lunedì 13 agosto 2012

Per Amore Solo Per Amore

E’ veramente difficile volere fare qualcosa per il proprio paese, cercare di smuovere le coscienze dei compaesani, per un paese che qualcuno ha definito veramente straordinario. Scopo e la speranza principali, per me, sono constatare e vedere anche un piccolo cambiamento. Il desiderio di fare vivere le prossime generazioni in un paese normale, dove tutti hanno le stesse possibilità, dove i diritti non vengano erogati sotto forma di favori, mi spinge anche a scrivere su questo blog. Un paese dove la politica sia a disposizione dei cittadini, che operi per i cittadini, che non sia come al solito privilegio per alcuni, un paese dove si impedisca che le leggi si applichino per gli sconosciuti e si interpretino per gli amici. Forse sono un povero illuso, forse questo paese non cambierà mai, forse  i suoi cittadini non hanno la forza o la voglia di gridare la loro rabbia e si sono rassegnati a subire gli eventi.

 I ragazzi a “Regalpetra”  si sono divisi in due categorie: quelli che hanno scelto di vivere nella illegalità e quelli che hanno scelto di stare nella legalità. Sarebbe scontato tifare per i secondi, ma... . I primi forse non hanno potuto accedere alla cultura e hanno pensato o hanno inculcato loro che c’erano altri modi per affermarsi nella vita. Quasi tutti hanno pagato la loro scelta con la vita o con il dolore del carcere. I secondi,  non rischiano né la vita né il carcere, forse usano la penna e la parola per farsi strada, per conquistare e materializzare le loro ambizioni. Sino a quando dovremo e per quanto tempo ancora, sentirci dire in tutte le salse che le uniche risorse di Racalmuto sono o possono venire dai “ragazzi di Regalpetra” , intendendo con questo tutto l’entourage che ruota attorno al giornale locale di Racalmuto?  E tutti gli altri che sono?, figli della gallina nera e quindi incapaci di contribuire al rinnovamento, allo sviluppo e alla rinascita del paese nel prossimo futuro, dopo i commissari? 
 
…E hanno la tracotanza di inneggiare alla democrazia, alla tolleranza, alla civile convivenza, al cambiamento, alla partecipazione, non dimenticano mai di citare più volte Leonardo Sciascia, si presentano come suoi discepoli, ne tessono le lodi, organizzano convegni, tavole rotonde; lo utilizzano. Persino il giornalista del giornale “il foglio”, Buttafuoco, in occasione della venuta del ministro Cancellieri in paese ha avuto questa sensazione,esternandola con un articolo, dove parla di un probabile “sindaco felice” per Racalmuto.

Se parlo di Sciascia io lo faccio solo per affetto, ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere personalmente Leonardo Sciascia, da bambino lo vedevo a casa mia in quanto amico di mio fratello Gasparino, mia sorella Rosetta e amico d’infanzia di mio cognato Gigi Scibetta. Ricordo quando, con il sorriso sulle labbra, ci raccontò che il primo atto mafioso documentato, avvenne nel Lecchese nel 1600 circa; a un povero prete di campagna due brutti ceffi intimarono: “monsignore, questo matrimonio non sa da fare”. In un' altra occasione gli sentii dire che pensare di industrializzare la Sicilia era: “una cosa da cretini”. La frase che ha condizionato in maniera determinante la mia vita, il mio modo di essere, il rapporto di lavoro con i miei superiori , con la politica e che mi fa scrivere in questo blog è: “NEI CONFRONTI DEL POTERE, COMUNQUE CONTRO”. Bisognerebbe organizzare un convegno per discutere su questo concetto, su questo regalo che Leonardo Sciascia ci ha fatto e che in molti non sanno o fanno finta di non sapere.

Non avere invitato il direttore letterario della fondazione voluto dallo stesso Sciascia, in occasione della venuta del ministro Cancellieri,(e ancora sto aspettando che il direttore letterario faccia rispettare il suo ruolo, voluto da Sciascia, richiedendo a voce alta il motivo del suo non invito), non avere acquistato le lettere di Sciascia al posto del fondo manoscritti di Pavia curato da Maria Corti, l’avere utilizzato i locali della fondazione per iniziative che Sciascia non avrebbe approvato, sono cose  di cui qualcuno prima o poi, spero, dovrà rispondere.  Sarebbe fallimentare convincersi che niente cambierà e che forse, stanno semplicemente aspettando che i commissari prendano il treno per ricominciare come prima e meglio di prima. La tentazione di rifugiarsi rassegnati in un “silenzio intelligente” è forte, ma fortunatamente l’amore per questo paese lo è di più.

Lasciamolo in pace il nostro “Nanà”, chi gli vuole veramente bene non permetterà a nessuno di farne uno strumento ad uso e consumo di qualcuno, chiediamo rispetto per chi ha fatto conoscere Racalmuto al mondo e di non pronunciare mai il suo nome per il proprio interesse. Dobbiamo onorarlo impegnandoci disinteressatamente per il progresso del paese che lui più di tutti ha amato, fare in modo che la fondazione SCIASCIA, sia avulsa da interessi e appetiti personali e che svolga il suo compito naturale con trasparenza, come è giusto che sia.

Roberto Salvo

Stampa il post

12 commenti:

  1. Eppure!!!
    Un’impareggiabile scrittura ed un indiscutibile estro letterario hanno, anche se, del tutto inconsapevolmente, esaltato le gesta più o meno orribili ed orripilanti, compiute dagli appartenenti alla lista dei cattivi ragazzi di Regalpetra.
    Ed in quest’opera di sublime esaltazione del bene e del male, Gaetano Savatteri è stato un vero, impareggiabile ed insuperabile maestro.
    Ci ha convinto!
    Quei ragazzi terribili, i ragazzi di Regalpetra, oggi come non mai, da personaggi teatrali, girano per l’Italia!
    Al loro grande successo criminale, stanno aggiungendo anche quello artistico.
    Libera è adesso la loro coscienza.
    Hanno vomitato tutte le loro sacrosante verità o mezze verità, infarcite con delle menzogne di cui, magari non sempre, hanno consapevolezza.
    Ma in due tre casi che mi riguardano, sanno perfettamente che si tratta di palesi e documentabili menzogne.
    Cosa che ho dimostrato e posso sempre dimostrare anche con documenti alla mano!
    Ma sapete com’è?
    Un po’ di spirito di vendetta da consumare contro chi li ha sempre combattuti in tutte le sedi, dalle piazze ai tribunali, non guasta!
    Ogni tanto si può anche assaporare quel sottile piacere, di avere risparmiato in vita il sottoscritto e di averlo ucciso moralmente e civilmente adesso.
    E quando se no!
    Aggiungendo sempre ai 10 loro racconti veri, novanta rivelazioni false!
    E questo loro, nelle pieghe più intime della loro coscienza di pentiti, lo sanno perfettamente.
    Adesso, possono tornare a Racalmuto, a godersi anche la Festa del Monte!
    Il loro nemico di sempre, non solo si è dimesso da sindaco, ma evita di scendere tra la gente, quella gente dalla quale è stato sempre amato e votato, proprio perché combatteva chi oggi, a suo modo, si pente, dopo avere insanguinato e martoriato Racalmuto e non solo!
    Salvatore Petrotto

    RispondiElimina
  2. Gentile Sign. Salvo, grazie per il suo articolo anche se mi ha fatto incazzare, venire a conoscenza che le lettere di Sciascia sono finita a Pavia, mi lascia di stucco e allibito, cose da pazzi e la fondazione a che minch. serve, vergogna e non portano mai un fiore nella tomba di Sciascia. però si riempiono la bocca parlando di Sciascia. VERGOGNA

    RispondiElimina
  3. Bello questo articolo,finalmente qualcuno parla chiaro. A Racalmuto non si sa mai niente di come amministrano la fondazzione. Possibile che nessuno controlla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Datato Racalmuto, 31 dicembre 1998, è stato distribuito in paese un foglietto autofinanziato, intitolato "Speriamo nel 1999" , in cui si sollevava la questione delle lettere acquistate da Fondo manoscritti di Pavia e si indicava l'identikit di una vera Fondazione. Invece di affrontare la questione, tanti sedicenti sciasciani della Fondazione, della carta stampata e delle televisioni, più o meno locali, hanno dato addosso agli autori di quel foglietto. La notizia così è stata travolta e sepolta. Se invece, quando qualche solitario di turno ha sollevato i problemi riguardanti la Fondazione, i cittadini sensibili, i politici e cosiddetti intellettuali, in erba o affermati, avessero cercato di capire le questioni sollevate per cercare di risolvere disinteressatamente, forse oggi le cose starebbero diversamente.
      Piero Carbone

      Elimina
  4. Questo paese non sarà mai normale, perchè credete vogliono trasformare il teatro Margherita in fondazione? Per non dare conto a nessuno e fare i cavolacci loro. Con la scusa della cultura mangianu a tuttura.

    RispondiElimina
  5. per 20 anni i politici dove sono stati il presidente della fondazione Sciascia e un componente del c.d.a. sono amministratori POLITICI,sindaco e assessore alla cultura, cosa hanno fatto? si sono spartiti qualche posto di lavoro dentro la Fondazione. Chi lavora alla fondazione sono parenti di politici e parenti di Sciascia, senza concorso per chiamata diretta, ma i soldi sono pubblici. Questa è democrazia, state zitti che è meglio, lo stesso al teatro ci lavorano parenti di politici.

    RispondiElimina
  6. Il pesce puzza sempre dalla testa,lei Roberto vive fuori Racalmuto e forse molte cose non li sa o non li può sapere. Qui non si muove foglia che i politici non voglia. Si spartiscono tuttu a tavolino, posti appalti, favoriscono gli amici e i parenti. Se i commissari volessero basta guardare le liste dei cosiddetti precari, tutto resta in famiglia. Nessuno parla perchè promettono e tutti sperano di ottenere qualcosa. Non cambierà mai niente,anche se con questo blog cercate di cambiare qualcosa, non cambieranno. Quando torneranno i politici tutto tornerà come prima, faranno a sciala popolo o meglio a sciala parenti e amici. Il paese della ragione=il paese della spartizione.

    RispondiElimina
  7. Fondazione e teatro sono due pozzi d'oro. Lo abbiamo capito da tempo che di Sciascia non gli frega niente,mettere le mani su queste strutture gli interessa. Altro che posto in banca, si sistemano e sistemano le famiglie. Non prendiamoci in giro guardate i nomi in comune chi ci lavora? E' uno schifo ci vorrebbero i commissari per sempre, ma non questi, quelli ancora più forti con una compagnia di carabinieri dietro le spalle.

    RispondiElimina
  8. I Racalmutesi pensano che Francia o Spagna basta ca si magna. Nessuno parla apertamente a cominciare da me, si vota per amicizia, per parentela, perchè ti anno promesso qualcosa. Protestare non esiste al massimo puliamo qualche fontana che non si ofende nessuno. hanno fatto lo schifo più totale in comune, avete visto qualcuno incriminato, i commissari chiudono un giorno l'occhio sinistro e un giorno l'occhio destro e viva Maria. Se nessuno parla è perchè e inutile, sono tutti d'accordo, c'è spazio per tutti e tutti possono godere. Speriamo nella giustizia divina.

    RispondiElimina
  9. Mamma mia, che disperazione! Nessuno crede più in niente, nessuno crede alla possibilità di un piccolo cambiamento. Possibile che i cittadini di Racalmuto abbiano perso ogni speranza? Cambiare è sempre possibile, bisogna impegnarsi con tutte le forze e trovare la voglia di denunciare le cose che non vanno. Chiedo soprattutto ai giovani di provarci, sono loro il futuro, sono loro che possono cambiare la mentalità. Racalmuto deve rinascere, pretendere pubblici concorsi puliti con il controllo diretto dei candidati, pretendere la pubblicazione in rete di tutti gli atti della fondazione e del teatro e delle delibere del consiglio, in modo che i cittadini possano controllare, creare un comitato cittadino di controllo, fare capire ai signori amministratori che il tempo del “mangia mangia” è finito. Scrivere in questo blog, crearne altri come questo, dove potere denunciare in ogni forma le magagne e la cattiva amministrazione, cambiare è possibile, cazzo se è possibile, bisogna volerlo. VUCCA CA NNU PARLA SI CHIAMA CUCUZZA.

    RispondiElimina
  10. L'articolo di Roberto ha dato spunto ad una bella discussione.
    Qualcuno, palesemente o in forma anonima, inizia a dire pezzettini di verità.
    Qualche altro dimostra di non aver perso il "vizietto" della mistificazione, assecondando con cooerenza la propria personalità.
    Purchè si parli va bene lo stesso.
    La gente, contrariamente a quanto si può pensare, va acquisendo la capacità di discernimento.
    Per quanto mi riquarda ho sempre cercato di apportare un modestissimo contributo all'economia generale di questo Paese.
    L'unica cosa che mi sento di ribadire è da cui, penso, non si può prescindere e la ricerca della verità, come risultato dell'analisi critica di accadimenti e comportamenti di ognuno.
    La storia (forse ) un giorno darà un giudizio.
    G. Guagliano




    RispondiElimina
  11. Ma Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia o Andrea Camilleri, non potevano nascere da qualche altra parte?

    Sto scherzando ovviamente, loro magari ogni tanto si distraevano a tal punto da non accorgersi del fascismo, come capitò a Pirandello; o ad accorgersi, ed anche troppo, della mafia e della mala-giustizia, come capitò disgraziatamente a Leonardo Sciascia! Ed Andrea Camilleri?

    Tra professionisti dell’antimafia degli affari e della munnizza, in modo particolare, e rigassificatore di Porto Empedocle, circondato com’è dai suoi soffocanti estimatori, visibilmente interessati, crediamo che forse riuscirebbe a capirci qualcosa in più se solo affidasse il caso Agrigento al suo Commissario Montalbano!

    Siamo certi che il Commissario Montalbano potrebbe sicuramente coadiuvare a dovere la Procura ed il Tribunale di Agrigento che proprio di acqua, inquinamento del mare agrigentino e di rifiuti si stanno occupando!

    RispondiElimina