambino al giusto rapporto tra peso ed
altezza) utilizzando una dieta ipocalorica bilanciata. Ma già anche nelle prime
età della vita è possibile intervenire, favorendo l’allattamento al seno, che ha
un’azione di prevenzione sia nei confronti dell’obesità che dell’aumento dei
lipidi ematici. Poco più oltre, durante il periodo del divezzamento, sarà
opportuno evitare l’eccesso di calorie, ma anche quello di proteine e zuccheri
semplici. È poi una buona norma generale dell’alimentazione, ma soprattutto
valida in questo caso, quella di utilizzare solo – o comunque preferibilmente –
l’olio extravergine di oliva, evitando invece i grassi idrogenati, o quelli
definiti solo “grassi vegetali” senza specifica, come quelli spesso presenti
nei prodotti da forno, che spesso nascondono olio di cocco e/o di palma ricchi
di grassi saturi che predispongono fortemente allo sviluppo di dislipidemia.
Aiuta anche consumare adeguate quantità di pesce fresco o surgelato (almeno 4
volte a settimana); privilegiare le proteine vegetali (i legumi, anche questi 4
volte a settimana) rispetto a quelle animali (per cui la carne non andrebbe
consumata più di 3 volte a settimana), e comunque tra le carni scegliere quelle
più magre; assumere le giuste quantità di fibre (che sono nei legumi, nei
cereali integrali, ma soprattutto nella frutta e nella verdura). E per il
latte, da sempre considerato un alimento fondamentale, soprattutto in età
infantile? A partire dal 3° anno è bene che il latte o lo yogurt siano assunti
ancora almeno 1 volta al giorno, ma nel tipo “parzialmente scremati”; sempre da
quest’epoca è bene anche preferire i formaggi a minor contenuto di grassi (in
genere quelli freschi rispetto a quelli stagionati) e consumarli non più di 1-2
volte a settimana, così come i salumi, che vanno utilizzati con parsimonia
(anche questi 1-2 volte a settimana, e meglio prosciutto crudo privato del
grasso visibile o bresaola rispetto a salame e mortadella). Insomma… dobbiamo
cercare di riappropriarci di qualcosa che fa parte da sempre della nostra
cultura: la Dieta Mediterranea!
Ma
non dobbiamo dimenticare che anche ridurre la sedentarietà ha una forte
influenza sia sui grassi del sangue che sul peso.
Quindi:
non più di 2 ore davanti agli schermi di qualsiasi genere, e far sì che il
bambino passi il tempo libero a fare giochi di movimento, meglio (se possibile)
all’aria aperta. L’attività fisica “organizzata” è sicuramente importante, bene
sarebbe se ci fosse almeno 2-3 volte a settimana per 1 ora (vera!) per volta,
ma non dimentichiamo mai che 3 ore di sport a settimana poco possono contro le
4-5-6 o più ore al giorno a guardare la TV o giocare al computer!
Dott.ssa Assunta Martina Caiazzo
Medico Specialista in Scienza
dell’Alimentazione
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