Quando
vengo a trovare mia madre a Racalmuto, mi viene spontaneo il
desiderio di portare un fiore sulla tomba di mio padre. Un modo
concreto di ricordarlo, di esprimere il mio immutato affetto e la
riconoscenza per essere stato un ottimo padre.
Durante una di queste
visite al cimitero, sento parlare ad alta voce e in modo concitato.
Mi giro e vedo avanzare una signora di mezza età, un po’
malvestita, un po’ spettinata: tiene un mazzo di fiori da campo e
un po’ di garofani, ha gli occhi lucidi e una sorta di rabbia
nella voce. Penso tra me e me che forse non ci sta con la testa….
Non mi allontano, non la ignoro ma incrocio il suo sguardo, mi metto
in ascolto empatico, lei si avvicina sempre di più e rivolgendosi a
me dice :’vidissi sti tompi tutti chini di fiuri, mi fannu
arrabbiari, pirchì a ccu assa e a cu nenti? Chissi nun hannu bisognu
di mia, io vaju vidennu li tompi abbannunati, ca nun hannu
anuddru ca ci porta un fiuriddru, nun sunu figli di Dio vidè?’
Cosi andava posando un fiore in ogni tomba abbandonata da qualche
tempo. L’avrei abbracciata quella signora per la sua sensibilità,
per quella specie di uguaglianza universale che, anche in quel
luogo, andava invocando! Mi è rimasta nel cuore. Non so chi sia,
spero di incontrarla di nuovo. Chissà se posa un fiore anche sulla
tomba del nostro caro illustre Nanà!
Maria
Di Naro
Le posso assicurare ogni volta che viene lo mette sulla Lastra Bianca,stia tranquilla Signora Maria..
RispondiEliminaE’ vero. Vedere certe tombe in stato di abbandono suscita una grande tristezza. La mancanza di fiori non sempre, però, significa che chi riposa in quelle tombe è stato dimenticato. Il dolore di un affetto perduto si trova, quando c’è, nel profondo del cuore.
RispondiEliminaQuando ero bambino e mi recavo con mia madre al cimitero, mettevo dei fiori, presi da quelli che portavamo, sulla tomba di un carabiniere, ucciso dalla mafia.
RispondiEliminaSalvatore
Anche adesso, da grande, recandomi al cimitero, qualche volta, poso un fiore su qualche tomba spoglia. Mi fa sentire bene.
RispondiEliminaMariangela
Ma non c'era un impeno da parte del comune a portare un mazzo di fiori ,con cadenza settimanale,sulla tomba dello scrittore?
RispondiEliminaLa signora appare folle perchè va cercando "una livella",per dirla con il celebre Totò,che renda, almeno in quel luogo,tutti uguali.
RispondiEliminaMarco G.
Follia o saggezza? Cara signora Maria, io direi nè l'una nè l'altra: essendo eccessivo definire folle una persona che deposita fiori su una lapide di un defunto pensando che questo possa servire a qualcosa o a qualcuno, tanto quanto è eccessivo definirla saggia nel compimento di un gesto che alla fine si dimostra inutile per la sopravvivenza di una memoria. L'unica utilità di gesti simili la trovo nel benessere personale che ci ricava chi li compie. Per esempio quale è il senso di tenere adorna di fiori la tomba dello scrittore di Racalmuto, quando nel suo paese natio, si è sempre profanato il suo pensiero?
RispondiEliminaA Racalmuto, Sciascia in gran parte non è conosciuto (fatta eccezione degli aspetti campanilistici delle Parrochie di Regalpetra e di Occhio di Capra); non tutti quelli che lo conoscono lo capiscono; e quei pochi che lo capiscono sicuramente non lo emulano. Però ci preoccupiamo che la tomba dello scrittore venga riempita di fiori.
Ricordiamoci sempre che "Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"
Non si tratta quindi di saggezza o di follia, ma io direi che è giusto mettere dei fiori sulle tombe, come è giusto non metterli, così come è giusto mettere un punto interrogativo o un punto esclamativo al termine della frase che adorna la lapide di Sciascia.