Le cose accadono quando non sono preventivate ma affidate al caso. Un gruppetto di giovani, una pizza e una birra (piccola) ed ecco che l’empatia si stabilisce subito e scatta la voglia di parlare, di confrontarsi. Luigi, uno studente pendolare, è all’ultimo anno di un istituto superiore. Salvo a Palermo, primo anno di Giurisprudenza. Rosa anche lei al primo anno a Palermo, in Scienze Biologiche. Tutti bravi ragazzi, con una grande voglia di divertirsi ma anche di pensare al futuro.
Spesso, noi adulti, siamo convinti che i giovani oggi abbiano poche idee, poche proposte da fare e, soprattutto, poca maturità. Luigi esterna le sue perplessità sul futuro di Racalmuto e si dice scoraggiato da tutta la situazione che vive il paese e dall’abbandono che subisce a causa di prospettive inesistenti.
Rosa ci riferisce anche di una oggettiva difficoltà delle donne di impegnarsi o farsi promotrici di progetti che siano poi utili per tutti. Ci parla della mentalità che, ancora qui, vede la donna non pienamente libera da concetti sorpassati e che tende a ritenerla non appropriata per certi ruoli, per certi impegni. Aggiunge che le cose stanno migliorando, certo, ma rimangono ancora lontane da profonde e vere trasformazioni generazionali. Ma ci parla anche della solidarietà che c’è tra i giovani, il reciproco aiuto, le confidenze, le comprensioni. Con orgoglio dice che le nuove generazioni saranno diverse da quelle precedenti, più aperte, più libere. Ci descrive i suo sogni fatti di legittime aspettative; una vita normale, tutto sommato, una famiglia, la sicurezza di un futuro in contrapposizione ad oggi in cui prevale l’incertezza non del domani ma del giorno attuale.
Salvo, dopo aver ascoltato attentamente, ci parla di tutte le situazioni che vivono i giovani a Racalmuto; la ricerca perenne di un lavoro che non arriva, i sogni che si infrangono troppo presto e troppo spesso. Le difficoltà e le lamentele delle famiglie che i figli sono costretti ad ascoltare. Le barriere incontrate da chi vuole, in questo paese, impegnarsi socialmente o politicamente. Salvo ci dice che gli spazi a disposizione sono pochi, se non tramite le associazioni religiose o da “ospiti” di qualche corrente politica. Spesso si sente dire – riferisce Salvo – che il futuro è dei giovani, che si dovrebbero impegnare di più, in modo più concreto, che sono indolenti ma si trascura di mettere in evidenza una situazione innegabile: pochi gli spazi a loro concessi, poche le possibilità a disposizione di chi vuole veramente impegnarsi. Pone dei quesiti: perché qui, più che in altri posti, accade questo. Perché non si riesce a scardinare un modo di pensare, di fare, una mentalità che sembra essere sempre un passo indietro rispetto ad altre realtà. Ci parla di Palermo, della libertà fisica e mentale che ne ricava, una libertà di pensiero che lo fa sentire integrato anche in una società di grandi dimensioni, dove si può essere solo una voce capace di farsi ascoltare o nella possibilità di rimanere nel silenzio.
Sono tutti ragazzi a posto: Luigi, Rosa, Salvo. Ma potremmo dire lo stesso di tutti i ragazzi di questo paese. Tante le loro idee, alcune andrebbero sicuramente affinate, altre sviluppate. Non domina l’immaturità in loro, piuttosto si avverte l’inesperienza, ragione per la quale gli adulti dovrebbero farsi carico di guidarli. Chiediamo quanto credano realmente che la vera forza del cambiamento sia rappresentata dalla condivisione delle idee e dalla collaborazione propositiva, civile tra tutti i giovani. E domandiamo pure se quella sensazione di libertà, che senza nessuno sforzo avvertono in altri posti, abbiano voglia davvero di cercarla, con un convinto impegno, in questo paese. Un luogo che non rappresenti, per chi ci vive, il desiderio di andare via prima o poi e, per chi ci torna, la sensazione di tollerare quello che c’è, tanto…domani sarà un altro giorno.
Ci salutiamo stringendoci la mano, come si fa tra uomini, come a sancire un patto non detto, un impegno non dichiarato. Ma una cosa vogliamo dire, quello che è balzato alla mente scambiando quattro chiacchiere con questi giovani; hanno voglia di essere ascoltati, un bisogno imperioso che qualcuno dia loro credito, speranza e promessa per il futuro per poter restare e non delusione che obblighi ad abbandonare. Ascoltiamoli questi giovani di Racalmuto. Potremmo restare favorevolmente sorpresi.
Racalmutese Fiero
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