Facendo seguito ai post delle tre
date sparse 5, 25 e 27 giugno, torcendo la coniugazione dall’originaria seconda
alla terza persona, il blog, come dice il poeta, “tace”, mette volontariamente
da parte “parole umane” più o meno urgenti e necessarie, per dedicare tempo
alla meditazione, di cui tutti in questo smarrito presente, affollato di
ciarlieri e non sempre sereni e leali pensieri, abbiamo bisogno; una sorta di triduo laico alla Madonna
tramite il quale rinfrancare lo spirito e lo stato d’animo per poter riprendere
ciascuno il proprio cammino dopo avere udito, come dice sempre il poeta,
“parole nuove”: non quelle “umane” da noi dette sulla Madonna, non quelle
semplicemente naturali “che parlano gocciole e foglie lontane”, ma quelle di
cui Lei vorrà farci dono nella più segreta interiorità.
I testi sulla Madonna e la Festa
del Monte che verranno pubblicati in questa settimana sul blog sono tratti
dalla relazione di Piero Carbone, La Madonna del Monte nei riferimenti
testuali. Testi di vario genere sulla Madonna del Monte di Racalmuto e di
alcuni caratteri di essi, letta in
occasione del Convegno di studi “Maria SS. del Monte. Leggenda, storia, fede
religiosa, tradizione popolare, folklore” organizzato dal Comitato dei festeggiamenti,
il Comune di Racalmuto e la Fondazione
“L. Sciascia”, tenutosi sabato 5 luglio 2003 nei locali della stessa
Fondazione.
In occasione del V centenario
della presenza della statua della Madonna del Monte a Racalmuto,
il convegno aveva lo scopo di
fare il punto su quanto fin’allora era stato prodotto intorno al culto della
Madonna del Monte ma anche quello di analizzarlo nei suoi molteplici aspetti da
diverse prospettive metodologiche e disciplinari: da quella antropologica a
quella storico-artistica a quella teologica. Per l’occasione sono stati
invitati a vario titolo specialisti e cultori di storia locale, laici e uomini di chiesa.
In particolare, l’autorevole
presenza e il magistrale intervento di mons. Cataldo Naro, nella duplice veste
di arcivescovo di Monreale e di studioso riconosciuto, hanno conferito al
convegno solennità e prestigio; in attesa della pubblicazione degli Atti, il
suo intervento “Dimensione del culto mariano in Sicilia” è stato pubblicato sul
n. 2, maggio 2010, della Rivista quadrimestrale di letteratura e teologia,
diretta da Enzo Di Natali, “Oltre il muro”.
La Confidenza del sacerdote Montagna
Nel suo Saggio storico-apologetico sulla vera patria
del celebre medico D. Marc’Antonio Alaimo di Racalmuto, pubblicato a Napoli
nel 1852, si legge che Racalmuto è “patria fortunata di sublimi ingegni” e si
trovano i nomi, oltre quelli del D’Asaro e dell’Alaimo stesso, di “D. Francesco
Curto, e D. Elia Lauricella di vasta e canonica letteratura”, il sacerdote
Giovanni Scibetta “per suo Giornale Clinico del Tifo Peticchiale” e il sacerdote Gaetano Leonardo Montagna autore
de La Confidenza in Dio e Maria SS. Sotto
il titolo del Monte.
Quest’opera,
finora poco conosciuta e frequentata, pochissimo o punto menzionata dagli storici
locali, pubblicata a Roma nel 1814, è
sottotitolata Ferventi preghiere disposte
coll’ordine delle litanie lauretane, coll’officio di detta Beata Vergine / A
cui la Santità di N.S. Pio Papa VII. Concede le stesse indulgenze dell’Officio
Parvo: Con alcuni Inni, e Canzoncine.
Dopo un
secolare oblio ci sembra veramente una buona occasione quella di riportarla
alla luce nella solenne ricorrenza che Racalmuto sta in questi giorni
celebrando.
Essa è divisa
in cinque parti:
la prima parte
contiene diciassette “Soliloqui” (dei quali i primi dieci contengono
considerazioni cristologiche e trinitarie, i rimanenti sono invocazioni alla
Madre di Dio);“
la seconda
parte contiene l’”Officio della B. Vergine” che si conclude con ben trentasette
appellativi diversi della Madonna intorno all’analogia Maria – Monte (“Mons
gratiarum”, “Mons dignitatis”“Mons
admirabilis”, “Mons magnae spei”, “Mons Pietatis”, “Mons firmae fidei”, “Mons
Salvatoris”, “Mons Salutis omnium”
etc.);
la terza parte
contiene una “Coronella” e “Le Cinque Grandezze”;
la quarta
parte contiene le “Cinque Offerte”;
la quinta
parte riporta la “canzoncina a Maria Santissima Stampata in un librettino
composta dal M.R.P: Gaetano Maria da Racalmuto Min. Osservante
Il
canonico Montagna non sente alcun bisogno di riferirsi al grumo leggendario
della venuta miracolosa della Madonna del Monte a Racalmuto né tanto meno di
giustificarlo storicamente per
invogliare alla devozione mariana, anche perché
quel Monte non è da intendersi in senso geografico ovvero orografico, è
piuttosto un titolo, una categoria teologica che attiene alla Madre di Dio. Il
titolo del Monte egli lo vuole fondare, sì, ma nelle Sacre Scritture. Così si
rivolge al lettore: “...di Maria ti parlo, Recalmutese, anima qualunque divota,
che la veneri con quel degnissimo titolo del Monte. Sì fuggene a Maria, vieni,
saliamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe (Isa. 11.6) vieni,
e vedi l'opere del Signore quali prodiggii ha fatto sulla terra, eccoti un
monte, che per la sua fortezza conturba i monti di vanità, di fasto, di
superbia (Psal.45.3.) Vieni salisci meco a questo monte di mirra, e incenzo
(Isaia 2.) [...] Chi ritrova Maria, ritrova la vita, ed avrà la salute dal
Signore: ella è quel monte di Sionne, e Gerusalemme, in cui è la salvazione
(Isa.33.) perché tutte le grazie ci provengono da Maria. Essa quel monte in cui
Iddio pose le sue magnificenze, poichè ricca della pienezza della grazia;
perchè Madre di Dio, e per tale dignità Maria si deve amare, venerare, invocare
con gran fiducia, come Madre di grandissima misericordia”.
Maria
ascende al monte del Signore e protegge l’uomo nel bosco della vita
additandogli la dritta via, “il dritto calle”, per uscire dalla valle in cui
altrimenti si sarebbe irrimediabilmente smarrito fino a perdersi. Con queste e
altre immagini, gravide di sensi e rimandi teologici, il sacerdote Montagna
esprime la sua mariologia, non disdegnando di ricorrere al linguaggio dei versi
come nel seguente componimento riportato nella sua Confidenza:
Canzoncina a Maria Santissima
Stampata in un
librettino composta dal M.R.P.
Gaetano Maria
da Racalmuto
Min.
Osservante.
***
Vergine Santa, e pia
Immaculata, e pura
Fa l’alma mia sicura
in questo bosco.
Vergine io non
conosco
Poterne uscir
giammai,
Se mani non mi dai,
E non mi ajuti.
Se tu non mi rifiuti
Refugio d’ogni gente,
Sempre sarò vincente
In ogni guerra.
Per te si chiude, e
serra
La rea porta
infernale,
Per te s’ascende, e
sale
In Paradiso.
Vergine il tuo bel
viso
Piacque tanto al
Signore,
Ch’assolve al peccatore
Ogni peccato.
Vergine io ho
chiamato
Il tuo divino ajuto,
Perchè io son perduto
In questa valle.
Mostrami il dritto
calle
D’uscirne, ed’ aver
posa
Madre figliuola, e sposa
Dell’eterno.
Io soggetto al cieco
averno
In questa fragil
varca,
Però o nobil arca
A te m’inchino.
Fa grazia a me
meschino,
Ch’io possa in
Paradiso
Coi santi stare in
riso
In carità.
Vergine abbii pietà
D’ogni mio gran
peccato
E fa ch’io sii
salvato
O Madre santa.
Per te la Chiesa
canta:
Salus es infirmorum,
Refugium peccatorum,
O Mater Dei.
La foto è ricavata da un "santino" degli anni '30, gentilmente messo a disposizione dall'ingegnere Angelo Cutaia, che ringraziamo vivamente per la cortesia.
RispondiEliminaPienamente d'accordo. C'è un tempo per ogni cosa; questo è il tempo, per i credenti, della riflessione e della preghiera.
RispondiEliminaGrazie e complimenti
Mariella
Una bellissima introduzione che esalta un momento intimamente religioso.
RispondiEliminaFranca
Bellissima l'immaginetta. Ricorda tempi lontani e semplici, quando, forse, anche la devozione alla Madonna era più sentita e partecipativa. Oggi è ridotta ad una disquisizione sui cavalli.
RispondiEliminaCalogero
Una festa che si pone oltre i confini religiosi, toccando le menti e le coscienze anche di chi non crede.
RispondiEliminaFilippo