giovedì 26 luglio 2012

IL PAESE DEL SILENZIO


Mi trovavo al bar della scuola, stavo prendendo un caffè con l’amico Salvatore nato ad Alessandria D’Egitto, dove ha vissuto sino all’età di nove anni. Il mio paese ha un nome di origine araba gli dico, si chiama Racalmuto, mi hanno spiegato che è l’unione di due parole, racal maut. Resto di sasso quando Salvatore pronuncia in arabo quelle due parole, qualcosa come: “ rahal maaut”, il suono delle parole era aspirato. Paese o villaggio del silenzio, proseguì Salvatore, questo è il significato delle due parole. Spiegai al mio amico che la Sicilia era stata occupata dagli Arabi e che quando raggiunsero il mio paese, probabilmente, allora era solo un villaggio; notarono un gran silenzio poiché a causa di una epidemia gran parte della popolazione era morta e gli abitanti erano pochissimi.

Da sempre trascorro gran parte delle vacanze estive a Racalmuto, paese che amo e che custodisce moltissimi ricordi della mia vita. Ogni anno ho notato che qualcosa è cambiata: l’edilizia ad esempio, si sposta sempre più oltre la periferia, praticamente nelle campagne, si creano nuovi quartieri e il paese muore un poco alla volta perché le vecchie case vengono abbandonate. Le leggi, i regolamenti rendono difficile e costose le ristrutturazioni e la gente che ha bisogno di case più confortevoli preferisce costruire nuove palazzine nell’estrema periferia. Chi ha voglia e tempo di girare per le vie e le viuzze del nostro paese potrà vedere con i propri occhi quante case disabitate e abbandonate al degrado ci siano. Sembra che un piano di recupero esista da tempo; mi chiedo, perché non ha prodotto risultati? Forse i cittadini non sanno della sua esistenza o non è funzionale, oppure è stato fatto al solo scopo di dare gli incarichi sapendo in partenza che era inutile. Quello che colpisce maggiormente è  il centro storico, il cuore del paese è come morto, pochi i negozi in attività, la maggior parte sono chiusi da anni. Molte case disabitate, alcune sono delle vere catapecchie pericolanti.  Se fosse possibile incentivare con un aumento di cubatura e l’ inglobamento di catapecchie confinanti, si attiverebbe la ripresa edilizia e il recupero di zone abbandonate. La piazza, un tempo luogo di incontro e di fermento, è poco frequentata; di sera sembra il deserto dei Tartari . Alcuni giovani vanno fuori paese altri si radunano nei bar di periferia o nelle pizzerie; le antiche e salutari passeggiate non sono più di moda.  Questo paese è molto diverso di come lo ricordavo, anche la popolazione è cambiata, è diventata un popolo di rassegnati, colpiti da una mortale apatia. Nessuno crede più in un cambiamento, specialmente in politica, molti sono convinti che la politica sia diventata solo “bisinisse” e nient’altro. L’approccio dei politicanti è: “chi c’è pi mia?”.  Fare politica è diventato come partecipare ad un concorso alle poste, chiunque è in grado di dimostrare di disporre di un pacchetto di voti, lo propone come ad un’asta al migliore offerente.  La cosa che più fa male è la perdita di fiducia nelle istituzioni; siamo convinti che i governanti siano tutti uguali a qualunque formazione politica appartengano. I metodi e i risultati sono sempre gli stessi. Sono convinto che molti lettori racalmutesi di questo blog abbiano le capacità e le conoscenze per potere scrivere sui tantissimi problemi del nostro paese, ma evidentemente sono rassegnati al silenzio. Molti si limitano a qualche  sporadico commento anonimo; forse l’innata Sicilianità impedisce loro di esporsi e manifestare  le proprie convinzioni,  pensando  che: “la migliore parola è quella che non si dice”, altri preferiscono ignorare le questioni politiche in generale e parlano d’altro. In verità i Racalmutesi in qualche occasione, con uno scatto di rivoluzionaria dignità, hanno provato il cambiamento, hanno eletto governanti provenienti da professioni estranee alla politica e  si sono accorti di essere caduti dalla padella alla brace. Oggi siamo governati da commissari, uno schiaffo alla democrazia che il “paese della ragione” non meritava. Chi governava declina ogni responsabilità su quanto accaduto e come delle verginelle dichiarano di cadere dalle nuvole, i Racalmutesi sfiduciati, pensano che più buio di mezzanotte non possa fare. Temo che molti si stiano preparando all’assalto della prossima diligenza; l’hanno già fatto e possono farlo ancora, in fondo si tratta solo di mettersi d’accordo, “a ciascuno il suo”, la politica si sa è l’arte del compromesso.  Largo ai giovani, sono loro che devono provarci con il loro entusiasmo e la loro intelligenza, sono l’ultima speranza per questo paese.  Purtroppo per i cittadini anche la speranza è diventata un lusso che non possono più permettersi, almeno sino a quando il nostro sarà: “il paese del silenzio”.

Roberto Salvo
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13 commenti:

  1. Buon compleanno, Roberto. Ottime considerazioni per il tuo genetliaco.
    Non Anonimo.

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  2. Ottimo osservatore e dispensatore di 'ragionevoli'proposte,Roberto!Buon compleanno e buon tutto....
    Maria Di Naro

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  3. Il silenzio non può transitare dall'opportunismo.Che le coscienze si sveglino!

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  4. Auguri anche da parte mia; trasformiamo il silenzio in ragione!

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  5. Bella pagina Roberto. Intensa, carica di sentimenti dolorosi a stento. A proposito di “la migliore parola è quella che non si dice” che ricorda il detto toscano "Il silenzio è d'oro!" interessante cosa scrive lo storico Salvatore Lupo:
    http://www.spazioamico.it/salvatore_lupo_storia_della_mafia.htm#omertà
    Ancora auguri
    Giuseppina

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  6. Condivido e ti ringrazio per aver dato, secondo me, la giusta interpretazione letterale dell'origine della parola Racalmuto. Io da tempo ci provo tramite interpreti di lingua araba di origine magrebina, ma non ci sono riuscito. Tu, Roberto, in un precedente intervento hai usato un detto- "nuddru fa nenti pi nenti"-. E' vero. Ma come tutti i detti comuni c'è sempre il contrario: "cu a nenti si minti a nenti si trova". In medio stat virtus e forse giunto il momento della riflessione, del giudizio, dell'equilibrio, in sintesi della ragione, come dice Carmelo.
    Cordialità
    Ignazio Scimè

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  7. sig. Roberto le sue riflessioni sono interessanti ma lei proprio lei quando viene a Racalmuto che fa?

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    1. Sig Vincenzo M. (Milioto o Maniglia?),Roberto Salvo parla, come parla Carbone. Non per difenderli, lei sta parlando adesso, e non la critico per questo, gli altri parlano non con la convinzione di risolvere qualcosa ma con l'illusione di farlo. Se a lei tutto questo che vive il paese e vivrà in futuro, sta bene, allora il suo discorso di critica, mi permetta non costruttiva, non fa una grinza e va bene. Se, invece, a lei non piace quello che vive Racalmuto, allora critichi pure ma sia costruttivo, costruendo e non demolendo. Con tutto il rispetto per la sua persona, saluti Francesco S.

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    2. Curioso signor Vincenzo, cosa vuole che faccia? “Io proprio io in persona”, sono in vacanza! Mi scusi ma non sono bravo con i disegnini, spero capisca lo stesso.

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  8. In questi giorni ho seguito con molto interesse il blog. Ho assistito alla visita dei Ministri e alle discussioni alla Fondazione. Si è parlato anche di Teatro. Mi rendo conto che l'apertura dello stesso era necessaria; la struttura non andava abbandonata al degrado. A proposito del "Paese del silenzio", articolo di Roberto Salvo, Nessuno ha visto, sentito e parlato della presenza dell'onorevole Angelino Alfano. Era presente, anche se è andato via in anticipo. Mi domando: chi lo ha invitato e cosa è venuto a fare a Racalmuto? Forse è stato invitato da qualche esponente politico locale per tastare il terreno in vista delle prossime elezioni regionali? E magari, il politico locale ha ricevuto promesse future? Intanto noi poveri racalmutesi abbiamo visto il duplicarsi delle tasse comunali. E' la politica lo strumento che con promesse di rinnovamenti serve a...non cambiare nulla e a strumentalizzare tutto e tutti.
    Angelino
    TANTI AUGURI

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  9. Ringrazio tutti gli amici che mi hanno fatto gli auguri. Roberto

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