sabato 6 ottobre 2012

TANTI VANTAGGI CON I PRODOTTI DI STAGIONE


I prodotti di stagione sono da anni raccomandati da noi nutrizionisti in quanto migliori rispetto ai prodotti di serra o importati da Paesi lontani. Le ragioni per questo univoco consiglio non sono sempre chiare al grande pubblico, o quanto meno lo sono solo parzialmente. La prima motivazione attribuita a questa scelta da parte delle persone comuni è che i prodotti di stagione sono più gustosi e profumati, aspetto sicuramente importante, ma vi sono vantaggi ulteriori che riguardano ragioni nutritive in senso stretto, oltre che economiche ed ecologiche.

Dal punto di vista nutrizionale l’elemento cardine è il contenuto in vitamine e sali minerali, molto elevato nelle frutta e verdure che arrivano naturalmente a maturazione e vengono a breve consumate. I prodotti di serra invece presentano mediamente un contenuto vitaminico inferiore, in particolare per quanto attiene alla vitamina C e al β-carotene, in quanto subiscono una irradiazione solare scarsa o perché, per aumentare la durata di conservazione, vengono raccolti prima della completa maturazione. Altra possibilità è che i vegetali non stagionali siano stati stoccati o siano stati importati. In entrambi i casi il problema è relativo al tempo e alle modalità di conservazione. Con il passare dei giorni, delle settimane o anche dei mesi (si pensi che le mele possono essere conservate per 1 intero anno) avviene una graduale degradazione delle vitamine, amplificata dall’esposizione alla luce e dalle temperature più elevate. La vitamina C, la più labile tra tutte, nelle mele conservate in casa per 2 mesi si riduce di 2/3 e scompare completamente nella verdura conservata per qualche giorno a temperatura ambiente, la vitamina A si riduce del 35%, più stabili invece le vitamine del gruppo B e la vitamina E.

I prodotti stagionali inoltre hanno tendenzialmente percorso meno chilometri, e pertanto causato minor inquinamento; ma ancora, utilizzando i ritmi naturali di accrescimento, necessitano di minor energia di produzione e di un uso inferiore di pesticidi e fertilizzanti chimici. Tutto ciò si traduce in un minor impatto ambientale e in un costo al consumo mediamente inferiore.

Ancora, parlando di prodotti stagionali si fa primariamente riferimento a quelli agricoli, ma è utile ricordare che anche i prodotti di origine animale hanno una forte stagionalità, seppure grandemente sovvertita nel mondo globalizzato. Un esempio emblematico sono i prodotti ittici che hanno delle fasi di nascita, crescita, riproduzione e deposizione delle uova scandite da ritmi biologici, e il rispetto di questi ritmi garantisce un prodotto nutrizionalmente più ricco (ad esempio, i pesci d’allevamento hanno un contenuto inferiore di omega-3) e dei costi di produzione, di gran lunga inferiori con il rispetto dell’ambiente senza compromissione della delicata catena alimentare.

Pertanto, sposare la scelta dei prodotti stagionali garantisce un apporto di nutrienti vario e completo, ha un minore impatto ambientale e sul nostro portafoglio e inoltre, dal punto di vista del comportamento alimentare, soddisfa il principio della varietà tanto difficile da applicare anche per noi adulti ma specialmente per i nostri bambini.


Dott. Federico Mordenti
Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento