sabato 16 febbraio 2013

BAMBINI IPERATTIVI: COSA FARE ?


È un’espressione tipica della nostra epoca, di cui i genitori spesso abusano e per la quale chiedono spesso aiuto, che comprende tutta una gamma di situazioni che vanno dalla normale vivacità, passando per l’irrequietezza per arrivare a forme “patologiche” di reale iperattività, chiaramente dannose per la vita di relazione dei bambini e delle loro famiglie.

La definizione “come l’acqua del mare” usata quando si parla di bambini è un’espressione largamente accettata e condivisa. Ma il limite dell’accettabilità, nel tempo, si è abbassato man mano che la scolarizzazione si è anticipata sempre di più. Questo confine tra accettabilità e insopportabilità del comportamento di un bambino vivace si è fatto sempre meno preciso perché ogni genitore lo filtra attraverso la sua esperienza di vita ormai troppo frenetica per permettere una serena attenzione, troppo impegnata per dedicargli tempo prezioso, e soprattutto perché contaminata da una scelta educativa troppo permissiva che non prevede l’uso dei limiti. Quanto questo cambiamento nel concetto di iperattività dipenda da noi e quanto dalla società in cui viviamo che esige bambini che a 2 anni siano attenti alla lettura, a 3 siano capaci di usare un tablet e a 4 stiano seduti nei banchi dell’asilo per un alcune ore, non possiamo dirlo. Sappiamo solo che da una parte schemi educativi poco rigidi e tempi ridotti, e dall’altra forti limiti di spazio e tempo alla loro esuberanza, ci hanno portati ad osservare sempre più bambini con queste caratteristiche.

Qualche consiglio:

Fate giocare di più il bambino e aspettate i suoi tempi di maturazione. Spesso, anche se molto intelligenti, alcuni bambini fanno più fatica a concentrarsi e a organizzarsi rispetto ai coetanei.

Alleatevi con gli insegnanti condividendo con loro questa situazione in modo che impegnino il piccolo in attività diverse che richiedano un’attenzione per breve tempo.

Fate osservare al bambino poche regole basilari del vivere civile, che ritenete fondamentali e sulle quali non transigere, senza assillarli con continui richiami come “stai fermo” o “non toccare” riferiti a qualsiasi situazione, che suonano poco credibili e sono praticamente inefficaci: “Se non posso fare niente, e faccio tutto, vuol dire che posso fare tutto!”

Considerate normale e permettete loro ciò che hanno sempre fatto i bambini: sedersi per terra, sporcarsi il vestito, sudare giocando con gli amici, correre oppure cantare a squarciagola.

E quando questa “normale e fisiologica” iperattività diventa incontrollabile e si associa a disattenzione, grave incapacità a concentrarsi, impulsività e rappresenta un ostacolo per la vita sociale del piccolo? Allora potrebbe trattarsi della Adhd (Attention deficit hyperactivity disorder). In questa sindrome, la cui causa è neurobiologica e multifattoriale, è richiesto l’intervento congiunto di un team composto da neuropsichiatra infantile, psicologo e pedagogista, che lavori in modo corale con il supporto di una terapia farmacologica.

Anche in questo caso è importante riconoscere e valorizzare le qualità del piccolo, che non riesce a controllare la relazione con gli altri in uno slancio di esuberanza che può diventare aggressivo. Una volta che la situazione viene presa in carico, l’incontro tra genitori, insegnanti ed esperti può diventare molto utile perché è innegabile che per questi bambini e adolescenti l’educazione è più impegnativa. L’Adhd rappresenta infatti una sfida: gli adulti devono sforzarsi di vedere nel figlio la persona che diventerà, cercando di ottenere il massimo da lui, grazie soltanto a una grande e onesta collaborazione tra le parti che se ne fanno carico.

E l’alimentazione, ha qualcosa a che fare con l’iperattività? Ad oggi nessuna delle ipotesi che sono state avanzate, che privilegiano alcuni alimenti rispetto ad altri, hanno un fondamento scientifico. Per cui, bando alle false speranze e soluzioni, valgono le solite raccomandazioni di una buona educazione alimentare che preveda l’uso di cibi vari, moderati nelle quantità ed equilibrati nella varietà e, soprattutto, tanta frutta e verdura da consumare a tavola tutti insieme, a Tv spenta.


Dott.ssa Marina Cammisa
Pediatra
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