I
tempi cambiano e cambiano pure le parole per descriverli. La lingua parlata è
in perenne evoluzione, cambia continuamente, si adegua ai modi di vivere,
pensare, agire degli uomini, diventa specchio della società che la utilizza. Conoscerne l’evoluzione ci permette di capire
i cambiamenti di una società, la sua cultura ed infine il suo pensiero. Il: ”
siamo quello che mangiamo” riferito all’alimentazione, linguisticamente si
potrebbe tradurre con :“siamo come parliamo”.
Con
il passare del tempo, molte parole diventano fuori moda, come i vestiti invecchiano, si
logorano. Ne nascono di nuove. Altre, non sono più adatte a rappresentare quel
tempo e scompaiono per riapparire magari
dopo anni con un nuovo significato. Alcune cambiano così radicalmente da
assumere il significato opposto. Tante
le prendiamo in “prestito” da altre lingue. Nascono neologismi. Un continuo
divenire di cambiamenti, modifiche, nascite e morti.
Volendo
seguire l’evoluzione di una di queste parole, tra tutte, quella che mi colpisce
e incuriosisce per la sua “mutazione
genetica” è la parola: POLITICA. La sua prima definizione risale al IV sec. A.
C. ad opera di Aristotele: ”amministrazione
della polis per il bene di tutti”.
In
un passato, anche recente, è stata usata per descrivere le azioni di grandi
uomini che hanno lottato, sognato mondi liberi, possibili e attuabili con la
forza delle idee e dell’entusiasmo. Uomini che hanno guardato al bene di tutti.
Oggi, del suo originario significato rimane poco. Il sentirla, evoca piuttosto sospetto, disagio, irritazione. La
politica è fatta di uomini e dagli uomini. Facendo un’analisi esiste una forma
dualista della politica, la buona e la cattiva, a seconda degli uomini che la
fanno e degli intenti che perseguono. Semplicistico come ragionamento ma efficace
in quanto a chiarezza.
Oggi,
a quanto si vede, è diventata “cattiva” politica. Noiosa, volgare, farraginosa,
zotica, pornografica, ignorante, presuntuosa, arrogante , mistificatrice. Si
potrebbe continuare con gli aggettivi perché molti altri ancora si
adatterebbero a descriverla. Ma perché avvilirsi ancor di più?
La
politica non convince più, non
affascina, non fa più sognare. Non se ne
sente neanche più il bisogno per
come si è organizzata in questo momento.
E’ diventata di parte. In nome dell’appartenenza politica si può offendere,
denigrare, distruggere l’avversario.
Quello che NON mi piace è proprio questo: che la gente si senta autorizzata ad insultare il
prossimo in nome di un appartenenza a
questo o a quel partito politico. L’insulto, l’offesa, la volgarità dell’atto,
sminuiscono e rendono piccolo colui o colei che adotta un tale sistema.
Svilisce quello che rappresenta. In televisione assistiamo a risse di qualsiasi
genere. La tivù spazzatura imperversa e fa audience. La gente metabolizza e,
senza accorgersene, comincia a comportarsi
allo stesso modo. Lo vedo soprattutto tra le ragazze che invece di
scambiarsi opinioni si scambiano insulti, ognuna per farsi ragione. Nell’uomo è
insito quell’istinto primordiale di prevaricazione e sopraffazione nei
confronti dell’altro che ai tempi aveva un perché, una logica legata alla sopravvivenza. La politica serviva a questo:
mediare senza ricorrere alla violenza, alla sopraffazione. Invece, ha finito con
il rappresentare proprio questo. Si è perfettamente adeguata a questo
malcostume. C’è quindi, adesso, un vuoto evidente. Una parola che manca. Quella che riprenda il significato originario del termine politica .Bisognerà far
nascere questa parola, questa politica. Ma anche questi uomini. Sarà
l’imperativo categorico a cui attenersi. Aspettiamo fiduciosi che arrivi questo
tempo. Che venga alla luce questa nuova parola.
Brigida Bellomo
Credo che la parola “POLITICA”, sia come un contenitore vuoto. Sono convinto che per riempire questo contenitore e quindi fare in modo che il tutto assuma un significato importante e soprattutto nobile, occorre aggiungere la parola “IDEOLOGIA”. Solo in questo modo la politica acquista dignità e suscita PASSIONE. Oggi purtroppo, ovunque rivolgiamo lo sguardo vediamo solo POLITICANTI, e la gente si sente smarrita, senza una luce da seguire e cade nella rassegnazione sprofondando nella totale apatia.
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