(Amare
considerazioni in una lettera ad un amico)
Caro Salvatore,
a volte certi fatti ti fanno venire in
mente cose dimenticate come la favola che voglio raccontarti.
Uno scorpione
doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana
che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per
favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La
rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi
uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione
"Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare,
annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della
sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme
entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì
di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la
rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno
scorpione..." rispose lui "E' la mia natura"
Caro
Salvatore, è la loro natura, anche se volessero non potrebbero fare
diversamente di come hanno fatto, di come fanno e di come faranno. Mi rendo conto solo adesso che bisogna essere
dei gran presuntuosi pensando che basta scrivere una buona idea e proporla, per
fare cambiare la natura delle cose e delle persone. I nostri cari politici sono
per natura allergici al cristallo, e comunque se ai Racalmutesi va bene così,
chi siamo noi per contraddirli? Se vivessimo a Racalmuto e fossimo più giovani,
li potremmo stracciare con la fantasia, ma la gioventù è fuggita, lasciamo
questo compito alle nuove generazioni, se lo vorranno.
E’
la loro natura, amico mio, e niente e nessuno potrà mai cambiarla. “Munnu ha
statu è munno è”! Racalmuto è diventato
un popolo di rassegnati: nessuno che si organizzi in proteste anche plateali
contro questo modo di governare, timide inventive si hanno solo se toccano il
portafoglio. Ci rassegniamo
ad assistere ogni estate all'incendio di migliaia di ettari di bosco;
a sentir dire e a veder fare cose che non diremmo e non faremmo mai. Ci
rassegniamo a tutto. Ci rassegniamo al fatto che possiamo scrivere una lettera
come questa, vederla anche pubblicata magari, sapendo perfettamente che
non serve a nulla, proprio a nulla. Ci rassegniamo ad abbaiare alla luna, forse
è questa rassegnazione che ci impedisce di impazzire. E’ la salvezza per
chi la rassegnazione ce l’ha nel Dna. Capisco a volte che l’amore per il luogo
dove si è nati, dove risiedono i propri ricordi, può spingerti ad atti di
disinteressata generosità, ma proprio perché disinteressata si rischia di
essere fraintesi e quindi visti con fastidio e diffidenza; la sola idea che si
possa fare qualcosa per il paese senza niente in cambio, li fa impazzire. E’ la
loro natura, in tanti lo hanno detto e scritto, e noi possiamo solo prenderne
atto. Una volta comandare era meglio di
fottere, oggi comandare non interessa più a nessuno, purtroppo.
Noi,
ti ricordi, parlavamo di quadri ritrovati, di zolfatari, di come passavamo le
vacanze da ragazzi, di catapecchie cadenti e cose di questo genere, poi
purtroppo, qualcuno ci ha accusato di stare con le mani in tasca, di seminare
pessimismo e malcontento, di fare solo chiacchiere inutili incitandoci a fare
qualche proposta concreta e noi come dei fessi l’abbiamo fatto, abbiamo creduto
che i tempi fossero maturi per una nuova stagione politica, che Racalmuto non avrebbe perso
questa occasione per rinascere, per
riscattarsi, per liberarsi da quell’unico motivo per cui si è fatto, si fa e si
farà politica. La speranza che almeno chi, dotato “di lu cuocciu di la littra”
e che ha respirato aria continentale raggiungendo una certa notorietà si
potesse spendere per una nuova stagione politica per il paese, prendendo una
ferma posizione, formando o suggerendo un pugno di persone serie e
disinteressate per resettare i vecchi metodi, per scrostare il calderone del
buon governo, purtroppo non c’è
stata. peccato!
Rischiamo anche, caro amico, di essere
considerati dei grandissimi rompicoglioni, da chi già progetta il futuro per
questo paese silenzioso, da tutti quelli che hanno in mente cosa è bene e cosa
è male per questi cittadini distratti da mille pensieri, da tutti quelli che lasceranno
che un giovane resti seduto ad un tavolo di bar con la bottiglia in mano,
passando dalla rassegnazione alla catalessi.
Quando ero studente a Palermo e mi recavo a
fare la spesa in quel mercato meraviglioso che
si chiama “la vucciria”, ero attratto da quei banchetti dove un
lestofante e i suoi complici facevano il gioco delle tre carte, mentre uno
manovrava con le carte, qualche compare ripeteva in continuazione :“mutu cu
sapi lu iuocu”. Forse l’ hai dimenticato,
Salvatore, ma dalle nostre parti è così, chi conosce il gioco deve stare muto,
lasciando che i polli abbocchino; non deve disturbare il conducente che deve
portare i passeggeri come e dove vuole lui. A questo punto mi chiedo e ti
chiedo, caro amico, per quanto spinti da sentimenti forti per un paese che a
fatica riconosciamo, ma ne vale
veramente la pena visto che è tutto inutile dal momento che è nella loro
natura?
Roberto Salvo
La notte è lunga, l'insonnia incombe, si naviga, si legge, si passa il tempo e si invidia chi, come voi cari Roberto e Salvatore, amate ed idealizzate qualcosa che fu, che non è, che non sarà mai più. Vivete lontani da qui dove chi grida di più ha ragione, chi comanda fa legge, cu stà sutta aggruppa fila...e noi, gente comune, aggruppamu di la matina a la sira! Niente lascia credere che qualcosa possa cambiare, i commissari stanno a malapena a galla, tra pastoie burocratiche e impiegati pronti all'ammutinamento della nave. Non c'è storia, non presente e non futuro per una terra in cui ognuno mira al proprio esclusivo interesse, non bene comune, non vivere civile non nulla di nulla, solo un gran vociare, un gran voler far credere qualcosa della quale, alla fine, non è convinto nemmeno chi si agita e strepita alla ricerca di una legalità lontana anni luce dal nostro vivere. E' una terra amara la nostra, vittima di una classe politica che dopo aver premiato se stessi, adesso cerca lembi di potere e prebende per figli incapaci e più inetti ancora dei loro padri. Niente da segnalare, niente da annotare in un diario in cui le pagine sono tutte assolutamente identiche, tutte bianche, tutte di assoluta ordinaria follia. Scorre la vita, i giorni, le ore, niente cambierà perchè niente vogliamo sia diverso. Siamo nel limbo, tra color che son sospesi, tra chi cambia colore e casacca per sopravvivere, per arraffazzonare scarti di potere. Questi siamo, saremo e rimarremo. Nei secoli dei secoli. Buona notte.
RispondiEliminanon sarei così pessimista. Viviamo una stagione di sospensione della democrazia, sia in paese che fuori (vedi la mancanza della preferenza). Inoltre non è soltanto rassegnazione, ma timore, timore di collocarsi dalla parte sbagliata, dalla parte di chi subirà le angherie del vincitore.
RispondiEliminaIl sign. Salvo in effetti, ha dimenticato di parlare di tutte quelle persone che stanno in attesa di capire quale sarà il carro del vincitore per salirci sopra trionfalmente. Sono i vincitori che amministreranno il paese, conviene stare dalla loro parte; perché i perdenti contano quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni
EliminaCaro Roberto, hai fatto una splendida analisi di quanto avviene nell'animo del nostro paese.Bellissimo l'accostamento con la favola raccontata nel post.
RispondiEliminaMi rendo conto come il cambiamento sia difficile in questo contesto e non solo.L'altro giorno ,in occasione del festival della legalità che si è tenuto a Palermo a villa Filippina,sono andata a sentire quello che i candidati alla presidenza della regione(i futuri governatori!)avevano da proporre:ho assistito ad un indegno esercizio della democrazia!Hai presente il teatrino dei pupari? La stessa cosa.Faccie e parole irricevibili.
Due ragazze ,indignate come me,avrebbero voluto intervenire ma non è stata data loro la possibilità di farlo.Questa facoltà era accordata solo a quattro imprenditrici, già allertate,e solo a due dei candidati anche loro preinformati.Abbiamo urlato la nostra rabbia e abbiamo abbandonato"la bella assemblea democratica". Penso, però ,che i giovani non ci staranno.Loro sono la nostra speranza in un futuro migliore.
Maria Di Naro
La democrazia è sospesa perchè i bisogni primari non sono soddisfatti, non si è liberi di votare, si spera, ci si illude, ci si affida a chi poi, ben sappiamo, non ci risolverà alcunchè. Ma questa è, il voto è merce di scambio, lo sappiam otutti. Non esiste il voto di opinione nè tanto meno il voto libero. I giovani? Peggio mille volte peggio d iquando eravam onoi al loro posto. Non sanno muoversi, non si adoperano, aspettano, lenti come lucertole al primo sole, inconsapevoli del potenzia le potere che regna in essi. Incoscienti e abulici, insoddisfatti e vacui, non presenti in niente, hanno delegato il loro futuro in mani di politicanti senza scrupoli che li usano li sfruttano li buttano. Ne son ben contenti, prova ne sia che non si adoperano a nulla. E i risultati deflle prossime regionali mi daranno ragione...
RispondiEliminaLeggo molto pessimismo sia nella sua lettera, sig Salvo e anche nei commenti. In effetti la realtà attuale tenderebbe a non far ben sperare. Spesso questo blog si è adoperato, con moderazione, facendo riflettere quanti seguono i vostri articoli. Qualcosa è cambiato in paese anche grazie a voi di Castrum Racalmuto Domani. Certo, non perchè leggiamo quanto scrivete, cambiamo le nostre idee ma ci aiutate a riflettere e ad adottare quei cambiamenti che reputiamo giusti. I cambiamenti, si sa, si ottengono in tanto tempo, nulla è immediato, ma voglio sperare che siamo sulla strada giusta. Sarebbe molto grave se così non fosse. Se lei, sig Salvo, vede altre soluzioni, altre strade da percorrere, ci indichi la direzione. Se il suo suggerimento sarà giusto, saremo ben lieti di seguirlo.
RispondiEliminaA.M.
Caro Roberto,tu con amarezza scrivi "tutto inutile dal momento che è nella loro natura", ma dimmi perchè tu,Maria,Salvatore pur essendo racalmutesi non avete la "loro natura"?
RispondiEliminaQuella che tu chiami natura può essere pessimismo, scarsa fiducia in se stessi, e soprattutto mancanza di un leader che si metta alla testa di una vera "sollevazione". La Sicilia esempi ne ha dati e ne può dare anche Racalmuto! Roberto, dico a te, mettiti alla testa di una RIVOLTA, fai comizi in piazza, incita alla ribellione. Spesso il popolo che sembra dormire ha bisogno semplicemente di capi che lo sappiano guidare.
Quando insegnavo a Castronovo un giorno sono stata convocata in municipio da un assessore che mi fece praticamente un acerbo rimprovero. Ricordo ancora le sue parole: a Castronovo non era mai successo che gli studenti facessero una manifestazione pubblica di protesta, ma da quando c'è lei, prof. Ficarra, i nostri ragazzi non si riconoscono più.
strano signora giuseppina,come incita il signor salvo e il signor alfano a una ribellione popolare,da loro confermato che sono contrarii anzi sono dalla parte della legalita,anche se sono eterni contestatori delle paese non si riesce a capire quale è la loro linea,
EliminaOgnuno è libero di scrivere e incitare chi vuole a tutte le ribellioni che vuole. Sta ai protagonisti valutare liberamente e secondo le loro idee, agire in linea con i propri principi. La nostra linea, caro anonimo non è quella di contestare per partito preso. Ma si cerca di far riflettere quanti non amano un certo andazzo delle cose in paese. Sperando che Racalmuto possa avere un futuro migliore. A lei, così come vanno le cose, sta bene o preferirebbe che tutti agissero nell'interesse del paese? Auguri per il suo futuro
RispondiElimina