Un ruolo per ciascuno.
E’ questo l’atteggiamento giusto che
porta ad un futuro migliore. Un impegno ponderato civilmente, culturalmente
e responsabilmente appropriato.
Qualcuno mi ha esortato a parlare dei giovani,
piuttosto che ribadire concetti già ampiamente sviscerati, a ridare speranze
annientate da troppi fatti che non hanno trovato prossimi riscontri in
positivo. Altri hanno puntato il dito sulla comunità racalmutese, responsabile,
a loro dire, anche se non in prima persona, dei disastri accaduti negli ultimi
tempi. Responsabile in quanto non è stata capace o semplicemente non ha voluto ribellarsi ad un andazzo fatto da troppi condizionamenti e atteggiamenti
diventati, col trascorrere del tempo, parte integrante di un modo di pensare e
operare.
Io non voglio giustificare nessuno perché penso si debba avere sempre
il coraggio di lottare con le proprie forze e opporsi a sistemi clientelari. Ma credo che,
nella realtà locale, non si possa condannare a cuor leggero alcun personaggio appartenente a questo
paese.
Racalmuto, diciamoci la verità, non ha mai avuto grandi risorse, forse
perché non sono state sfruttate o semplicemente perché è un paese
dell’entroterra siciliano, che ha
vissuto di agricoltura, di miniere e piccoli commerci. Il racalmutese è sempre
stato vivo di intelligenza non sottomesso al potere, ma furbescamente convinto che
l’unica strada per migliorare la propria situazione economica era quella di
riporre le effimere speranze verso questo o quel personaggio. Rare le occasioni
e poche le possibilità per riuscire ad affermarsi con mezzi propri. Non credo
si possa condannare chi, anche per esigenze quotidiane, ha sperato in qualcosa
che potesse risolvere una situazione che impediva, non di pretendere una vita
tra i viaggi e il lusso sfrenato, ma un’esistenza che permettesse di portare a
casa il pane per i propri figli. E non dimentichiamo che per fare questo, molti
nostri fratelli hanno perso la vita nelle miniere sparse nel territorio,
lasciando giovani vedove e figli troppo piccoli per occuparsi del sostentamento
della famiglia.
In contesti diversi queste realtà, purtroppo, si stanno ripetendo
e in tutto questo credo che i giovani subiscano la frustrazione di non riuscire
a trovare la soluzione ai propri problemi e
a quelli delle persone a loro vicine. I giovani racalmutesi hanno dalla
loro materia grigia alimentata da una terra ricca di sale ma povera di risorse, che li ha dotati di capacità di industriarsi e improvvisare e di intelligenza,
tutte qualità che non riescono ad esplicare per mancanza di strutture idonee o
mezzi che possano permettere loro di trovare giuste soluzioni ai tanti problemi.
L’unica via, non condanniamoli per questo, è cercare fortuna altrove.
E di
conseguenza assistiamo anche a un altro fenomeno, impensabile fino a poco tempo
fa; gli adulti, i genitori, che seguono la via dei figli e abbandonano una
realtà che li rende preoccupati per il loro futuro e quello dei loro cari.
Questo succede anche in questa piccola comunità incastonata in uno spazio più
ampio, la Sicilia, che appare così ricca di risorse agli occhi del forestiero e
dove l’unica via sembra essere semplicisticamente, forse troppo, l’impegno e la
volontà. Una terra che inizia a non avere più paura ma che, senza sfrontatezza
alcuna, ancora timidamente, osa alzare la testa e scegliere il proprio futuro.
Ma qui, ancora per mancanza di risorse, il paese si impoverisce, forse anche
per marginali interessi del potere nazionale o regionale, temporalmente
destinati a prossimi confronti elettorali, fatti di ripetute promesse e di
aspettative vanificate. Perde figli eletti, che non possono,
più che non vogliono, rimanere e lottare, intellettivamente dotati, futuri
uomini, affermati professionisti o semplicemente persone capaci, in grado di
risollevare le sorti di questo meraviglioso paese.
Racalmutese Fiero
C'è' un vecchio detto che dice, spero di ricordar lo bene, magari qualche anziano potrebbe essere più' preciso: il...grillo...che canta sopra la gregna muore di fame, mentre la laboriosa formica continua a lavorare.
RispondiEliminaE' un peccato che un paese debba privarsi di tante risorse per mancanza di lavoro ed è un peccato ancora più grande che tanti giovani debbano privarsi del proprio paese
RispondiEliminaNon e detto che i GIOVANI DEBBANO privarsi del proprio paese,sta proprio a loro riscattare l'orgoglio di essere RACALMUTESI la furbizia sta a non farsi prendere in giro da falsi politicanti.
EliminaA.M.
I giovani a Racalmuto dovrebbero associarsi in cooperative. Rivalutare arti e mestieri e recuperare antichi lavori di agricoltura, quali la pastorizia e di artigianato
RispondiEliminaTanti movimenti giovanili sono stati formati qui a Racalmuto. Ma si sono arenati di fronte a difficoltà' insormontabili
RispondiEliminaPiù' volte noi giovani abbiamo cercato di dire la nostra, ma siamo stati immediatamente zittiti da chi non aveva nessun interesse che le cose cambiassero e che anche noi potessimo avere un ruolo nella società' racalmutese. Io sono un giovane neo laureato, non ho nessuna intenzione di abbandonare il paese, ma chiedo ai commissari di aiutarci, di guidar ci per far affermare i nostri diritti e per ridare fiducia a tanti ragazzi che, come me, rischiano di perdere la speranza.
RispondiEliminaGiuseppe M.