lunedì 4 febbraio 2013

ETTORE E ACHILLE



" L’uomo è ossessionato dalla dimensione dell’eternità e per questo si chiede: "le mie azioni riecheggeranno nei secoli a venire?".

I personaggi  sono i protagonisti di una delle più grandi guerre: la guerra di Troia. Conosciamo tutti la storia: secondo la tradizione della mitologia greca, il conflitto ebbe inizio a causa del rapimento di Elena, la regina di Sparta, da parte di Paride, principe troiano. Il marito di Elena, Menelao, grazie all’aiuto del fratello Agamennone radunò un incredibile esercito, formato dai maggiori comandanti dei regni greci e dai loro sudditi, muovendo così guerra contro Troia. Il conflitto durò all’incirca 10 anni, con gravi perdite da ambo i lati. Fra le vittime più celebri l’invincibile Achille, principe di Ftia, ed Ettore, figlio del re Priamo e campione della resistenza troiana. La città venne infine conquistata e distrutta.

Questa affascinante leggenda narrata dall’epica, presenta notevoli possibilità di riflessione sull’uomo, sui suoi comportamenti, sui suoi modi di essere.

In particolare, all’interno di questo racconto si possono  mettere in evidenza la personalità di alcuni personaggi:  Achille e Ettore.

Entrambi  combattono la stessa guerra ma ognuno di loro rappresenta due qualità del comportamento umano differenti che pur possono confondersi tra la polvere del duello.

Achille  è un personaggio ambiguo e un po’ infantile. Non vorrebbe combattere , ma  viene attirato e convinto a combattere una guerra da una semplice promessa e prospettiva di gloria e immortalità. Queste due  parole fanno breccia nel suo animo perché alimentano in lui il sentimento che gli appartiene maggiormente: l’ORGOGLIO. Quel sentimento procedente da eccessiva stima di sé,  poca o nessuna degli altri, diventa il motore delle sue azioni. Un altro aspetto del suo comportamento, compagno dell’orgoglio: la PRESUNZIONE, cioè, "un aspetto del carattere che connota un’eccessiva sicurezza delle proprie convinzioni senza verificarne la veridicità". ... E così è l’orgoglio: "una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti". Ma è proprio questo il suo punto debole rappresentato topograficamente dal tallone. L’orgoglio che lo indebolisce. Achille forte e invincibile nel corpo si mostra così ai nostri occhi:

- egocentrico: usa la guerra per far sì che il suo nome diventi leggenda. È in nome di questo     che combatte e uccide altri uomini;

- rigido: ha una sua visione di tutto ciò che lo circonda (dal comandante all’avversario) discordante dalle sue stesse azioni ma, nonostante questo, mai una volta rivaluta la sua posizione né quella degli altri;

- oppositivo: è  una continua negazione di tutto per partito preso. Si oppone anche alla guerra e al comandante per cui combatte.

- vanitoso: è per orgoglio che va in guerra, perché il suo nome venga ricordato. Fa tutto in funzione del giudizio dei posteri.

- permaloso: è indotto a credere, per i suoi elaborati di pensiero non del tutto corretti, che gli altri parlino male di lui in termini negativi, ma senza verificare se ciò sia vero.

- suscettibile in modo negativo: le sue reazioni rispetto agli eventi sono rappresentate sempre come esagerate e sproporzionate.

Si comporta come "un bambino"; sebbene abbia superato l’età in cui questi atteggiamenti sono fisiologici, egli sembra totalmente immerso più che nell’acqua magica del fiume Stige, nelle fasi transitorie.

"E’ triste essere adulti senza essere cresciuti" ("Un Giudice". F. De Andrè)

E sarà l’orgoglio che lo ucciderà e gli farà perdere le  occasioni della vita.

Ettore  appare come un condottiero gentile, garbato, cordiale, calmo, moderato, riservato, autorevole, auto conciliativo... e rappresenta la DIGNITA’.

Ettore ha un alto sentimento e rispetto di sé, sa di valere e, in virtù di ciò, le sue azioni e i suoi comportamenti, dalla prima scena all’ultima, appaiono contraddistinti da capacità di logica e di razionalità, affetto positivo, aggressività positiva.

Le situazioni in cui si viene a trovare sembra che non abbiano mai la capacità di travolgerlo, sconvolgerlo, trasfigurarlo. Mantiene sempre il contegno. Non mostra orgoglio. In lui vince sempre la saggezza e la dignità.

Achille lo sfida  convinto di aver subito un torto  e lui lo affronta. Ettore con dignità raggiunge il suo avversario. Non lo aggredisce ma  non  fugge dal duello  per dignità. Non si preoccupa del rispetto che Achille ha per lui, ma di quello che egli ha nei confronti di sé stesso.  Muore sì, ma come ha sempre vissuto: con dignità.

Naturalmente, questi personaggi incarnano delle tipologie di alcune componenti comportamentali totalmente percepibili e divisibili. Al di fuori dell’epica, nei comuni esseri umani, abbiamo sfaccettature diverse, elementi positivi e negativi mescolati che contraddistinguono il nostro comportamento. Ciò è un bene perché è l’analisi delle nostre modalità di reazione (comportamento) che ci permette di comprendere il livello di maturità che abbiamo raggiunto, i conflitti che non abbiamo ancora risolto, le fasi transitorie che non abbiamo del tutto superato o, semplicemente, la saggezza cui siamo arrivati.

In ogni caso, la vita come la storia  ci insegnano  che  la dignità è quella guardia del corpo che ci impedisce di bruciare la nostra integrità. Che ci troveremo a combattere qualunque battaglia, qualunque guerra , che avremo di fronte Achille  o altre persone ed eventi avversi, spiacevoli, incomprensibili, se avremo sentimenti di rispetto e amore per noi stessi, essi non saranno mai distruttivi... una freccia in un tallone non può essere mortale!


"I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro".

( Kostantin Kavafis, Itaca)
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1 commento:

  1. ANONIMO. Signor Alfano mi consenta di riportare questo periodo del suo articolo. spero che lo pubblichi .
    C’è gente che consapevole e accecata dalle proprie capacità, crede che questa sia l’unica chiave per aprire qualunque porta della vita. Questa gente, poco modesta, non tiene conto di tutti i modesti e tende a guardarli con distacco, con sufficienza, quasi con disprezzo.
    Al di fuori dell’epica, nei comuni esseri umani, abbiamo sfaccettature diverse, elementi positivi e negativi mescolati che contraddistinguono il nostro comportamento. Ciò è un bene perché è l’analisi delle nostre modalità di reazione(comportamento) che ci permette di comprendere il livello di maturità che abbiamo raggiunto, i conflitti che non abbiamo ancora risolto, le fasi transitorie che non abbiamo del tutto superato o, semplicemente, la saggezza cui siamo arrivati.

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