Uggiosa domenica
mattina. A stemperare un clima e un umore non tra i migliori, mio figlio e Roberto. Argomento: i carciofi
ripieni che così bene preparava mia madre e che, purtroppo, non ho più avuto
modo di gustare. Mio figlio non è tanto in confidenza con espressioni e dialetto
racalmutese. Le sue rare parole dialettali sono in nisseno, non meno pesanti di
quelle in racalmutese. Quando mi sente parlare con Roberto o con gli amici di
Racalmuto, mi dice che sembriamo arabi, stenta a comprendere.
Tutto, dicevo, nasce
dai carciofi che Roberto si apprestava a preparare con l’ausilio della moglie,
la signora Lina: “ a te, Gabriele, piacciono i carciofi ripieni?”. Risponde mio
figlio: “mai mangiati, come sono?” Non
l’avesse mai detto! Roberto, dilungandosi minuziosamente nella descrizione,
complicando quanto di più semplice possa esistere, “na cacuocciula china”,
spiega a mio figlio la ricetta, descrivendo pure la disposizione in verticale
dei carciofi nel tegame, per la cottura.
Prima domanda di
Gabriele che…..mi scoraggia : “ma come tengono in piedi questi
carciofi?”….”tagliaci lu trunzu” risponde Roberto e lì a ridere di gusto. La
descrizione prosegue sempre in maniera dettagliata elencando gli ingredienti;
per Roberto non va il pangrattato, per il sottoscritto, invece, va inserito e
impastato con olio, prezzemolo, aglio, sale, pepe e formaggio – caciocavallo, preferibilmente – Difficile smontare il sig
Salvo dalle sue convinzioni. Quando scarseggia di argomenti da controbattere,
per chiudere l’argomento a suo favore esclama: “ i carciofi a Racalmuto si fanno
così. Tu nun c’ha statu e nun lu po sapiri!”. Questo è il chiaro segnale che la
discussione è chiusa e la ricetta resta quella.
L’ho sempre pensato e
l’ho pure detto all’interessato che l’illustre medico racalmutese Marco Antonio
Alaimo aveva ragione e che i suoi studi sugli effetti patologici di legumi
coltivati in territorio di Racalmuto, sono confermati dagli
effetti che spesso noto in Roberto. Comunque, alla fine, per concludere,
Roberto rivolgendosi a mio figlio: “ Gabriele, quando avrai quasi terminato di
mangiare il carciofo, ti dirò: levaci la
varba….” e Gabriele: “ a chi?.....”
Racalmutese Fiero
Qui a Racalmuto quando c'è qualche presuntuoso o uno che "sbuccazzia" in maniera indecente, diciamo che: "SI SENTI CACUOCCIULA". Non ho mai capito il perchè.
RispondiEliminaCarissimi Salvo e Alaimo, non vi dovete avvilire, perchè non siete compresi, diceva, credo un bravissimo scrittore: " avete un dono prezioso da fare ai vostri cari e alla società: 1) alla società, la saggezza che avete maturato con le esperienze negative e positive della vostra vita!
RispondiElimina2) ai vostri cari, una fortuna, perchè i vecchi valgono un TESORO, hanno i capelli d'argento i denti d'oro, pietre più o meno preziose nei reni, i piedi di piombo e i gas nello stomaco!
meditate::::::::
Anonimo delle ore 13,29, errata corrige: Alfano e non Alaimo.
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