Caro Carmelo, prendo spunto dal tuo commento dove, più che una domanda, fai
una riflessione: “ Come si costruisce il
futuro se il presente già lo mina? ”. In effetti siamo scottati da un passato
che ha travolto tutto. Il minimo, quindi, è quello di venire pervasi dalla sfiducia, dal
sospetto. Molte cose fanno trapelare
queste preoccupazioni, lasciando un senso di impotenza, solitudine e angoscia.
Chiunque ama Racalmuto – e mi perdoni il buon Piero Baiamonte se abuso del termine “ama” – non è disposto ad
assistere al declino di un paese, fatto di luoghi, cultura, arte, tradizioni
ma, soprattutto, di appartenenza.
Chiunque ha a cuore questo paese
sarebbe pronto ad ostacolare con ogni
mezzo qualunque lucrosa trasformazione,
ogni nebuloso progetto, ogni bieco opportunismo. A tutti dovrebbe montare una rivolta interiore
al solo pensiero di recare irrimediabili, devastanti danni a
tutta la comunità. Qui vive quello che è stato il nostro passato, in questi
luoghi c’è il nostro presente e continuerà ad esserci il nostro futuro.
Un futuro che dovrebbe, sull’esperienza degli errori passati, evitare che si ripetano; nessun oltraggio va compiuto, nessuna deturpazione va fatta. Tutto dovrebbe
essere ricostruito, mattone dopo mattone, con lealtà, senza protagonismi e,
come ho scritto in qualche post passato, rendendosi disponibili in maniera
oggettiva e non soggettiva, senza pretese di conferme che attestino bravure,
onestà - per la verità indiscutibili - e
ostentazione. La cooperazione dovrebbe essere il motivo trainante di ogni iniziativa. Meritevoli azioni intraprese, non dovrebbero
risentire di antichi conflitti che oggi rendono anche gli atteggiamenti più nobili
alquanto ridicoli.
Ci sono stati degli errori, è innegabile! Ma cosa vogliamo
fare, continuare con sottolineature del “quando
c’ero io…” o incontrarsi attorno ad un tavolo forze politiche, culturali, artistiche, liberi
pensatori, anche istituzioni e, di concerto, proporre e agire secondo proprie
competenze, contrastando anche, tutti uniti e con ogni mezzo, quanto di negativo possa essere partorito da opportunistiche menti? Questo è un delicatissimo
momento in cui ogni mira politicamente futurista, dovrebbe essere
temporaneamente, almeno, messa da parte.
Tutto quello che si fa a Racalmuto,
specialmente in questo particolare periodo, acquista significativo spessore. E tutte quelle
persone che, con spirito di sacrificio, amore, passione, organizzano impiegando
tanto del loro tempo, meritano il plauso della cittadinanza tutta e non solo. Ben vengano, quindi,
manifestazioni, spettacoli, recital a carattere locale che, in una realtà
piccola, del profondo sud, quale
Racalmuto, rappresentano un notevole passo avanti e denotano che almeno
una parte dei racalmutesi è pronta a muoversi, vuole fare sentire un fermento in essere. Se poi si tratta, come
nella prossima occasione organizzata dai professori Campanella e Carbone, di portare
in scena commedie, poesie inedite del Tinebra
Martorana, illustre compaesano del passato,
il successo è assicurato anche con costi
abbastanza contenuti.
La mia visione, però, pur plaudendo insieme a tanti, è
ben altra. Racalmuto, se vuole sfruttare le strutture, in un’ottica di ritorno
economico e di immagine, dovrebbe
pensare in grande, dovrebbe prendere coscienza che questo paese è conosciuto in
tutto il mondo o almeno da quella parte che mastica letteratura, come il paese
di Leonardo Sciascia, scrittore del ‘900, apprezzabile o non secondo linee di
personalissimi pensieri. E quindi: il Teatro, con rappresentazioni di famose
compagnie, la Fondazione, con l’organizzazione di conferenze, incontri
culturali con personaggi famosi e con l’istituzione di eventi annuali (come
esempio mi viene in mente Erice, il centro ricerche di Zichichi che faceva
confluire nel trapanese i più grandi scienziati
del mondo), il Castello Chiaramontano, con mostre di artisti affermati ed eventi
culturali e di spettacolo. Non possiamo pensare di ridurre tutto esclusivamente ad apprezzabilissime recite ma di contenuto locale, azioni e contenuti, ripeto per non essere
frainteso, più che meritevoli.
Ma
proiettarsi e proiettare finalmente il paese verso ampi orizzonti fatti di
altruistici impegni di onesta, oggettiva attuazione. Altrimenti, come dici tu,
sarà un paese decurtato da ampie possibilità ancor prima di un qualunque inizio.
Salvatore Alfano
Condivido il discorso. Ma è tutto tempo perso, dia retta a me. La gente stravolge fatti e intenzioni, scambiando queste ultime per adulazioni,mai interpretazione fu più errata.E a tutti i costi,negando il prima, durante e dopo, vogliono farsi ragione. Ma le persone, si sa, sono strane; spesso i loro insegnamenti, le loro parole, cozzano con i comportamenti, specchio dell’intimo e autenticità dell’ essere.
RispondiEliminaAll'Anonimo che ha inviato il commento per ben due volte. La prima non pubblicato e la seconda, mi vedo costretto a fare lo stesso. Per i motivi che mi permetto di spiegare: non pubblico commenti dove si avanzano estromissioni, sostituzioni e altro, aggiungendo pareri personali circa la capacità o meno di svolgere determinati compiti e dove si dice che altri lo farebbero di gran lunga meglio o che si favoriscono alcuni amici piuttosto che altri. Condivido alcune sue proposte circa lo sfruttamento turistico del territorio e di alcune strutture. Quando vuole che vengano pubblicati suoi articoli o commenti, come ho già avuto modo di dirle, apponga la sua firma in calce, in considerazione anche del fatto che Lei, nel suo commento, riferisce nomi. In ultimo, per chiarire: posso essere amico di tutti ma quando si parla di Racalmuto, cerco di essere più imparziale possibile. Quindi non proteggo alcuno da critiche. La ringrazio e La saluto. Salvatore Alfano
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