lunedì 19 novembre 2012

IL CASO E LA NECESSITA’


Verso metà degli anni settanta ho avuto il piacere di leggere un libro che mi ha turbato e mi ha fatto riflettere sul significato dell’esistenza e su quale fosse il senso e la spiegazione più logica possibile della vita.  Il libro si intitola “Il caso e la necessità” , l’autore è Jacques  Monod , biologo francese, premio Nobel 1965 per la medicina.

Jacques Monod, riferisce la sua teoria in ambito medico, in particolare al fenomeno evolutivo. Volendo sintetizzare al massimo e con parole semplici, possiamo dire che Monod ritiene che i cambiamenti genetici negli esseri viventi non siano dovuti a fattori esterni, ma essi avvengono al loro interno e cosa fondamentale accadono casualmente e in maniera accidentale.

Possiamo affermare, quindi, che condizioni avvenute per caso, necessariamente  causano il cambiamento del miracolo evolutivo, questa è la sola teoria compatibile con quanto osserviamo e all’esperienza che abbiamo acquisito. 

Volendo banalizzare con un esempio potremmo dire che se riproduciamo un CD moltissime volte, per una qualunque causa accidentale, prima o poi accadrà che si verificheranno degli errori di copiatura.

“DIO NON GIOCA A DADI”, scrive Albert Einstein al suo amico Bohr, “soltanto dalla limitatezza del pensiero umano nasce la necessità di dare una descrizione che prevedesse il caso”.

Bohr gli rispose dicendogli: “smettila di dire a Dio cosa fare con i suoi dadi!”, e ancora, “non solo Dio gioca a dadi, ma bara pure”.
Riflettevo se sia mai possibile applicare questa teoria di Monod al di fuori del campo genetico, alla vita di tutti i giorni, per esempio, a tutto quello che ci accade attorno, persino alla vita sociale.  Dobbiamo veramente credere che siamo alla mercé del caso per sperare di avere una mutazione?, oppure oltre alla remota speranza nel caso anche la volontà degli individui può creare le condizioni che per necessità causeranno la mutazione?

Ai posteri l’ardua sentenza. Bisogna affidarsi al caso o bisognerà essere i fautori del proprio destino determinando volutamente le condizioni necessarie perché avvenga la realizzazione delle proprie speranze?

                                                                                                                Roberto Salvo
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8 commenti:

  1. Bisogna affidarsi al caso,io la penso in questo modo.E lei Signor Salvo come la pensa? Trattasi di un argomento importante . I miei complimenti UN CORDIALE SALUTO Da un caro AMICO che molte volte non condivide alcuni dei suoi POST

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  2. La forza delle nostre gambe spesso si mescola alla forza del destino e come diceva Jules Verne "alcune strade portano piu' ad un destino che a una destinazione". Non possiamo essere totali fautori del nostro destino, ma sicuramente abbiamo i mezzi per poterlo condizionare. Se queste riflessioni le trasliamo all'attuale condizione politica, allora possiamo dire che i mezzi di cui disponiamo per condizionare il destino sono molto forti: il destino degli italiani lo hanno deciso gli italiani, come il destino di Racalmuto lo abbiamo deciso noi Racalmutesi. La Racalmuto di oggi riflette in modo impressionante i racalmutesi di oggi, nulla può essere attribuito al caso, e provando ad immaginare i racalmutesi di domani, ci appare ancora più chiara la visione della Racalmuto di Domani. Cosa potrà mai riuscire ad alterare queste dinamiche? cosa potrà mai definirsi un vero cambiamento? Solo un reale e profondo cambiamento della nostra individualità! Purtroppo non vedo nulla del genere all'orizzonte; le dinamiche comportamentali di chi si accinge oggi alla politica sono sempre le stesse, con l'aggravante di un visibile e tangibile deterioramento delle qualità e competenze politiche ed umane. Sarà forse Grillo a cambiare il destino della politica italiana? Io personalmente non ho mai provato simpatia per la gente che "urla", si può gridare ed essere rivoluzionari stando in silenzio: Sciascia Docet!

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  3. Prima di tutto, complimenti. Penso che in campo evolutivo la natura, o chi per essa, ha scelto il metodo del caso, un poco lento forse, ma evidentemente il tempo non è un problema. Temo che l’uomo già oggi è in grado di creare mutazioni genetiche, il mio timore è legato al fatto che non sono sicuro che questo essere presuntuoso, utilizzerà la scienza per prevenire malattie congenite o altre cose utili di questo tipo o non solo, ma possa essere tentato dietro lauto pagamento di garantire occhi azzurri e capelli biondi. Per quanto riguarda la società, credo che il cambiamento o il tentativo di cambiare è quasi sempre causato dalla volontà degli uomini, lo sbarco di Garibaldi in Sicilia , per esempio, ha determinato l’unità d’Italia. Certo il caso può aiutare, ma sono i popoli o le comunità che creano la propria autodeterminazione.

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  4. Sig Candido,
    secondo me non c'entra il destino con la situazione in cui versa il nostro paese, che è da attribuire ad alcune persone che pretendevano un cambiamento non valutando la reale situazione economica. Adesso ne paghiamo tutti le conseguenze. Quindi, nessun destino ma evento voluto.

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  5. La vita e il caso. Non tutto è caso, sarebbe la negazione dell'organizzazione dell'universo. L'uomo è artefice del proprio destino e della vita che scorre. Come stare su una strada e guardare lo scorrere del traffico, il passaggio dei pullman. Questo accade oltre il nostro controllo. Accade perchè deve accadere. Noi siamo gli artefici in un mondo che ci scorre intorno. Decidiamo noi, in quel mondo, in quella strada se e quando attraversare, prendere una via piuttosto che un'altra, salire su un pullman che si ferma o lasciarlo scorrere e andare via. guardare semplicemente una ragazza o decidere di affiancarla e parlare con lei. La scelta di una vita tra una miriade di vite.

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  6. La concezione laica propende per il caso, dove tutto accade senza nessun intervento dell'uomo. Dove anche la specie umana è un fortuito incontro di particelle. Poi c'è l'idea del destino: non siamo artefici di nulla in quanto tutto è stato scritto per noi e accade perchè così è deciso. Infine c'è la visione del libero arbitrio. L'uomo artefice del proprio destino, l'uomo che sceglie. Nulla è affidato al caso.

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  7. Conoscevo la teoria di Darwin il quale sosteneva che in natura le mutazioni erano dovute al tentativo naturale di adattamento all’ambiente circostante. Questa teoria di Monod, che trovo perfetta e che non conoscevo mi ha molto colpito. Per quanto riguarda la società, credo che siano i comportamenti, individuali o collettivi a causare il cambiamento, il caso può rientrarci ma molto limitatamente.

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  8. L'eugenetica, a più di cinquant'anni dalla cosiddetta deriva nazista, è ancora in grado di intimorire e dividere. Argomento molto serio e pericoloso, tutto dipende in quali mani si trova questa tecnologia e l’uso che se ne vuole fare. Nel film Blade Runner, possiamo vedere una delle possibilità in cui l’uomo può decidere di incamminarsi, con conseguenze micidiali. Incrociamo le dita dunque e speriamo bene, perché l’uomo non ha la saggezza della natura.

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