martedì 9 ottobre 2012

DELLA MORALE E DELLA DIGNITA’


Spesso mi chiedo cosa spinge un essere umano a calpestare principi basilari della civile convivenza basati su valori semplici: l’amicizia, l’onore, la morale, la dignità. Mi stupisco sempre, forse perché ostinatamente sprovveduto, quando constato la negazione di determinate evidenze pur di camuffare miserie umane e proseguimenti comportamentali lungi da quello che dovrebbe essere un agire leale. Ma cos’è la morale e cosa la dignità?
Una concezione dell'etica molto diffusa è che la morale sia relativa e soggettiva.
Ancora più pericoloso è il soggettivismo morale, quello secondo cui la morale è dettata dal sentimento personale, quello che si esprime con la formula "secondo me è così...", la quale blocca qualsiasi possibilità di dialogo e di confronto!
Ma la morale non è frutto di sentimenti istintivi, implica la ragione, implica anche la possibilità di educare i nostri sentimenti, le nostre emozioni e di conseguenza i nostri comportamenti nei confronti degli altri.
Arrivati a questo punto... cos'è la morale?
L'unica proposta morale che ha il merito della universalità è quella di considerare se stessi sempre in relazione agli altri, di comprendere che i nostri bisogni ed interessi non contano né più né meno di quelli di chiunque altro.
Agire prendendo in considerazione il risultato delle nostre azioni sugli interessi altrui, questo, e credo solo questo, significhi agire moralmente; e magari farlo non perché si "vince" il paradiso, ma perché siamo tutti sulla stessa barca e stringersi in "social catena"  non è solamente la cosa "più morale" da fare, ma anche la più intelligente! E, infine, analizziamo la dignità.
La dignità è il mantenimento del rispetto per noi stessi. La vita non è facile, e non sempre veniamo adeguatamente educati ad affrontarla. In più noi, per istinto di sopravvivenza, siamo portati ad un certo egoismo, unito ad una capacità innata di sfruttare il prossimo. Deve esserci un limite, un limite che non sia solo quello imposto dalle leggi dell'uomo, ma un limite che noi stessi ci poniamo, perchè, oltre, sarebbe indegno proseguire, anche se dovessimo riuscire a farla franca. Noi sappiamo bene quando sbagliamo, quando esageriamo, ma ci comportiamo diversamente, uno dall'altro, a seconda del nostro rispetto per noi stessi. E qui si vede la dignità. Si può essere poveri, sconfitti, incapaci di risolvere un problema, ma se sapremo non cedere mai alla tentazione di usare il prossimo, beh, avremo la nostra dignità. Il rispetto per se stessi è forse la cosa più importante nella vita di una persona. Perchè senza, non si ha nemmeno rispetto per gli altri.
Nella società moderna, dominata dall'ansia e dalla paura, la morale e la dignità sono state invece sostituite dalla ricerca del successo, creando una massa di perdenti e un nugolo di vincenti (che potrebbero essere i perdenti di domani); coloro che il successo non possono più averlo (deboli, vecchi, emarginati) sono spesso sostenuti con un pietismo che di fatto, umiliandoli, toglie loro anche l'ultimo granello di dignità, li rende dei "morti viventi".

Racalmutese Fiero
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