venerdì 27 luglio 2012

Racalmuto: Anche se è Amore non si vede.


Risulta molto complicato per i racalmutesi scrollarsi di dosso il marchio di paese di mafia , quanto quello del paese della letteratura, della ragione.
Quasi una iattura che rende complicato, addirittura impossibile, affrontare la questione  rinascita del paese con discorsi semplici.
Impraticabile non farci entrare eventi cerimoniosi, clamorosi, eclatanti, eccezionali, legati al buon nome dello scrittore “autoctono”.
Di Leonardo Sciascia in paese piace riempirsi la bocca, salvo poi staccarsi anni luce dall’effettiva attuazione del suo pensiero.
Ecco dunque riaffiorare il ricordo della violenza del potere in cui, politica, mafia , arte della parola, ipocrisia e bugia si attorcigliano con l’impotenza dei cittadini.
Ciò è accaduto a Racalmuto dove troppe volte il potere della  mafia ha fatto del male, sparando,  dove forse  qualcuno non ha fatto sempre bene  pur citando Sciascia, scrivendo.
Intanto la location è quella; difficile leggere i fatti non tenendo conto del territorio in cui si svolgono.
Se è dunque vero che la letteratura è, in definitiva, un necessario filtro interpretativo della storia del potere,  diamo per buono quanto sostenuto dal giornalista Gaetano Savatteri, ossia che: “Regalpetra esiste soltanto per chi desidera un paese diverso: un vecchio sogno, nella speranza che la forza della letteratura riesca a migliorare la realtà.”
Certamente una speranza che dura ormai da troppo tempo in questa terra “bellissima e dura”, per non smentirci, diciamo che: “tra il potere e la legge vi sono poi le vittime”
 Questo il campo di battaglia in cui è scesa per la seconda volta , dopo quasi tre mesi,   il ministro dell’interno Cancellieri , pronta a  ribadire il proprio amore per il paese di Sciascia , dopo lo scioglimento del consiglio comunale per mafia.
Dal luogo definito, da Mario Giordano ("Il Giornale", 3 agosto 2000),
“lo scatolone vuoto della Fondazione Sciascia” , ha  invitato ancora i giovani a prendere per mano il proprio futuro, firmando un protocollo per la legalità e la sicurezza, assieme ad altri componenti del governo Monti, con la promessa di un finanziamento per il paese, di un milione e duecento mila euro.
Speriamo che anche questo impegno non cada nel dimenticatoio.
Parte del finanziamento dovrebbe essere dedicato alla sicurezza e al potenziamento delle attività culturali, e dunque al rilancio del Teatro Regina Margherita.
Teatro rimasto chiuso, sino all’ultima visita del ministro, per motivi burocratici legati alla sicurezza , causa la mancanza di vie di fuga.
Con la soppressione di qualche fila di poltrone è stato riaperto, in pompa magna, alla presenza del Ministro degli interni e dei cabarettisti Ficarra e Picone,.
Una scelta che ci è sembrata in perfetta linea, una soluzione plausibile, quasi scontata, che opportunamente esaltata si vorrebbe fare passare come un segnale tangibile del ripristino delle condizioni di legalità del paese.
Ma la rinascita di Racalmuto ha ancora bisogno di sensazionalismi?
Il paese non è poi tanto nuovo a queste cose,  anche per la Fondazione Sciascia fu così: "Domenica si inaugura la sede" titolava già con evidenza Repubblica del 19 giugno 1992. Poi c’è stata l’inaugurazione del settembre ’93, la pre-inaugurazione dell’ottobre ’94, il "decollo" del dicembre ’95, e così via fino alla "consegna ufficiale" dell’ottobre ’99”.
Ritornando alle promesse,  nella stessa circostanza, solo tre mesi prima, il presidente regionale di Confindustria Antonello Montante, aveva fatto intuire l’intenzione d’inserire  anche Racalmuto nella zona franca.
La zona franca di legalità che coinvolge ventisette comuni di cui quattro in provincia di Agrigento, ventidue in provincia di Caltanissetta e uno nell'ennese, che dovrebbe dare sostegno alle imprese che si battono per la legalità e ai territori che si sono opposti al fenomeno mafioso e a ogni tipo di collusione con la criminalità organizzata: «Dalla Fondazione Sciascia, aveva promesso Montante, deve partire un modello per i territori simile a quello che è partito da Caltanissetta per le associazioni datoriali. Ringrazio il ministro Cancellieri per il suo appoggio al progetto dell'Area franca: questi territori hanno bisogno di investimenti. Potremo così dedicarci alla ricchezza del sottosuolo, del turismo e dello sfruttamento dell'energia solare»
Di questa opportunità, a distanza di soli tre mesi, nessuno ha più riparlato.
Intanto alcuni cittadini lamentano una totale chiusura al dialogo da parte della commissione Prefettizia.
In contrasto con quanto asserito e promesso dal ministro Cancellieri, la triade di commissari non starebbe mantenendo, almeno per ora, il patto di disponibilità all’ascolto dei cittadini.
Se così stanno le cose, al racalmutese non resta che non perdonare né chi usa la polvere da sparo né chi usa il collirio, per fare scendere le lacrime dagli occhi .
Ci auguriamo comunque che questo allegro ritrovarsi tra alte autorità, scrittori, show man e scrosciosi  applausi sia proficuo per tutti.
Speriamo che la piacevole e distesa atmosfera conviviale fatta di abbracci, sorrisi, incontri e conoscenze autorevoli, non sia  la solita misera occasione  utile solo ad accaparrarsi  i vantaggi, a proprio uso e consumo, dell’eredità culturale e civile dello scrittore racalmutese.
In tal caso si potrebbe parlare di speculazione culturale, e dunque la mafia finirebbe per aver fatto a qualcuno anche del “bene”.
I racalmutesi fieri confidano molto nelle cerimonie intrise d’innamoramento per il proprio paese, specialmente se a manifestare amore sono ministri e giornalisti, ma credono che alle parole debbano seguire comportamenti  e fatti concreti.
Pertanto in molti in città sperano, che tutto questo serva a qualcosa, auspicando che vi sia, da parte della triade prefettizia incaricata a governare il paese, una non esclusiva apertura a quella che potrebbe essere considerata “elit culturale”, ma sia data a tutti la possibilità di confrontarsi con chi governa la cittadina..
Se così non sarà, come direbbero gli onorati cabarettisti Ficarra e Picone,  che  hanno colorato, con le loro battute, la seconda visita a Racalmuto del  ministro Cancellieri, dichiaratamente innamorata del paese di Sciascia: “ Anche se è Amore non si vede”.


Giovanni Salvo



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26 commenti:

  1. Leggo nel post: "Di Leonardo Sciascia in paese piace riempirsi la bocca, salvo poi staccarsi anni luce dall’effettiva attuazione del suo pensiero".
    E io mi chiedo a voce alta: ha avuto senso non invitare all'importante evento il Direttore letterario della Fondazione designato e voluto dallo stesso Sciascia? Come studioso dello Scrittore racalmutese al variegato pubblico avrebbe esplicitato da competente, secondo il suo ruolo istituzionale, perché un fatto politico si stesse celebrando o consumando in un contenitore culturale invece che nella sede naturale: il Palazzo municipale. Quasi quasi da racalmutese, sebbene incolpevole, gli chiederei scusa.
    Piero Carbone

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    1. Caro Prof. Pietro Carbone,
      mi permetto di ricordarLe una massima di Anton Cechov:
      "La signorilità non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non mostrare di accorgersi se un altro lo fa. Anton Cechov"

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    2. Non voglio intendere la citazione come un "invito" al silenzio. Sarebbe terribile nel paese della ragggione.
      A chi difende le tovaglie sporche invece di concentrarsi sui cibi della tavola dedicherò il mio prossimo post. Qualche giorno di pazienza.
      (Anonimo 1) Piero Carbone
      Quasi quasi suggerirei ai signori anonimi di numerarsi, altrimenti dopo qualche tempo rischierebbero di perdere il conto e la contezza dei loro stessi commenti e scambiarli involontariamente con quelli altrui, o scambiarli apposta senza dover rendere conto né ad altri né a se stessi di una paroletta piccola piccola: coerenza.

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  2. Quello che sta succedendo a Racalmuto, l'attuarsi di una dittatura, da parte di una schiera di persone, voi di Castrum, l'avevate detto con congruo anticipo. Mi meraviglia che le forze politiche, i commissari, si prestino a far sì che si attui un simile piano, che non farà il bene del singolo cittadino di Racalmuto, ma l'interesse di pochi.
    Gino

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  3. A Racalmuto è iniziata a tavolino, la spartizione del paese.

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  4. Sciolto il consiglio comunale, non c'è giustizia in questo paese della ragione calcolata

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  5. Che si sappia, i racalmutesi non sono contenti per quello che sta accadendo con l'investitura ufficiale, per giunta, delle forze politiche, che dovrebbero garantire la trasparenza e la giustizia. Da una parte ci saranno loro, i nuovi amministratori rampanti, dall'altra la moltitudine di racalmutesi che non avrà nulla da spartire con questi e desidererà sempre una fetta di pane negata

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  6. Manca la Pro Loco e il Castello chiaramontano, poi avete presidiato tutto, proprio tutto, perchè avete acquistato, di recente, anche il Castelluccio.

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  7. distortion of reality john you have managed not remember anything about your job politician

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    1. Caro amico,
      sfido te e chiunque altro a trovare una delibera a mia firma durante la mia attività politica. Io scrivo perchè posso permettermi di dire quello che dico a differenza di quelli che non possono permettersi neanche la loro identità firmando in maniera coerente i loro commenti. Attendo che tu possa esibire una qualunque delibera a mia firma. In italiano, si intende!
      Saluti
      Giovanni Salvo

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    2. My dear! Giovanni non ha di certo bisogno di difensori, lo difende la sua storia; quel che ha fatto da amministratore e quello che ha scritto da racalmutese testardo e fiero già da allora.Non capita spesso di vedere affrontare la salita prima della facile discesa. Giovanni ha amministrato, ve lo assicuro, dovendo salire perchè è spesso irpida la strada di chi vuole amministrare nell'esclusivo interesse della collettività. Giovanni ha detto e scritto, ancora in salita, quando gli altri, aspettando la discesa, non dicevano e non scrivevano. E' ovvio ,che la mia borraccia d'acqua la do a Giovanni. E'ovvio, che sto dalla parte di chi arriva al traguardo con la maglia madida di sudore.E'ovvio, che non do nessun conto a chi vorrebbe fare intendere di amare il paese...in ciabatte e pantaloncini firmati o, oramai, fuori moda. Luigi scimè

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  8. Per coerenza, per dovere morale, quando si lanciano gratuite illazioni, per non farle rimanere tali, bisogna documentarle, come fece a suo tempo, Giovanni Salvo sul foglio "La citalena". Questo distingue l'uomo, coerente e non calunniatore.
    Racalmutese Fiero

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  9. Sto pensando cosa può spingere una persona, normale, a scrivere un commento oltre che in forma anonima anche in Inglese.
    Forse vuole far vedere la sua cultura sfoggiando la conoscenza di una lingua straniera, forse si è confuso, pensava di scrivere ai suoi parenti in America, oppure teme che scrivendo in Italiano possa essere riconosciuto.

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  10. Eleviamo, per favore, il livello dei nostri interventi. Inconsapevolmente e irrimediabilmente si decade al di sotto delle riunioni delle assemblee di condominio in cui, invece di parlare del rifacimento degli scalini della scala o del citofono che non consente di citofonare, ci si accapiglia, in maniera indecorosa e con un tono e volume della voce al di fuori di ogni limite, su inezie di nessun rilievo condominiale; il risultato è raggiunto e non è di poco conto: ci si toglie il saluto l'uno con l'altro per le offese elargite e abbondantemente ricambiate.

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  11. Molto d'accordo! Se qualcuno viene attaccato ingiustamente, calunniato gratuitamente, magari per portare scompiglio studiato all'interno del blog, è giusto che l'altro si difenda civilmente. Così è stato fatto. Mi trovo d'accordo quando parla di elevarsi; diamo l'esempio elevandoci e firmando i nostri commenti.
    Grazie, saluti
    Salvatore Alfano

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    1. Caro Salvatore Alfano,
      Giustissima la Sua reprimenda. Chi esprime un parere è doveroso che lo sottoscriva. Tutto ciò, però, in un paese normale, in cui i cittadini abbiano pari opportunità, pari dignità e pari considerazione.
      Si verifica, invece, che nel nostro paese i marginali e gli emarginati (che numericamente sono più rappresentati) non valgono niente e sono "nenti ammiscati cu nuddru". Sono quelli che sono perennemente destinati subire e a soccombere. Cioè sono quelli che un'antica classificazione del genere umano vigente nel nostro paese e che Leonardo Sciascia ha riportato fedelmente, sono destinati a prenderla nel sedere (i "piglianculo"), sia che a dirigere le sorti del paese siano i cosiddetti "uomini", o che siano i "mezzuomini" o gli "ominicchi" o, addirittura i "quaquaraquà"(categoria quest'ultima che con vari bla-bla sta avendo la prevalenza sulle altre categorie).
      Malgrado tutto, siamo fortemente fiduciosi in un cambiamento dell'attuale situazione. Non ci si può rassegnare a rimanere "nenti ammiscati cu nuddru" e si auspica che ci si renda conto che la comunità racalmutese non può andare avanti senza una coesione e un equilibrio tra le sue componenti.
      Soprattutto si ha convinta fiducia che non si continui a guardare le punte delle proprie scarpe, ma si alzi la testa per guardare lontano. Pensare al futuro significa non immiserirsi sulle situazioni presenti, ma progettare un domani che possa essere di utilità per quelli che verranno dopo di noi.
      Solo così si potrà uscire dal buio e venire a testa alta allo scoperto.

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  12. Egr sig Valerio C.(racalmutese emigrato non tanto lontano...),
    mi scuserà se non pubblico il suo commento, non per censura, ma perchè usa termini "eccessivi" e supponenti. Noi non siamo giudici, se qualcuno ha sbagliato, sbaglia, deve risponderne alla giustizia degli uomini e a quella di Dio.Quindi suoi giudizi su persone che, oltre me, scrivono su questo blog, non sono corrette. Mi permetta di dirle un'ultima cosa: la ringrazio per l'avvertimento sulle mie frequentazioni, ma io sono un uomo libero e non influenzabile e non influenzo io stesso nessuno.Quello che scrive, farebbe bene a documentarlo, allora diventerebbe credibile. E poi, se a lei va bene la situazione che si va delineando in paese, rispetto la sua opinione, ma lei rispetti la mia integrità morale quando esprimo le mie idee e la mia libertà nell'esternarle.
    Grazie, saluti
    Salvatore Alfano

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  13. Secondo me non basta dare dell'assessore a qualcuno per "saltare" l'argomento su cui sta ragionando pubblicamente.
    Pertanto, analogamente, con più autorità Sciascia l'ha fatto capire in un suo romanzo. Ad un certo punto un personaggio, per evitare l'argomento su cui si stava polemizzando, dice all'interlocutore: "E tu perché porti la barba?". Si capisce che la barba non c'entrava per nulla con l'oggetto della polemica.
    Insomma, anche uno che è stato assessore può dibattere, scrivere e dire la sua verità. Si ragioni piuttosto in maniera logica e pertinente su questa presunta verità per corroborarla o correggerla o smontarla. Le "sue" verità, sulla gestione non sempre chiara e cristallina della cosa pubblica, l'autore del post Giovanni Salvo le ha dette pubblicamente e coraggiosamente, in favore della collettività, anche attraverso un meritorio "foglio" locale, "La Citalena", pubblicato e autofinanziato con altri, che, se vorrà, potrà arricchire la mia menzione con tanti esempi e tante battaglie portate avanti talvolta "in perfetta solitudine".
    Anch’io ho partecipato alla meritoria, credo, avventura della “Citalena” e sofferto per il silenzio di tanti cittadini, opinionisti e intellettuali su questioni di interesse pubblico portate avanti dalla “Citalena”. Se in passato ci fosse stata una partecipazione leale e corale per la gestione di tante situazioni, probabilmente oggi non ci troveremmo nella situazione grigianerofumo in cui ci troviamo.
    Concludo, come ho iniziato, con una citazione, visto che qualche anonimo ama le citazioni letterarie. Sempre analogamente, contro coloro che vorrebbero annullare il messaggio contestando il mezzo, per Sciascia anche la messa del prete peccatore è una messa vera, e anche la sentenza del giudice corrotto è una sentenza valida. Altrimenti, Dio solo sa quante volte resteremmo senza messe e senza sentenze!
    Anonimo 1 (Piero Carbone)

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  14. Scusami Piero, sono d’accordo e condivido quello che hai detto (la messa del prete peccatore ecc., ecc.). Io sono del parere che il loro operato sarà anche stato valido, ma alla lunga la loro verà natura salterà fuori e verranno screditati. Mi chiedo: quale figura hanno fatto di fronte alla giustizia terrena e Divina?
    Angelino

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    1. Si dovrebbe chiedere a Sciascia che è l'autore del ragionamento con relativi esempi.
      Anonimo1 (Piero Carbone)

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  15. Rimango di stucco! I racalmutesi, hanno già provato la gestione di questi signori, ai tempi di Cammilleri, per intenderci. Sanno perfettamente, quindi, cosa li aspetta. E non fanno nulla per opporsi! non vanno in massa al Comune, non scrivono lettere alla ministro Cancellieri, per dire solamente: andate a prendervi le carte, leggete e giudicate. Altrimenti, la giustizia, sarà amministrata in maniera impari; a favore dei potenti, a discapito dei cittadini. Continuo a rimanere di stucco!
    Franco C.

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  16. della riapertura, al grido della legalità, del teatro ne vogliamo parlare? i cittadini fuori e i consiglieri comunali sfiduciati ed gli impiegati inquisiti dentro.....tutto questo non è paradossale?

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  17. Ciao Jonn, il tuo ragionamento è completo, un intervento che mette a nudo ciò che le nostre intelligenze comuni riescono ad intercettare prima ancor che accada. Pensavo che non accadesse più e ivece è accaduto nuovamente. Forse è destino che in questo paese ci debba essere l'inversione della realta' e che debba prevalere l'insipido gusto della mistificazione.
    A me non basterebbe essere accreditato da chi nemmeno conosco, ma è la caduta di stile che si perpetua che mi fa orrore.

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  18. Buonasera,
    cosa vuol dire quella frase in inglese che leggo tra i commenti?
    Ciao
    DEMETRA

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  19. Qulche tempo fa, esordendo in questo blog, ho scritto in una nota che il vero problema in questo paese era ed è quello di non avere il coraggio di ristabilire la verità dei fatti e degli accadimenti andando a ritroso il più possibile.
    In quell'occasione il messaggio fu equivocato, almeno in parte.
    Qualcuno si lasciò andare nell'esprimere giudizi e considerazioni a mio parere inipportuni.
    Oggi con la presente torno a ribadire che il problema resta sempre il credito da una parte e il debito dall'altra di verità che questo paese ha nei confronti dei propri figli.
    Capisco che a volte fare chiarezza e dire verità scomode non è semplice per tanti motivi; potrebbe risultare necessario fare importanti autocritiche e "mea culpa" su tanti episodi e comportamenti.
    Tuttavia non vedo percorsi alternativi a ciò , o almeno seri tentati.
    Io per quanto mi riguarda (ed è tutto assolutamente dimostrabile) ho sempre cercato di rimanere in pace con me stesso.
    Per dirla come Sciascia " Ho contraddetto e mi sono contraddetto come a dire ho cercato di essere vivo in mezzo a tante anime morte"
    Per il bene e la credibilità di questa conversazione sarebbe utile che tutti
    inizino a reclamere il credito e a pagare il debito di verità facendo anche qualche doverosa autocritica.
    Il garbo, l'eleganza, la raffinatezza, il buonismo, (spesso di circostanza)
    e altri buoni propositi che sanno a volte di strisciante ipocrisia, penso servano a poco in questo momento.
    Onde evitare che questa mia possa essere, distortamente, giudicata dico che tutto questo riguarda anche la mia persona.
    G. Guagliano

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