Come ogni mese cercheremo di fornire un altro punto di vista, dare un consiglio, uno stimolo al miglioramento dello stile di vita, per noi e i nostri figli, fondato, sempre, sull’evidenza scientifica. Questa volta abbiamo deciso di trattare il tema degli animali domestici – e dei cani in particolare – e di come possano influenzare la nostra salute.
Iniziamo dicendo che, secondo i dati Eurispes, oltre quattro famiglie italiane su dieci posseggono un animale che nella metà dei casi è un cane (48,4%), mentre in un terzo dei casi è un gatto (33,4%). Per il restante 20% gli italiani scelgono, nell’ordine, pesci, tartarughe, uccelli, conigli, criceti e rettili.
Sebbene ogni animale abbia il suo fascino, e costituisca comunque, per un bambino in crescita, un meraviglioso mondo parallelo da scoprire, la maggior parte degli studi scientifici ha focalizzato l’attenzione sugli effetti della presenza in casa di cani e gatti.
Se dal punto di vista della genesi allergica la questione è ancora controversa (come discusso in un precedente articolo su allergia e prevenzione), secondo uno studio finlandese sembra non vi sia dubbio che la presenza di questi animali in casa, durante il primo anno di vita del bambino, riduca l’incidenza di raffreddori, otiti e infezioni respiratorie in genere. La spiegazione risiederebbe, sostanzialmente, nei microbi portati dall’animale che entrano gradualmente in contatto con il bambino, modulandone la risposta immunitaria con risultati variabili a seconda della genetica propria del singolo individuo.
Uno studio australiano ha inoltre rilevato che i bambini che possiedono un cane hanno un’incidenza inferiore di sovrappeso e obesità, variabilmente a seconda del tipo di cane e di quanto se ne occupano. Questo è correlato ovviamente all’attività fisica stimolata dal gioco e dalle passeggiate con l’animale, tant’è che, secondo le valutazioni effettuate, i bambini di 10-12 anni proprietari di cani, coinvolti nello studio, svolgono addirittura 29 minuti in più al giorno di attività fisica rispetto ai loro amici che non hanno animali. Risultato analogo è emerso anche da uno studio americano condotto invece su un gruppo di adolescenti (14-16 anni).
Il tipo di cane è ovviamente importante e va scelto con cura in funzione degli spazi e del tempo a disposizione da dedicargli, nonché in funzione dell’età del bambino. Se è sempre fondamentale l’educazione che si dà all’animale, vi sono anche delle caratteristiche proprie di ogni razza, non solo le dimensioni o il manto, ma la stabilità di carattere, la necessità di fare movimento e finanche la pazienza con i bambini. Quanto più piccolo è il bambino e quanto maggiore è la volontà che si instauri una interazione affettiva e di gioco quotidiana, tanto la scelta deve essere attenta.
Da nutrizionista che si occupa anche di adulti, poi, ho trovato interessante scoprire che vi sono allo studio dei programmi di allenamento che coinvolgono anche i padroni dei cani e che consentono un calo di peso del 5% senza interventi dietetici associati.
Gli effetti benefici nell’adulto non sono, in realtà, limitati a peso e sedentarietà, è stato dimostrato, infatti, che i proprietari di cani hanno una pressione sanguigna inferiore, trigliceridi e colesterolo più bassi, minore incidenza di infarto cardiaco e maggiore resistenza allo stress.
Sembra proprio, quindi, che dall’infanzia all’adolescenza – e con effetti protettivi decisamente a lungo termine –, la presenza di un animale in casa, e in particolare di un cane, sia fonte di salute fisica e psichica e impatti fortemente sullo stile di vita di grandi e piccoli. Ovviamente, va detto che un cane rappresenta anche un enorme impegno e richiede dedizione per molti anni, pertanto è opportuno valutare seriamente la questione prima di aggiungere alle nostre famiglie un amico a quattro zampe.
Dott. Federico Mordenti
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Non dimentichiamo che il cane viene utilizzato in centri specializzati per la riabilitazione dei bambini con problemi agli arti.
RispondiEliminaA.M.