lunedì 22 ottobre 2012

La Repubblica fondata sull'imbroglio?


L'incipit della nostra costituzione repubblicana recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."

Forse è il caso di rispolverare un po’ la memoria storica e cercare di capire cosa è successo con la prima votazione che fu l'embrione della attuale repubblica italiana, cioè a dire il referendum istituzionale per scegliere tra monarchia e la repubblica che fu celebrato il 02 giugno 1946, dopo la guerra e dopo la liberazione, ed in particolar modo cosa è successo in quella prima votazione.

Penso sia pacifico ormai affermare che gli americani siano sbarcati con la mafia e la camorra e che i primi sindaci del dopo guerra furono nominati dagli americani ovviamente su indicazione degli amici degli amici. Poi si va al referendum e vince la Repubblica con 12.700.000 voti contro i 10.700.000 a favore della monarchia, uno scarto di 2.000.000 e con un forte sospetto di brogli elettorali. Analisi statistiche avrebbero poi evidenziato come il numero dei voti registrati fosse largamente superiore a quello dei possibili elettori. Certo che con i comuni del sud italia in mano a sindaci nominati dagli americani ed uomini fidati della mafia che avevano tutto l'interesse di far fuori la monarchia, il sospetto di broglio elettorale diventa quasi certezza di imbroglio istituzionale. Un medico racalmutese, anatomopatologo, docente all'Università degli studi di Palermo, Dott. Prof. Calogero Burruano profondo conoscitore e studioso del corpo umano e dei suoi meccanismi già dal 1946, forse aveva capito quali vizi della psiche umana e quali menti deviate e degenerate avrebbero governato l'Italia repubblicana da lì a venire. Infatti si racconta che quando il messo comunale si recò presso la casina di Don Liddru - così veniva chiamato Il Prof. Burruano  in paese -  in contrada Bovo,  per consegnargli il certificato elettorale per il referendum, fu cacciato via dal medico a male parole per sette generazioni a salire e sette generazione a scendere e diffidato a non mettere più piede nella sua campagna. Il messo comunale ci riprovò altre volte ancora sino a supplicarlo, avendo ricevuto ordini perentori che il certificato ad un notabile come Don Liddru andava assolutamente consegnato. Don Liddru, figlio del medico filantropo Don Ciccu Burruano, era anche lui conosciuto in paese come benefattore e pertanto non gli si poteva fare uno sgarro e non consegnargli il certificato elettorale ed allora bisognava provarci tante volte sino a trovare Don Liddru disponibile e libero dai suoi studi e che non stesse riposando.

Il medico quando si rese conto che non avrebbero desistito dal disturbare il suo ritiro in campagna nella periferia del paese, per riposarsi e studiare al riparo del caos palermitano, dove lavorava, lontano da ignoranti e miseri pettegolezzi di qualche compaesano, che pur avendo ricevuto la sua assistenza medica gratuita durante la guerra e salvato molti bambini dal tifo non gli risparmiavano giudizi di ogni sorta, pensò bene di prendere un foglio uso bollo come si usava una volta, ci attaccò una marca per diritti di pubblicazione la annullò con un segno a per con la penna, lo attacco dietro la porta di ingresso, e scrisse:

Me ne fotto della Repubblica,
Me ne fotto della Monarchia,
Voglio vivere a casa mia,
vado in culo a chicchessia.

Firmato
Dr Prof. Calogero Burruano.

Don Liddru, da studioso profondo di medicina, più che dubbi forse aveva delle scientifiche certezze sulle ulteriori follie e vizi delle menti umane che si apprestavano a governare l'intera Italia repubblicana. I fatti contemporanei di cronaca politico-giudiziaria  per fatti di malapolitica che non giudicano fatti, ma giudicano le attitudini e la natura di alcuni politici, sono atti e fatti che, forse, potrebbero essere i riscontri alle teorie e alle idee del Prof.Dr Calogero Burruano, docente di anatomia e fine studioso della fisiologia del corpo umano e a quel famoso rifiuto a partecipare al referendum e al giudizio che si era fatto dei futuri politici repubblicani. Idee e teorie che Don Liddru trattenne per se, purtroppo, nel chiuso della sua casina in contrada Bovo dove ormai non bussa più nessuno, nemmeno per un certificato elettorale. Forse far conoscere le sue idee e le sue teorie,  filantropo come era,  avrebbe risparmiato molti guai alla sua Racalmuto e forse oggi non avremmo i Commissari Antimafia al Comune.

E il suo rifiuto a partecipare al referendum istituzionale del '46, che si concluse sotto forti dubbi di regolarità, ci fa sospettare che già lui avesse le idee chiare:

La Repubblica Italiana non fu fondata sul lavoro,

La Repubblica Italiana fu fondata sui brogli

                                                                                                                      Ignazio Scimè
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10 commenti:

  1. Ho conosciuto Don Liddru da ragazzo, era amico di mio padre. Conosco un poco di storie che lo riguardano, ma non mi pare avesse preferenze politiche di sorta. Non vedo come si possa legare il suo rifiuto a votare il referendum con il fatto che egli temesse brogli elettorali. Don Liddru, a mio parere, semplicemente se ne fotteva di tutto e di tutti. Forse la sua grande intelligenza, il rifiuto di ogni convenzione, che tutti pensavano fosse dovuta a una forma di "pazzia", lo ponevano al di sopra di tutte quelle attività che i comuni mortali ritenevano o facevano finta di ritenere importanti.

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    1. E' quello che appunto dice Ignazio; a don Liddru non importava nulla della politica e meno di andare a votare per la repubblica o la monarchia. Forse perchè sapeva bene che gli uomini, nel gestire la cosa pubblica, si sarebbero macchiati di imbrogli e malefatte

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  2. Ringrazio Ignazio per la sua conoscenza storica Racalmutese.G.C.

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  3. Nel nostro paese, secondo me, ci sono tante persone dotate di quell'intelligenza che contraddistingueva gli uomini di una volta. Ma preferiscono stare lontani da questa realtà attuale. A mio avviso il sig Ignazio Scimè ha voluto incitare queste persone a contribuire per la rinascita del nostro amato paese, Racalmuto

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  4. secondo me Ignazio invita in questo gran magna magna di corrotti politici di non andare a votare, io non sono d'accordo si deve votare la protesta

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    1. Votare la protesta? meglio sarebbe votare la proposta! "Quale proposta?" mi dici tu. Forse hai ragione! Forse non ci sono proposte! O, meglio, le proposte ci sono, ma riguardano solo l'interesse (con la "i" minoscola) personale e/o reciproco; giammai l'interesse per il bene comune. Ma cosa è il bene comune? E' una cosa che non esiste, o meglio, non esiste più tra noi! probabilmente prima esisteva; esisteva nella nostra mente, nella nostra e nell'altrui mentalità e comune formazione. Oggi di questo tema si è perduta la traccia. Non ti pare che, anche se a fatica ma con convinzione, non valva la pena di tentare di cercarla??.

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  5. Io non penso che il sig Scimè voglia dire di non andare a votare. Penso che il suo pensiero sia rivolto alla cattiva gestione della politica e della cosa pubblica, in cui si annidano tanti approfittatori capaci di mentire e di calunniare per raggiungere i propri obiettivi

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  6. Io non so se ci sono stati brogli o meno, so soltanto che quel referendum mi ha trasformato da suddito in CITTADINO. Che le cose sono andate come sono andate è solo colpa nostra, daltronde la libertà e le democrazia bisogna prima di tutto meritarsele, noi Italiani, noi Siciiani soprattutto l'abiamo buttate alle ortiche e ci piangiamo addosso. Forse siamo fatti per essere governati come gregge.

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  7. il referendum serviva per passare dalla monarchia alla repubblica. Poi suddito eri e suddito sei rimasto. A Londra c'è la monarchia e sono più cittadini di te e di me.

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    1. Caro amico, non commettere l'errore di paragonare cose non paragonabbili. Diversa la storia, diverso il popolo.

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