Mi rendo conto, sempre più, quanto mi manchi questo paese che divide i miei sentimenti in profondo amore e rabbia e viverlo da lontano mi fa comprendere quanto si perda e quanto poco si assapori delle cose della vita , perché qui alberga una filosofia tutta “indigena” ma vera.
Quando posso, non mi faccio certo mancare un soggiorno nella nostra Racalmuto. Mi ricarica e mi serve a comprendere meglio la vita.
Sì, proprio così, a Racalmuto, la sera, in piazza, trovi tutti: un assortimento di figure estremamente interessanti.
Durante la mia ultima visita, mi sono imbattuto in uno dei tanti amici (
non è poi difficile fare amicizia a
Racalmuto) che tra argomenti seri e
goliardici, mi ha fatto vivere un lato piacevole del paese fatto di aneddoti, congetture, curiosità.
Man mano che il mio interlocutore parlava, la mia attenzione si focalizzava
sulla sua figura; alto, tanto da obbligarmi ad alzare il capo per guardarlo in
faccia, capelli brizzolati in maniera accentuata, con una riga laterale, sguardo distante, come a
cercare le parole guardando altrove e a rendere più spontanee anche le
esilaranti battute. Mani lisce di chi non è avvezzo ai lavori manuali ma più dedito a coltivare l’intelletto. E proprio quello colpisce chi scambia due parole con questo personaggio, non a caso lo definisco
tale, la sua mente si alza oltre l’usuale sguardo di chi non comprende, o non
vuole, la differenza delle cose e ne percepisce sostanza e ragione.
Dalle sue parole traspare l’amore per il paese e la voglia di vedere quello
scatto prima, tramutarsi poi in riscatto.
Il suo parlare è pacato, lo stesso nei movimenti, attenti, mai fuori posto,
mai eccessivi. Mi rivela, ma non è poi un così gran segreto, che ha scritto lui
sul “caciummu” e che, tra il serio e il faceto, ha commentato alcuni articoli,
con sagace intelligenza, firmandosi: “Cantu e Cuntu”, “Santino Campo”, “Massimo
Agro”……
Mi parla di un’idea, che condivido e apprezzo: quella di proporsi, in
maniera costruttiva come interlocutori della commissione prefettizia, mostrando
i lati positivi dei racalmutesi (e ce ne sono tanti), illustrando i problemi e
i progetti e cercando, di comune accordo, le soluzioni.
Mi conforta sapere che c’è anche una cultura del proporre e del fare. Solo
così si può attuare quel cambiamento che tanto, ogni racalmutese, spera.
Racalmutese Fiero
Complimenti per l'articolo.Riesce sempre a fare una descrizione che fa vivere personaggi e luoghi
RispondiElimina"Mani lisce di chi non è avvezzo ai lavori manuali ma più dedito a coltivare l’intelletto. E proprio quello colpisce chi scambia due parole con questo personaggio, non a caso lo definisco tale, la sua mente si alza oltre l’usuale sguardo di chi non comprende, o non vuole, la differenza delle cose e ne percepisce sostanza e ragione.
RispondiEliminaGrazie.
Intanto ti faccio sapere che io coltivo anche altro e se non mi credi ti sfido a Cicchiruna di tinnirumi e cucuzzedda. 'nsalata triucolore pumadoru acculazzatu e cipuddra cu 'na cichiredda d'uogliu e arienu, come desser pipi friuti e milingiani cu pumadoru tumazzu e basaricò. Poi mi vuoi spiegare, a la fimminina, la frase che ho riportato in epigrafe.
Ancora Ringraziamenti. Cantu e Cuntu.
Prego. Lo definisco personaggio perchè si discosta dalla banalità e, per la sua viva intelligenza, ha una visione più conforme alla realtà, percependo la vera essenza delle cose e il loro significato.
EliminaSperiamo che oltre a sfidarmi, tu possa invitarmi, magari questa estate, ad assaggiarle queste bontà.
Buonanotte
Racalmutese Fiero