La cosiddetta “dieta mediterranea” ha un’origine molto semplice e pratica… le popolazioni del bacino del Mediterraneo in passato erano fatte in prevalenza di contadini o pescatori che, per sopravvivere, utilizzavano i prodotti da loro coltivati o il ricavato della pesca, e solo raramente piccole quantità di carni provenienti da animali allevati nei propri cortili. Questo stile alimentare e di vita, favorito dalla presenza in tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo di condizioni climatiche e geografiche favorevoli all’agricoltura e alla pesca, determinarono la nascita di quella che poi, negli anni ’50, Keys definì dieta Mediterranea: un modello non solo alimentare ma anche di vita nata dalle tradizioni di popolazioni quali gli Italiani, i Greci, gli Spagnoli, gli Egiziani, i Libici, ecc., arricchito poi con le variazioni legate alle proprie origini. La dieta Mediterranea è dunque caratterizzata da un regolare consumo di prodotti freschi, spesso combinati tra loro, ed in essa molto abbondante è il consumo di frutta e verdura di stagione, di cereali spesso integrali, un buon consumo di pesce (soprattutto pesce azzurro, data la sua abbondanza nel Mediterraneo), un frequente consumo di legumi sia freschi (nei periodi di raccolta) che secchi (in inverno) e da un uso poco frequente delle carni. Elemento fondamentale poi è l’olio di oliva – oggi detto “extravergine” perché ve ne sono anche tipi meno pregiati, ma un tempo l’unico che si produceva per mangiare (il resto, da seconda o terza spremitura, andava come combustibile per le lampade a olio) – che è il condimento più utilizzato proprio perché nel bacino del Mediterraneo gli ulivi crescono altrettanto rigogliosi come la vite. Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso però, cioè in pieno boom economico, queste sane abitudini furono abbandonate, perché ritenute umili e poco allettanti, e furono affiancate e in molti casi sostituite dall’imitazione di comportamenti che ci giungevano dalla ricca America. Dal punto di vista di importazione di mode ritenute allettanti e a volte segno di status-symbol oggi le cose non vanno sicuramente meglio, e questo soprattutto tra bambini e adolescenti, la cui alimentazione è costituita principalmente da alimenti che nulla hanno a che fare con la nostra tradizione. Vi è dunque uno scarso consumo di frutta e verdura di stagione, che invece tanto fondamentali sono per il loro contenuto di vitamine e sali minerali. Anche il pesce viene consumato molto poco, e spesso solo quello già preparato dall’industria (bastoncini fritti!!). I legumi poi, con il loro benefico apporto di proteine vegetali, di fibre, e anche di vari minerali come il ferro, sono dei grandi assenti sulla tavola dei nostri bambini, mentre è onnipresente la carne, il cui consumo in Italia è il doppio di quello consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto che fin dalla più tenera età se ne consuma in eccesso sia per frequenza che per quantità. Se l’olio di oliva in molte regioni è rimasto il condimento fondamentale anche in età pediatrica, spesso si eccede però con le quantità e questo, unito al frequente consumo di snack dolci e salati (entrambi troppo spesso ricchi in grassi, a volte neppure di buona qualità) può determinare un’eccessiva introduzione soprattutto dei grassi saturi, nemici del nostro cuore e delle nostre arterie. Insomma pare proprio che, soprattutto noi Italiani, buttiamo alle ortiche uno dei nostri patrimoni, come spesso ci capita di fare anche in altri campi… Un’esagerazione? Non tanto, se si considera che la dieta Mediterranea è stata proclamata dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, a riconoscere l’estrema importanza che essa ha per l’intera umanità. È triste allora constatare che in Italia, culla della dieta mediterranea, tendiamo invece ad allontanarcene, rapiti da modelli alimentari che poco o nulla hanno in comune con le nostre tradizioni. Verdure, frutta, cereali integrali, pesce azzurro, legumi, olio di oliva combinati insieme in un regime dietetico equilibrato hanno effetti benefici su tutta la nostra salute, aiutando a prevenire l’obesità e le sue complicanze, le malattie cardiovascolari, il diabete, perfino i tumori. Dunque riappropriamoci di quello che ci appartiene ed educhiamo i nostri bambini a consumare sin dalla più tenera età una dieta ricca dei colori e dei sapori della nostra tradizione.
Dott.ssa Assunta Martina Caiazzo
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Dott.ssa Assunta Martina Caiazzo
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione
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