sabato 28 luglio 2012

Caro Ignazio, il trucco c’è e non lo vogliamo vedere


E’ normale pensare che un paese venga maltrattato, abbandonato, mal governato dai suoi figli e si pretenda che persone estranee, prive di quell’amore primordiale dovuto “all’imprinting” del posto dove si è nati, possano risolvere i problemi del paese? A quando uno slancio di onestà intellettuale che ci permetta di essere obiettivi, di individuare, con serenità e severità, gli unici, i veri responsabili? Tutti coloro che tradendo la fiducia dei propri compaesani hanno amministrato la cosa pubblica con le regole del consociativismo becero e arrogante, hanno calpestato i diritti e la dignità dei cittadini. “Il paese è piccolo la gente mormora”, diceva il grande TOTO’, ma soprattutto ci si conosce tutti, sappiamo tutto di tutti, è difficile nascondersi. Prendiamo atto una volta per tutte che con la politica ci si “campa”, qualcuno si arricchisce. Togliamoci dalla testa che arriveranno dei benefattori in giacca, cravatta e l’aria intellettuale che spinti da una irrefrenabile voglia di salvare il paese dal malaffare risolvano i problemi dei cittadini. Li abbiamo già visti all’opera, perché dovrebbero cambiare? Da bambino sentivo dire ai vecchi saggi “cu và a lu mulinu pi forza savi a mfarinari”, questi al mulino ci vanno di proposito e con le idee ben chiare su quello che devono fare. I commissari nemmeno li conosco, francamente li considero degli estranei comandati ad amministrare un paese di cui non conoscono la storia e le tradizioni. Sono dei tecnici, burocrati che svolgeranno un lavoro senza passione, senza coinvolgimento, nelle fredde forme e regole previste dalla legge. Scendendo in piazza ascolto certi personaggi che hanno improvvisamente ritrovato la capacità della parola, della critica, elencano le cose che non vanno, scoprono all’improvviso le problematiche di un paese senza risorse, agonizzante, con mille problemi irrisolti; naturalmente scaricando tutte le responsabilità sui commissari. Vorrei chiedergli come mai questi problemi non li hanno riscontrati prima? Perché non hanno protestato con i loro rappresentanti eletti? Ricordano se prima che arrivassero i commissari il paese era dotato di cestini per la carta, se i cassonetti della spazzatura avevano le pedaliere funzionanti, se l’amministrazione della cosa pubblica funzionava ecc. ecc.?  Rifletto e mi rendo conto che non vale la pena dire una sola parola, mi viene in mente Federico Garcia Lorca che sosteneva che le parole sono aria e vanno al vento.

Roberto Salvo
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9 commenti:

  1. si spieghi con i disegni con le parole perde il filo

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    1. Come vede, in questo post, non ho utilizzato una foto, ma un disegno.
      L'ho fatto per lei, per farle cosa gradita.
      Roberto Salvo

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    2. quello non è un disegno faccia uno sforzo in più

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    3. Tentero', ma solo per lei.
      Roberto Salvo

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    4. Una volta stavamo eseguendo dei lavori di restauro in casa, al manovale che impastava il cemento rivolsi delle critiche per il modo in cui lavorava. Il manovale mi guardo, poi mi porse la pala e mi disse: “STRICATI”. Umilmente e mortificato gli ho chiesto scusa. Il vero Roberto Salvo.

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  2. Caro Roberto,tutte queste persone che hanno trovato la capacita della parola.Sono tutti quelli che hanno contribuito a tutto questo,siccome ora è giunta l'ora di mettere le mani avanti,per apparire verginelli a gli occhi dei racalmutesi,o meglio non hanno piu la pOssibilita di fare i GALLETTI,perche LA TRIADE Intelligentemente li mantiene fuori con le dovute distanze.
    agelino

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  3. leggo nei commenti delle liti da bambini...
    smettetela!e andate a dormire che è tardi.

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    1. Gentile amico, Lei ha perfettamente ragione, mi sono appena alzato e mi sono accorto che ci sono due commenti in risposta al sign. Vincenzo firmati a mio nome, le assicuro che non sono miei. Voglio ringraziarla per avermi dato la possibilità di chiarire rispondendo al suo commento. Distinti saluti. Il vero Roberto Salvo.

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  4. “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo” – Voltaire-.
    Caro Roberto sai quanto mi fa piacere il dibattito che si è aperto e che sembra prendere sempre più vita. Ti sembrerà strano ma a me piace pure il mormorio della gente, la vox populi. Perché sino ad un anno fa la gente aveva paura di parlare e chi aveva l’ardire di criticare o semplicemente di esprimere la propria opinione subiva imposture ed attacchi di una violenza verbale inaudita e che spesso sfociavano nell’infamia e nell’ingiuria ed anche nella diffamazione. Il paese era stato ridotto ad un “Coro di Muti” con la paura latente per il rischio di rappresaglie a chi apriva bocca, ovviamente andavano esclusi quelli che non potevano parlare perchè avevano la bocca piena.

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