lunedì 30 aprile 2012

“ CU RESTA ARRINESCI ? “


Ho letto, sul blog dell’amico Scimè, l’articolo sull’ultimo libro di Gianni Riotta “Le cose che ho imparato” e incuriosito ho spulciato anch’io in rete, leggendo qua e là le recensioni. La convinzione che mi sono fatto è che il Riotta, nel suo libro, abbia dato una visione distorta della sua Sicilia e dei siciliani. Da una parte si legge una storia di bambino forzatamente affettata e piena di forme e di azioni che non convincono il lettore attento; molte scene sembrano messe lì più per colpire che per raccontare una verità vissuta. Dall’altra si legge la voglia di un Riotta di estendere le sue capacità giornalistiche (per la verità sempre asservite ora a questo ora a quel potente), oltre i limiti di una terra che rischia di dare poco a chi ha più che ambizioni, voglia di arrivismo. E questo lo si percepisce scrutando l’intimo dello scrittore che sogna fin da bambino la “Merica”, come lui stesso scrive. Infine, come a tacere un senso di rimorso di una persona che avverte di aver tradito una terra che gli appartiene o, meglio lui appartiene a questa terra, parla del padre, giornalista anche lui, che gli ha dato l’imprinting che Riotta non ha mai tradito, che ha sempre coltivato, tanto da reputare che la differenza tra lui che è andato via e il padre che è rimasto, non ci sia.

“ Chi esce riesce ma chi non esce riesce se esce da certi schemi, pregiudizi…..:”

Questa è l’unica frase vera: uscire non tradendo quella che è l’appartenenza, non rinnegandola e non ostentare un successo avuto fuori dalla tua terra. Rimanere elevandosi oltre i confini di un paese, un quartiere, una casa. Capire che la mente deve spaziare. Uscire, riuscire ma non dimenticare e fare, se si può fare, per la nostra terra, quello che possiamo fare.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

sabato 28 aprile 2012

Ogni limite ha una pazienza


Totò
(Antonio de Curtis)
Attore, comico, sceneggiatore e poeta italiano
Napoli 1898 - Roma 1967





Spesso siamo infastiditi da persone che vorrebbero sottometterci al loro volere, senza rendersi conto che il miglior modo per onorare il nostro prossimo è quello di mostrare  disponibilità e gentilezza d’animo. Molti vogliono imporsi con cattiveria, non rendendosi conto dei loro errori ma reputando i propri simili ad un livello inferiore. In questo caso assistiamo a veri eccessi di tracotanza che ci disturbano e ci mettono nella condizione di porre una debita distanza tra noi e la persona arrogante. Può capitare, però, che nonostante mostriamo signorilità, garbo e non prestiamo fianco alle continue insolenze altrui, la persona superba oltre ogni limite, continui ad infastidirci.Cito, di seguito, alcune frasi di autorevoli personaggi che definiscono con meticolosa precisione questi fastidiosi individui:

L’arrogante, mentre crede di imporsi con la forza, in realtà è schiavo di se stesso e non ha intelligenza per valutarsi e definirsi.(Domenico Sigalini)

L’uom superbo si pone sopra gli altri, e crede che gli si debba ogni cosa; gli altri, per lo contrario, lo mettono nell’ultimo grado, né gli concedono nulla. (Confucio)

Cosa fare in tal caso, direte voi?
A me piace, oltre le citazioni precedenti, riprendere più modestamente, forse, ma in maniera senz’altro più efficace, una battuta del grande Totò, al secolo Antonio De Curtis, da usare nel caso ci si imbattesse in questi arroganti, presuntuosi, tracotanti individui:

“ Lei è un cretino, s'informi ! ”

Racalmutese Fiero




Stampa il post

venerdì 27 aprile 2012

RISSA CON CALOGERO TAVERNA


Da una settimana, circa, a qualunque ora, squilla il mio cellulare. Dall’altra parte è il dott Calogero Taverna: “Totuccio, controlla tutto, vai, documentati, riprendi, fotografa, tienimi informato, perché se le cose non verranno fatte come si deve, vengo a Racalmuto e faccio un finimondo!”
Il nocciolo della questione è la fontana settecentesca, “a Funtana”, all’inizio non dai nove, ma dai sette cannoli e, più precisamente, i vasi che stavano sopra ad essa e che un artigiano, sta confezionando a precisa somiglianza degli originali, uno dei quali fu rubato (l’altro conservato).
Il mio amico Taverna sostiene che in origine, la fontana si fregiasse di tre vasi. E qui sta il motivo del contendere, in quanto, sono certo, che invece i vasi fossero due.
Ma nulla da fare, con modi irritati, il dott Taverna si ostina nella sua teoria e per sostenere tale ipotesi, mi fornisce una foto, databile circa 20/25 anni fa, giacchè vi appare un manifesto elettorale dell’allora candidato Lauricella. Nella foto è ripresa la fontana con tre vasi. Ma il dott Taverna dimentica, o forse non sa, che allora fu uno dei fratelli Martorelli a porre in alto il vaso originale al centro e altri due vasi, di sua produzione, ai lati, stravolgendo, così, l’aspetto originale.
A conferma di tutto ciò, porto a testimonianza una foto tratta dal libro: “RACALMUTO Memorie e Tradizioni” di Nicolò Tinebra Martorana del 1897, dove, in fondo all’appendice “Immagini” vi è una fotografia della Fontana, databile fine ottocento.
Chiunque avesse qualcosa da controbattere, aggiungere, eliminare, sarò ben lieto di ascoltare.

Totuccio Palermo
Stampa il post

IL RUOLO DELLE DONNE NELLA SOCIETA’ MODERNA: INVOLUZIONE?


Il Paese attraversa un momento di profonda crisi, anche e soprattutto dal punto di vista della politica, tanti i motivi e troppi gli aspetti in cui il disagio si riflette. Nell’ultimo periodo, molte donne sono state coinvolte, in prima persona, in situazioni poco edificanti. Le donne, a cui prima e per molto tempo è stato impedito, persino il diritto al voto e che, in seguito, hanno avuto ampi riconoscimenti, potrebbero interpretare con confusione il loro ruolo oggi nella società. Il loro impegno parte da molto lontano. Esse hanno conquistato, con numerose battaglie, a volte lentamente ma sempre inesorabilmente, un ruolo paritario nella conduzione delle pubbliche amministrazioni, esercitando, con la loro presenza, il rispetto dello spazio politico. Non dimentichiamo il movimento femminista degli anni 70 e, in generale i movimenti delle donne presenti in vari gruppi politici, associazioni, sindacati fino ai successivi organismi di parità. Una nuova politica non può prescindere dall’affrontare in modo strutturale e decisivo il tema della parità in genere e delle pari opportunità per i giovani. A patto che ogni rappresentanza apicale sia confortata da una solida preparazione e da una indiscutibile professionalità. Vorremmo evitare che l’introduzione delle quote rosa, possa aprire le porte, in posizioni di vertice, a rappresentanze poco preparate ma che possano emergere per forza e capacità proprie. Solo così facendo la società dimostrerà di essere al passo con i tempi e potrà proiettarsi verso orizzonti internazionali.

Racalmutese Fiero

Stampa il post

giovedì 26 aprile 2012

FILOSOFIA RACALMUTESE



 Mi rendo conto, sempre più,  quanto mi manchi questo paese   che divide i miei sentimenti in profondo amore e rabbia e viverlo da lontano mi fa comprendere quanto si perda e quanto poco si assapori delle cose della vita , perché qui alberga una filosofia tutta “indigena” ma vera.
Quando posso, non mi faccio certo mancare  un soggiorno nella nostra Racalmuto. Mi ricarica e mi serve a comprendere meglio la vita.

Sì, proprio così, a Racalmuto, la sera, in piazza, trovi tutti: un assortimento di figure  estremamente interessanti.

Durante la mia ultima visita, mi sono imbattuto in uno dei tanti amici ( non è poi difficile  fare amicizia a Racalmuto)  che tra argomenti seri e goliardici, mi ha fatto vivere un lato piacevole del paese  fatto di aneddoti, congetture, curiosità.

Man mano che il mio interlocutore parlava, la mia attenzione si focalizzava sulla sua figura; alto, tanto da obbligarmi ad alzare il capo per guardarlo in faccia, capelli brizzolati in maniera accentuata, con una  riga laterale, sguardo distante, come a cercare le parole guardando altrove e a rendere più spontanee anche le esilaranti battute. Mani lisce di chi non è avvezzo ai lavori manuali ma  più dedito a  coltivare l’intelletto. E proprio quello  colpisce chi scambia due parole con  questo personaggio, non a caso lo definisco tale, la sua mente si alza oltre l’usuale sguardo di chi non comprende, o non vuole, la differenza delle cose e ne percepisce sostanza e ragione.

Dalle sue parole traspare l’amore per il paese e la voglia di vedere quello scatto prima, tramutarsi poi in riscatto.

Il suo parlare è pacato, lo stesso nei movimenti, attenti, mai fuori posto, mai eccessivi. Mi rivela, ma non è poi un così gran segreto, che ha scritto lui sul “caciummu” e che, tra il serio e il faceto, ha commentato alcuni articoli, con sagace intelligenza, firmandosi: “Cantu e Cuntu”, “Santino Campo”, “Massimo Agro”……

Mi parla di un’idea, che condivido e apprezzo: quella di proporsi, in maniera costruttiva come interlocutori della commissione prefettizia, mostrando i lati positivi dei racalmutesi (e ce ne sono tanti), illustrando i problemi e i progetti e cercando, di comune accordo, le soluzioni.

Mi conforta sapere che c’è anche una cultura del proporre e del fare. Solo così si può attuare quel cambiamento che tanto, ogni racalmutese, spera.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

LE RICETTE DI RURU' -" LI PURPETTA DI CRITA"

Torna la rubrica di antiche ricette racalmutesi, curata dalla nostra amica Rurù.
Ingredienti:
1/2 kg di pane casareccio raffermo, tassativamente di Racalmuto!
3 uova
100gr di formaggio pecorino grattugiato
1 spicchio di aglio
menta
sale 
pepe

Fare ammollare il pane nell'acqua. Strizzare e condire con le uova, il pecorino grattugiato, l'aglio a pezzetti, abbondante menta, sale e pepe.
Amalgamare bene il tutto e formare delle polpette, schiacciandole un po'. A piacere, le polpette così formate, si possono infarinare leggermente.
Mettere in una padella di ferro una quantità moderata di olio di oliva (le polpette non vanno immerse nell'olio).
Friggere quando l'olio è caldo, non bollente. Far dorare da ambo le parti e.....
Buon appetito da Rurù!

Stampa il post

mercoledì 25 aprile 2012

AUGURI PADRE MARTORANA

Oggi, l'arciprete Martorana festeggia i 50 anni di servizio sacerdotale, inteso come  promessa pastorale nei confronti della collettività.
Auguriamo a Padre Martorana di mostrare sempre impegno e adoperarsi  per la soluzione dei problemi del paese e della  comunità racalmutese.


Oggi, 25 aprile, è la Festa della Liberazione.Ci piacerebbe, interpretando sicuramente  anche il pensiero di don Diego, che fosse  liberazione da tutte le tirannie, i soprusi e le disparità che angosciano il mondo.
Stampa il post

lunedì 23 aprile 2012

CONSIGLI PER IL TUO BEBE' - LE PROTEINE NEI PRIMI ANNI DI VITA

Nei primi anni di vita, quando la crescita in peso e statura è estremamente veloce, il bisogno energetico e proteico è maggiore. Comunemente viene posta molta attenzione, soprattutto negli ultimi anni, perché i nostri bambini assumano le giuste quantità e la giusta qualità di zuccheri e grassi senza eccedere, ma difficilmente, se non da parte degli addetti ai lavori, si fa caso a  quante e quali proteine assumono i nostri bambini sin dalla più tenera età.
Le proteine sono fondamentali a tutte le età, ma soprattutto in età pediatrica, perché rappresentano “i mattoni” che il nostro organismo utilizza per costruire i nuovi tessuti e riparare quelli danneggiati. Le proteine hanno un turnover giornaliero e, al contrario dei grassi e degli zuccheri, non esistono organi in cui possono essere conservate per poi, se introdotte in eccesso, utilizzarle quando servono.
Contrariamente a quanto ritenuto dai genitori, la quantità di proteine che è necessario assumere sin dai primi mesi di vita non è altissima, e, negli ultimi anni, le stime dei fabbisogni sono state rivalutate e ridotte drasticamente.
Le proteine assunte con l’alimentazione possono essere di origine animale (carne, pesce, uova, latte e derivati) o di origine vegetale (cereali, legumi, frutta secca). È consigliabile dividere al 50% l’apporto di proteine animali e vegetali.
Ma queste raccomandazioni sono conosciute e vengono rispettate?
Mentre nel Terzo Mondo le carenze alimentari determinano anche un deficit di assunzione di proteine, situazione ancora presente nei bambini italiani fino agli anni ‘50, il problema emergente oggi nei paesi ricchi è la malnutrizione per eccesso anche  di proteine.
La cosa grave è che se all’eccesso calorico ormai fanno caso anche i genitori, all’eccesso proteico non si fa caso, anzi si ha sempre paura che il nostro bambino possa mangiare poca carne o poco pesce, ecc.
L’eccessiva assunzione di proteine nei primi anni di vita, oltre a determinare danni acuti come un eccessivo carico renale e  una perdita di calcio con le urine, aumenterebbe nel tempo il rischio di sviluppare sovrappeso ed obesità.
Alcuni autori hanno evidenziato che, se la mamma durante la gravidanza assume troppe proteine, il feto alla nascita ha un numero maggiore di cellule di grasse (adipociti), altri studi hanno evidenziato che se  il bambino assume troppe proteine nei primi anni di vita si determina un ulteriore aumento degli adipociti, un aumento del grasso e un precoce “adiposity rebound” cioè quell’aumento del BMI che, normalmente, deve avvenire tra i 5 e i 6 anni, e che se invece si verifica prima determina un aumento del rischio (anzi la quasi certezza!) di obesità in epoche di vita successive.
Ma quali  possono essere gli errori che determinano un’eccessiva assunzione di proteine e in particolare di proteine animali?
L’introduzione nella dieta del latte vaccino prima dell’anno di vita; un divezzamento troppo precoce o, ove questo sia iniziato regolarmente, quantità eccessive per l’età di carne, pesce, formaggi (ad esempio quante volte aggiungiamo alla pappa in cui è gia presente la carne, il pesce o legumi uno o più cucchiai di parmigiano?), quantità che tendiamo ad aumentare  con la crescita del bambino.
Dunque, care mamme proviamo a pensare e a convincerci che frequentemente noi adulti tendiamo a sovrastimare le reali necessità per una crescita  regolare dei nostri bambini ed anche nel caso delle proteine riduciamo con serenità le porzioni di tutti grandi e piccini.

Dott.ssa Assunta Martina Caiazzo 

Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione



Stampa il post

domenica 22 aprile 2012

DON LUIGI FANTAUZZO (ZAMMITU)

ZAMMITO :  Zammito è ben presente in Sicilia ad Aragona nell'agrigentino ed a Palermo, Valledolmo, Termini Imerese e Carini nel palermitano, potrebbero essere di origine maltese e derivare da un soprannome per compagno del cuore, ma non si può escludere una derivazione dal nome ebraico Zaham.

E proprio “Compagno del Cuore” si addice a don Luigi Fantauzzo, una figura autenticamente racalmutese che mi piace ricordare.

Il suo aspetto era vagamente “hitchcockiano”, dai movimenti lenti, misurati, gli occhi piccoli, chiari,dallo sguardo sfuggente denotava, però, un animo mite.Naso piccolo, una corona di capelli bianchi sulla nuca e ai lati del capo, basso di statura, robusto, pancia prominente.

Stava dietro un bancone di legno, nella sua bottega posta in via Garibaldi, dove si accedeva superando un gradino in pietra. La porta, grigia, di legno, con il buco per una chiave di ferro , adesso antica, che apriva una serratura indistruttibile. Alle sue spalle, leggermente in disparte, stava la moglie (non ne ricordo il nome).Don Luigi portava sempre un camice grigio .La bottega era illuminata dalla luce che proveniva dall’ampia porta. Facevano bella mostra, dietro al bancone,enormi  forme di mortadella e grandi “pezze di n’cannistratu”. Erano le cose più buone che avessi mai assaggiato. Non so se, bambino, vedessi io le pezzature grandi o fosse perché, piccolino, mi apparivano così.

Quando si entrava nella bottega di don Luigi, venivi investito da un profumo che percorreva il naso, arrivando alla pancia, fino a risalire alla gola e che ti faceva quasi percepire il sapore di quello che, a breve, avresti addentato.

La mattina, mia nonna mi dava qualche soldo ed io deciso, indirizzavo i miei passi verso “Zammitu”.Prima tappa, il panificio di Totò  Baiamonte  posto nella piazzetta tra il negozio di  Agrò e all’angolo, la tabaccheria di Giugiu Cavaleri. Acquistavo il pane caldo e quasi mi precipitavo da don Luigi.

Fatta la mia richiesta, aspettavo che “Zammitu”, con movimenti lenti e rigorosamente con un grande coltello, affettasse la mortadella e la disponesse, insieme a “lu n’cannistratu” tra il pane caldo.Durante queste lunghe manovre e con la costante presenza della moglie, don Luigi cominciava a snocciolare le domande: “ Tu cu si? A cu appartieni?, cuomu ti chiami? di cu si figliu? Unni sta?” Diligentemente rispondevo a tutto, per nulla infastidito ma i miei occhi rimanevano fissi sulla mortadella e su quel pane che, presto, avrei divorato più per gola che per vera fame. Qualche spicciolo messo nella sua mano, sempre pochi rispetto  a quanto ricevuto e finalmente, dopo aver salutato ed essere uscito, potevo gustare quanto desiderato.

Don luigi Fantauzzo,“Zammitu”, se n’è andato  il 2 giugno del 1995 all’età  di  94  anni.

Mi piaceva ricordarlo.

Ovunque tu sia, don Luigi, grazie per avermi regalato la mortadella più buona che io ricordi, il miglior “n’cannistratu” e la dolcezza con cui condivi il tutto.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

sabato 21 aprile 2012

E SE IO FOSSI……


Supponiamo che io fossi un giornalista e supponiamo che, oltre a collaborare per famosi network, volessi cimentarmi, magari imitando altri, nello scrivere libri e, perché no, portare queste storie in teatro con una speranza anche verso il piccolo schermo.
Supponiamo che le mie radici fossero al sud, terra magnifica, contraddittoria, arsa dal sole, bruciata dal sale, con tanti problemi: lavoro, giovani, criminalità, scarse strutture.
Supponiamo che tra le mura di una stanza, di un ufficio, magari lontano da quella terra martoriata, dovessi decidere soggetto, trama, filone da seguire e supponiamo che, dopo attenta analisi, valutando quello che viene maggiormente letto, per morbosa curiosità per lo più, ma anche per interesse, decidessi di scrivere di criminalità organizzata.
Supponiamo, sempre per ipotesi, che, così facendo, mostrassi  interesse, attaccamento per la mia terra e che venissi identificato come quel giornalista che viene da una paese “complicato”, che si interessa ai problemi degli stanziali, facendo intendere che tanto potrebbe fare parlando degli aspetti negativi, portandoli a conoscenza del resto del Paese, dove ci sono le persone che contano, che sono sensibili a tali eventi e che, volendo, potrebbero far qualcosa per una terra arsa dal sole, bruciata dal sale.
E supponiamo, ancora, che mi accorgessi che tale filone è quello che prende piede, che scrivere di “certe cose”, rende…..
Avrei risolto tante cose e avrei ottenuto ciò per cui avessi deciso di scrivere.
Sì, perché scrivere, soprattutto, della cultura della morte e non di quella della vita, vende. Non importa se, così facendo, si condanna inesorabilmente e per sempre una terra, non importa se questa, sarà sempre identificata come terra della mafia. Non importa se in un’esistenza ci sono i due aspetti: la morte e la vita, che stanno lì, in situazione paritaria, aspettando che la nostra ragione propenda verso il bene, verso la vita. Non vende parlare delle cause che generano la criminalità, e cioè il disagio sociale, la mancanza di lavoro, la disperazione. Non vende parlare della cultura della vita di una terra scaldata dal sole, ricca di sale, dove l’agricoltura potrebbe essere fiorente, dove ci sono le saline, c’erano le miniere di zolfo. Dove  anche l’archeologia potrebbe essere un filone da sfruttare, una terra di castelli, di tradizioni, di storie di salinari e zolfatai. Una terra di arte e di cultura. La terra della ragione, già…..Sciascia descrive quanto fosse lontana la vita di questa terra dalla ragione. Non certo, quindi, il paese della ragione, ma lontano da essa.
Ma io non sono un giornalista, malgrado tutto e meno male per voi, non sono uno scrittore e non posso fare, per questa terra arsa dal sole e bruciata dal sale, nulla se non parlare e parlare, cercando di sensibilizzare e far riflettere chi mi ascolta.Per evitare, come scrisse il tanto nominato Sciascia, chiamato confidenzialmente “Nanà” da molti che si arrogano una fraterna amicizia o un'improbabile parentela, di fare la figura del deputato che dopo aver ascoltato i salinari e aver mostrato una indicibile sofferenza per i loro racconti, partì lasciando solo una lampada rotta.

Racalmutese Fiero
Stampa il post

venerdì 20 aprile 2012

L’ABUSO DI ALCOL TRA I GIOVANI


Mi è capitato, durante il mio soggiorno a Racalmuto, di vedere poche persone in piazza e molti giovani affollare i bar e bere in maniera smisurata. Viviamo una società frenetica e ossessiva, spesso votata all’eccesso. Mentre l’esistenza comincia pian, piano a svuotarsi, cerchiamo il modo e il mezzo di riempirla. In fin dei conti è proprio di questo che ognuno di noi ha bisogno: trovare il modo per colmare una voragine che aumenta sempre di più nel nostro animo col passare del tempo. Per i giovani, purtroppo più spesso adolescenti, la via migliore è rappresentata dall’alcol che permette di zittire un assordante silenzio che c’è dentro  ognuno di questi ragazzi. Le più grandi multinazionali di bevande alcoliche puntano sui giovani, una fascia di mercato di notevole importanza numerica e influenzabile. E sembra che questa strategia funzioni,  infatti  il consumo di bevande alcoliche tra i giovani, cresce vertiginosamente, non solo, l’età dei ragazzi che si avvicinano all’alcol cala spaventosamente. Molti si chiedono perché i giovani bevono  così tanto.  Alcuni sostengono che lo fanno “per moda”, per non essere da meno rispetto ai loro coetanei, altri puntano il dito sull’eccesso di insicurezza che porta gli adolescenti a cercare di vincere questa timidezza Allarmante è il fatto che i giovani non si sentano minimamente intimoriti nemmeno dalla conoscenza dei devastanti effetti provocati dall’alcol. Col passare del tempo, si fa sempre più impellente la necessità di colmare quel vuoto che fa da sfondo all’esistenza e l’alcol aiuta a combattere questa percezione di mancanza, perché la noia è un problema di vitale importanza, giacché la maggior parte delle azioni negative, gli eccessi, derivano  dalla paura di annoiarsi. La noia crea il vuoto che affligge i giovani che abusano di alcol per questa sensazione di irrequietezza e ricerca di riempire un’esistenza. Sì, perché anche la solitudine spaventa essendo parte di quel vuoto adolescenziale. Tanti giovani rifiutano se stessi, emulano altri, questo comporta la sensazione di essere ridicoli e per non sentirsi tali abusano di alcol. Aiutiamo i giovani, i nostri figli, a sconfiggere il vuoto che avvertono  e insegniamo loro a stare bene con se stessi. Solo così potremo aiutarli davvero e infondere in loro fiducia e sicurezza.
 Racalmutese Fiero

Stampa il post

IL NUOVO LOOK DI CASTRUM RACALMUTO DOMANI - THE NEW LOOK OF TOMORROW CASTRUM RACALMUTO

Accogliendo i suggerimenti di molti nostri lettori, che ringraziamo per i commenti, abbiamo provveduto a evidenziare maggiormente i collegamenti ai siti  posti a destra degli articoli e che prima si leggevano con difficoltà, Abbiamo, inoltre, creato un collegamento all'agenzia ANSA, con notizie aggiornate dell'ultima ora a carattere locale e nazionale. In alto a destra, si possono visionare foto di Racalmuto in vari periodi che offrono uno spaccato di vita del paese. Adesso il blog Castrum Racalmuto Domani è su Twitter e su Facebook. Siamo sempre disponibili ad accogliere altri suggerimenti, sperando che le modifiche apportate siano di vostro gradimento.


In accepting the suggestions of many of our readers who appreciate your feedbackwe proceeded to pull out more links to places to the right of the articles and that before you read with difficultywe havealso created a link to the agency ANSAwith news date of the last hour on a local and nationalTop rightyou can view photos in variousperiods of Racalmuto that offer a glimpse of life in the countryNow the blog Castrum Racalmuto Tomorrow is on Twitter and on Facebook. We are always willing to accommodate other suggestions,hoping that the changes are to your liking.





Stampa il post

giovedì 19 aprile 2012

IL BLOG COMPIE UN MESE -THE BLOG MAKES A MONTH


Ciao a tutti,

Oggi il blog  Castrum Racalmuto Domani, compie un mese. Abbiamo iniziato questa avventura con l’intento di fornire una visione della realtà racalmutese da un altro punto di vista e cioè, da un' angolatura scevra da influenze partitiche ma più obiettiva possibile, magari pungente, a volte tagliente, con un pizzico di ottimismo e una buona dose di realismo.Ce l’abbiamo messa tutta per riuscire nell’intento .Tanto vogliamo ancora fare e, col vostro aiuto, speriamo di riuscirci.Il blog è stato visitato 2914   volte. E’ un successo! Considerando, anche, che altre iniziative simili sono già presenti in rete da diverso tempo. Ma noi, come abbiamo sempre detto, non vogliamo essere in concorrenza con nessuno.Ognuno deve seguire la propria strada e pensiamo che più espressioni rappresentino un modo democratico e costruttivo del fare per il bene del Paese. In questo mese ci sono stati numerosi avvenimenti; da un timido inizio di campagna elettorale, al decreto del Presidente della Repubblica col quale veniva sciolto il consiglio comunale. Dalla nomina della “Triade Capitolina”, alla visita del ministro degli interni Anna Maria Cancellieri, una pagina poco edificante per la comunità racalmutese, magnificamente titolata da Pippo Picone, in un suo articolo: “Il ministro degli interni tra i briganti di Racalmuto”.E infine, l’insediamento dei tre commissari prefettizzi, Gabriella Tramonti,che contemporaneamente riceve l’incarico anche a Marano di Napoli, Enrico Galeani, Emilio Saverio Buda.

In questo mese di attività abbiamo pubblicato 47 Post e ci siamo occupati di politica, attualità, storia, tradizioni, cultura.

Ci siamo anche rivolti ai nostri amici emigrati all’estero, con la speranza di fornire  un’istantanea di Racalmuto e far percepire loro il calore e l’affetto dei racalmutesi

Ci piacerebbe ricevere suggerimenti o anche critiche che possano farci migliorare e rendere il blog più vicino alle vostre esigenze.

Indirizzate i vostri scritti a: castrumracalmutodomani@gmail.com

Visitate il blog all’indirizzo: www.castrumracalmuto.blogspot.it

GRAZIE A TUTTI E UN ARRIVEDERCI A PRESTO!

Hello everyone,

Today the blog Tomorrow Racalmuto Castrum, takes a month. We started this adventure with the intent to provide a vision of reality racalmutese from another point of view, namely, by an angle free from partisan influences, but as objective as possible, maybe biting, sometimes sharp, with a hint of optimism and a good dose of realismo.Ce we put them all to do so. So we still want to do and, with your help, we hope to riuscirci.Il blog has been visited 2914 times. It 'a success! Considering, also, that other similar initiatives are already in the network for some time. But, as we have always said, we do not want to be in competition with nessuno.Ognuno must follow its own path and we think that more expressions represent a constructive and democratic way of doing for the good of the country. In this month there have been numerous events, from a tentative beginning of election campaign, the decree of the President of the Republic with which the city council was dissolved. The appointment of "Capitoline Triad", the interior minister to visit Anna Maria Cancellieri, an edifying page for the community racalmutese beautifully titrated by Pippo Picone, in his article: "The interior minister among the brigands of Racalmuto". And finally, the establishment of the three commissioners prefettizzi, Gabriella Tramonti, which also simultaneously receives an order in Marano di Napoli, Enrico Galeani, Emilio Saverio Buda.

In this month of activity, we published 47 posts and we dealt with politics, current events, history, traditions, culture.

We also turned to our friends living abroad, hoping to provide a snapshot of Racalmuto and make them feel the warmth and affection of racalmutesi.

We would love to receive suggestions or criticisms that may make us better and make the blog more closely to your needs.

Address your written: castrumracalmutodomani@gmail.com

Visit the blog at: www.castrumracalmuto.blogspot.it

THANKS TO ONE AND ALL SEE YOU SOON!
Stampa il post

IL BICCHIERE MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO?


Considerati due atteggiamenti opposti con cui ci si pone di fronte alle questioni della vita, l’ottimismo e il pessimismo peccano entrambi di superficialità d’analisi.Mentre l’ottimista si aggrappa agli aspetti positivi, il pessimista considera solo quelli negativi. . Il primo si getterà a capofitto in qualsiasi impresa, prendendo spesso grandi delusioni e sconfitte, mentre il secondo si asterrà dal buttarsi in qualsiasi impresa, perdendo qualsiasi occasione favorevole. Però, l'ottimista socialmente risulta una persona gradevole, confortante, positiva, così come il pessimista è scostante, deludente, poco piacevole. Sarebbe facile concludere che è meglio essere ottimisti, dimenticando che tra i due aspetti l’ottimismo e il pessimismo, esiste una via mediana. Come dire che va considerata la ricerca del giusto equilibrio, della cosa più saggia, della competenza, sviluppando sempre di più le proprie capacità d'analisi e di sintesi, oltre alla profonda conoscenza dei fatti; parliamo di "realismo" o "razionalità", che ci ispira per realizzare progetti realmente percorribili con le forze in gioco, senza eccesso di illusioni e senza rinunce deprimenti.Essere realista significa tenere i piedi per terra, sapere valutare bene situazioni e persone, non lasciarsi trascinare da ventate di infondate speranze, così come non essere prevenuti e ostili verso qualsiasi giudizio o decisione. In altre parole essere realisti significa saper fare al meglio qualsiasi valutazione.Naturalmente nessuno può essere perfetto e qualche scivolata verso l'ottimismo o il pessimismo è sempre possibile, ma tutto cambia se si tiene a mente che tra questi due estremi dobbiamo cercare sempre la via mediana, quella delle corrette valutazioni, quelle dello sforzo d'apprendimento.Concludendo, l'ottimista è il funambolo pronto ad attraversare la corda d'equilibrio a 10 metri dal suolo, sfidando il destino e contando sulle sue capacità. Il pessimista è quello che non ci prova neppure, precludendosi l'avventura. Il realista, invece, è quello che si diverte a sfidare il destino, ma solo dopo essersi assicurato che sotto la corda ci sia una bella rete di protezione!
Stampa il post

mercoledì 18 aprile 2012

LA RINASCITA DI RACALMUTO


Con la visita del ministro degli interni Cancellieri e l’insediamento della commissione che amministrerà il comune, per Racalmuto inizia una nuova epoca, soffia un vento di cambiamento, di rinascita.
La città è più forte, più sicura ,lo Stato ha fatto sentire la propria vicinanza, ora tocca ai cittadini , tocca a noi essere parte integrante di questo cambiamento,essere noi protagonisti del nostro futuro.
Se siamo giunti a questo punto non può essere solo colpa di Petrotto, ma io ritengo che hanno maggiori  responsabilità tutti quelli che hanno governato e foraggiato, nel tempo, questi anni incriminati di attività amministrativa(Pettrottismo).
Sono stati anni in cui si sono alternate forze di varia estrazione politica, dalla destra alla sinistra (pd-pdl..).
Una classe dirigente insensibile ai problemi veri della città, ha pensato solo alla gestione del potere, alla poltrona, al proprio orticello elettorale.
Questi consiglieri comunali hanno grande responsabilità in tutto questo sfacelo amministrativo a diverso titolo nei diversi anni.
Non so se le loro dimissioni avrebbero evitato tutto questo, di sicuro sarebbero state un gesto di grande responsabilità e sensibilità, avrebbero comunque dato discontinuità all’attività politico-amministrativa incriminata, considerato anche il fatto che più volte alcuni consiglieri avevano annunciato le loro dimissioni a parole ,infatti sono rimasti attaccati alla poltrona-gettone di presenza-potere , un bel trittico di coerenza.
Ma ora tutto questo è alle spalle, bisogna guardare al futuro che ci aspetta con rosee aspettative.
La parte sana di Racalmuto deve accogliere l’invito del ministro Cancellieri e far sentire la propria voce per una rinascita del nostro paese, senza tentennamenti.
Il popolo di Racalmuto deve sentirsi rappresentato dalla commissione che si è insediata. Spira un vento di novità, di pulizia, di freschezza.
La rinascita riparte da qui, ricostruiamo un paese migliore.

Giuseppe Brucculeri

                                                                                                                                          

Stampa il post

martedì 17 aprile 2012

LE RICETTE DI RURU' : " Li spingi di San Giuseppe" (RECIPES RURU’: "They push of St. Joseph" - For our friends emigrated)


Ingredienti:

acqua 250 ml
un pizzico di sale
2 cucchiaini di zucchero
strutto 100 gr.
farina 00 q.b.
uova 8
un bicchierino di brandy
zucchero a velo
cannella
olio

Mettere sul fuoco un tegame antiaderente con l’acqua, il sale, lo zucchero, lo strutto. Quando il tutto bolle, versare a poco, a poco la farina, fino a quando si ha un impasto omogeneo ma non troppo liquido. Togliere dal fuoco e versare in una grande ciotola, far intiepidire e aggiungere le uova, uno alla volta. Lavorare l’impasto aggiungendo alla fine il brandy. Fare riposare qualche minuto. A questo punto prendere l'impasto con un cucchiaio o, se li spingi si vogliono piccoli, con un cucchiaino e  friggere in olio caldo ma non bollente. Girare li spingi mentre friggono con una forchetta e, appena dorati, scolarli e adagiarli su  carta assorbente. Sistemare su un vassoio e spolverare con zucchero a velo e cannella.

Buon appetito da Rurù


Ingredients:

water 250 ml
a pinch of salt
2 teaspoons of sugar
lard 100 grams.
00 flour q.b.
8 eggs
a small glass of brandy
icing sugar
cinnamon
oil

Heat up a pan with water, salt, sugar, lard. When the mixture boils, add, little by littlethe flour until you have a smooth paste but not runny. Remove from heat and pour into a large bowl, let cool and add eggs, one at a time. Knead the dough by addingat the end of the brandy. Let rest a few minutes. Now take the dough with a spoon or, if you want to push them small, with a spoon and fry in hot oil, but not boiling.Turn and push them with a fork and fry just golden, drain and adagiarlisu absorbent paper. Arrange on a platter and sprinkle with powdered sugar and cinnamon.

Enjoy your meal by Rurù
Stampa il post

NOTIZIE DAL COMUNE DI RACALMUTO


Oggi riunione al Comune dei tre commissari.Presente, anche, il dott Petralia.Tra le imminenti incombenze della triade prefettizia, quella di individuare personaggi rappresentativi che svolgeranno il ruolo di dirigenti le varie sezioni del Comune.Nuova nomina, intanto, per Gabriella Tramonti a Marano di Napoli. Non è detto che questo comporti la decisione di lasciare Racalmuto.Infatti,non esiste limite al numero di incarichi di commissario straordinario cumulabili dalla stessa persona. 
Stampa il post

TRADITIONS IN MEMORIES OF A CHILD (For our friends emigrated)


My childhood memories are tied to Racalmuto and Sundays spent with my grandparents, free to rummage around and everywhere in the house on the first floor, the "Purgatory". I seemed to discover the treasures and objects that were not touched, for me, usuali.Girare the rooms had an indescribable flavor that did come out all the enthusiasm of bambina.Aspettavamo cousins ​​who came later and the euphoria was irrepressible . My grandmother, with her black apron, stood in the kitchen, preparing them cavati.Non let anyone get close to "lu scanaturi ", where she, with skilled hands and nimble, then kneaded and formed those little dots of dough rigirata.Noi Children, in silence, we were looking at those bony fingers with speeds incavavano impasto.Alla rectangles of order, made to secure them gouged out, her grandmother allowed us to play with a little 'of farina.Sul stove muttered, in a glazed pot , spread the sauce, the whole house, the smell of tomatoes and sour denso.Per the room, hoping to get something, the usual cat that wandered, getting too close, was banished getting the inevitable "iiiisssiiii." While we children we played the grown-ups told the latest news in the country, mostly pettegolezzi.Alla end always ended with the news about who had died, when and come.Nel while in another room, where a brazier was burning "lu ginisi ", you set the table, a white tablecloth that my aunts were circling in the air and make it fall on the wooden table spesso.Mia mother disposal plates, cups and posate.La grandmother, in a deep pot with boiling water, slid the dough that gave off the odor of farina.Quando was time to drain it, we children were turned away because we could scottarci.Finalmente dishes were filled and all sat around the table to enjoy them cavati.L 'happiness, due to the happiness of being together, enriched a dish was Buo tanta.La grandmother, caring, rather than eat, was to make sure our plates were full enough or that we wanted another porzione.Allora the party was represented by the fact that the family riunisse.Le few things made us happy even though many things were missing. But I still remember a dish of gouging, the serenity of my grandmother, the happiness of all.


Rurù

FROM TODAY TAKES THE WAY THE NEW BOOK OF RECIPES PREPARED BY OUR OLD FRIEND RURU '. NEED TO NOTIFY ANYONE OLD OR CURRENT COURSES CAN 'DO IT TO WRITING: castrumracalmutodomani@gmail.com
Stampa il post

LE TRADIZIONI NEI RICORDI DI UNA BAMBINA


I miei ricordi di bambina sono legati a Racalmuto e alle domeniche trascorse coi miei nonni, libera di girare e rovistare ovunque nella casa posta al primo piano, al “Purgatorio”. Mi sembrava di scoprire dei tesori e toccavo oggetti che non erano, per me, usuali.Girare per le stanze aveva un sapore indescrivibile che faceva venir fuori tutto l’entusiasmo di bambina.Aspettavamo i cugini che arrivavano più tardi e l’euforia era irrefrenabile.Mia nonna, col suo grembiule nero, stava in cucina, preparava li cavati.Non permetteva a nessuno di avvicinarsi a “lu scanaturi”, dove lei, con mani esperte e agili,impastava e formava poi quei piccoli tozzetti di pasta rigirata.Noi bambini, in religioso silenzio, stavamo a guardare quelle dita ossute che con velocità incavavano rettangolini di impasto.Alla fine, messi al sicuro li cavati, la nonna ci permetteva di giocare con un po’ di farina.Sul fornello borbottava, in una pentola smaltata, il sugo che spandeva, per tutta la casa, un profumo di pomodoro aspro e denso.Per la stanza, speranzosa di ricevere qualcosa, gironzolava la solita gatta che, avvicinandosi troppo, veniva scacciata ricevendo l’immancabile “iiiisssiiii”.Mentre noi bambini giocavamo, i grandi si raccontavano le ultime novità del paese, più che altro pettegolezzi.Alla fine si finiva sempre con le notizie su chi era morto, quando e come.Nel mentre, in un’altra stanza, dove in un braciere ardeva “lu ginisi”, si preparava la tavola, una tovaglia bianca che le zie facevano volteggiare in aria per poi farla ricadere sul tavolo di legno spesso.Mia madre disponeva piatti, bicchieri e posate.La nonna, in una profonda pentola con acqua bollente, faceva scivolare la pasta che emanava odore di farina.Quando era ora di scolarla, noi bambini venivamo allontanati perché potevamo scottarci.Finalmente i piatti venivano riempiti e tutti sedevamo attorno al tavolo per gustare li cavati.L’allegria, dovuta alla felicità di essere assieme, arricchita da un buo piatto era tanta.La nonna, premurosa, più che mangiare, stava a controllare che i nostri piatti fossero sufficientemente pieni o che volessimo un’altra porzione.Allora la festa era rappresentata dal fatto che la famiglia si riunisse.Le poche cose ci rendevano felici anche se molte cose mancavano. Ma ancora ricordo un piatto di cavati, la serenità di mia nonna, l’allegria di tutti.

Rurù

DA OGGI PRENDE IL VIA LA NUOVA RUBRICA DI ANTICHE RICETTE CURATA DALLA NOSTRA AMICA RURU’. CHIUNQUE VOLESSE SEGNALARE ANTICHE O ATTUALI PIETANZE, PUO’ FARLO SCRIVENDO A: castrumracalmutodomani@gmail.com
Stampa il post