Riceviamo e pubblichiamo
In
una piacevole conversazione pubblica svoltasi in una sera d’estate
dello scorso anno, in “compagnia” della statua di Sciascia, e di
molte personalità della Sicilia bene, il giornalista Felice
Cavallaro affermò che l’Italia, e la Sicilia
(
io aggiungo Racalmuto ), hanno un credito nei confronti della
verità.
Restava
e resta da capire chi erano e chi sono i debitori.
Dopo
il dibattito, ai più, è sembrato che l’entità del credito e del
debito siano, sostanzialmente, rimasti invariati.
Gli
illustri ospiti, hanno detto alcune verità, altre parziali, e omesso
di dire quelle scomode che in qualche modo potevano metterli in
imbarazzo.
A
Racalmuto chi sono i debitori e i creditori della verità?
-Il
Sindaco che per quasi tre legislature ha governato questo paese?
-I
Consiglieri Comunali (sciolti per mafia) con in testa il Presidente,
tutti arroccati nel “fortino” del Comune contro la volontà del
Popolo finchè è stato loro permesso?
I
“liberi” professionisti, i faccendieri, i disoccupati, gli show
man, i diversamente intelligenti, tutti chiamati a vario titolo o
senza titolo a ricoprire incarichi o cariche assessoriali?
O
piuttosto la società civile; ovvero gli “intellettuali”, gli
imprenditori, e gli stessi mafiosi?
Di
un intero paese, in definitiva con le dovute distinzioni, si può
dire che tutti erano e sono creditori e debitori allo stesso tempo.
Diceva
Gaetano Savatteri su Malgrado Tutto < i mafiosi in questo Paese
hanno ammazzato, fatto affari, si sono arricchiti, coperto latitanze
>. Ma anche altri (apparentemente più rispettabili) hanno fatto
affari, si sono arricchiti, coperto latitanze e attentato allo stato
di diritto.
A
differenza dei mafiosi conclamati però, questi non hanno mai avuto
il pur minimo cedimento morale che potesse spingerli al pentimento.
Questo
è potuto succedere per il persistere di un sub strato culturale,
(più esteso di quanto possa sembrare) fatto di complicità, omertà,
pavoneggiamenti e condivisione di un certo modo di essere e di
vivere ad ogni livello.
Tuttavia,
anche se con una certa ambiguità, alcuni mafiosi collaborando con
lo Stato in qualche modo hanno iniziato a pagare il loro debito con
la verità e la giustizia anche al cospetto della comunità a cui
appartengono.
E
i “rispettabili”? E quelli che hanno governato questo Paese dove
erano e dove sono?
Non
hanno visto? Non hanno sentito? Non sanno?
Di
certo dormivano e continuano a dormire! Di un sonno innaturale;
quello del coraggio e della ragione.
Ai
Racalmutesi non basta, assolutamente, che questi abbiano detto: -
noi non c’entriamo niente con la mafia - siamo persone per bene-.
(lasciando, vigliaccamente, ad intendere che altri, erano e sono i
responsabili).
Sta
di fatto che:
-Il
debito non diminuiva quando il Consiglio Comunale, senza alcuna
defezione, decideva di restare in carica per fare col Commissario
(dott. Petralia) quello che non aveva mai voluto e/o potuto fare col
Sindaco; ovvero l’azione di controllo, di proposta, d’indirizzo
e di denuncia politica.
-Non
diminuiva quando, sempre quel Consiglio, si rifiutava di discutere,
fatti e atti importanti riguardanti il Paese, e un certo “modus
operandi” di chi avrebbe dovuto governare la Città nell’interesse
generale e non lo ha fatto.
-Non
diminuiva quando la maggioranza dei consiglieri sentenziava il
fallimento politico-amministrativo del Sindaco chiedendogli le
dimissioni; e quando questi ne prendeva atto, loro restavano,
spudoratamente, a tenere viva la fiammella del loro stesso
fallimento, trascinando un’intera comunità nel baratro.
-Non
diminuiva quando i consiglieri che sostenevano politicamente il
Sindaco, dopo le dimissioni di quest’ultimo; non sentivano
l’esigenza di spendere una sola parola in sua difesa e/o degli
assessori da loro stessi indicati.
-L’omertoso
silenzio, l’apatica indifferenza, il velato coinvolgimento e il non
volersi, ostinatamente, assumere qualsiasi responsabilità , sono
comportamenti equiparabili alla menzogna e forse a qualcosa di più
grave.
In
questa storia risulta incredibile che professionisti affermati,
componenti di quell’Assise, possano aver mostrato e continuato a
farlo, tanta cinica indifferenza e nessun segno di “pentimento”
per uno sconquassamento istituzionale e sociale che è sotto gli
occhi di tutti.
La
gente pone e si pone una domanda semplice ma fondamentale a cui
qualcuno prima o poi dovrà dare una risposta:
<
Di tutto quello che è successo; per quello che viene relazionato
dagli ispettori ministeriali, per i danni materiali e immateriali che
il paese ha subito ci sarà mai qualcuno giuridicamente responsabile?
>
Ai
Racalmutesi, certamente non basta e non può bastare, una proposta
blanda, di incandidabilità ancora da definire e che, inopinatamente,
riguarda solo alcuni amministratori invece che tutti!
Oggi,
a distanza di un anno da quella conversazione; con l’arrivo, nel
frattempo, dei tre Commissari dello Stato; il credito che il paese
vanta sulla verità è diminuito?
Si
ha l’impressione che anche questi ultimi, inizino ad accumulare
debito al suo cospetto!
E
intanto, inesorabilmente, la fiducia e la credibilità che lo Stato
avrebbe dovuto e potuto rinvigorire, ad ogni costo, a beneficio della
Regalpetra di Sciasciana memoria; rischia di scemare del tutto.
Racalmuto
13/07/2011 --- 13/08/2012
Giuseppe Guagliano
Non ho grande simpatia ( a pelle ) per il sig. Guagliano, ma devo dire, onestamente, che è uno dei pochi che nelle valutazioni politiche va dritto al punto senza troppi giri di parole.
RispondiEliminaColoro, vicini e lontani, che si cimentano in discussioni più o meno concrete, in questo o altri blog, dovrebbero iniziare, a mio parere, ad analizzare alcune problematiche chiaramente riscontrabili nella nota.
-Lo stato della verità e della giustizia a Racalmuto
-Le responsabilità sociali e della politica;
in particolare di certi personaggi che l'hanno praticata nell'ultimo ventennio.
-Il rapporto mafia-politica-affari nel nostro paese.
-Chi dovrà farsi carico del peso politico e giuridico del commissariamento delle istituzioni nel nostro paese.
-E' leggittimo chiedersi se l'azione dei Commissari sta colmando o meno il vuoto di credibilità e fiducia che i cittadini hanno nei confronti delle Istituzioni.
Mi aspettavo e mi aspetto un serio dibattito su questi punti, altrimenti tutte queste dicussioni rischiano di diventare un inutile spreco di energie mentali.
Peccato che un commento così interessante sia orfano di paternità certa. Quello che dice Alberto”?” , è sacrosanto, chi è a conoscenza di fatti e misfatti parli, informi i cittadini ignari che in un prossimo futuro dovranno scegliere chi li dovrà governare. Lanciare il sasso solo per vedere le onde concentriche che causa è solo estetica, ma questo paese ha fortemente bisogno di sostanza. Se invece pensiamo che a parlare devono essere sempre gli altri, che a fare devono essere gli altri, mentre noi li guardiamo da lontano; temo che non faremo molta strada e soprattutto non ne farà il paese.
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