È
la malattia umana più comune, si diffonde con estrema facilità e passa in una
manciata di giorni. Con l’arrivo del freddo si apre la stagione del
raffreddore: tra le vittime per eccellenza ci sono i bambini, che possono
contrarre fino a otto infezioni l’anno. Responsabili sono i rhinovirus, una
famiglia di virus che conta un numero notevole di tipi diversi, tutti
ugualmente contagiosi. Infatti è proprio questa la caratteristica principale
del raffreddore: basta un leggero contatto, anche indiretto con un soggetto
ammalato o anche un portatore, per far comparire nel giro di alcune ore quel
fastidioso senso di prurito alla gola. A fronte però di una così facile
diffusione si tratta quasi sempre di una malattia lieve e che richiede solo un
po’ di pazienza.
Il
malessere dura in genere alcuni giorni e se ne va senza lasciare conseguenze.
La migliore terapia, in questo caso, consiste nel cercare di tenere sotto
controllo i sintomi più fastidiosi: starnuti, bruciore alla gola, naso chiuso
che cola, malessere generale a volte accompagnato da un leggero innalzamento
della temperatura e da lieve disappetenza. Nelle prime fasi il muco risulta
abbondante e trasparente per poi diventare nel giro di ventiquattro-trentasei
ore più denso e giallastro.
Utilissimi
sono:
- La pulizia del naso, da eseguire con la soluzione fisiologica. È una
semplicissima operazione che soprattutto nei più piccoli permette una
pulizia anche del rinofaringe impedendo così la sovrapposizione batterica
del muco;
- L’umidificazione dell’ambiente: Il vapore caldo umido, erogato da piccoli
apparecchi o usando panni bagnati sui termosifoni, impedisce alle
secrezioni di seccarsi eccessivamente e favorisce così la respirazione
nasale ed il sonno;
- L’uso del miele: rimedio antico, che unito ad una bevanda calda
serale allevia quel fastidioso pizzicorino alla gola causa di tosse
stizzosa;
- Il riposo: astenersi per qualche giorno dalle attività sportive e da scuola,
anche se non migliorerà molto il decorso della malattia, sicuramente
limiterà la diffusione del raffreddore;
- Fare uso sostanzioso di coccole: un carico consistente di calde attenzioni in
quei giorni sono la panacea di tutti i dolori, accompagnate poi da belle
letture diventeranno un sereno ricordo nell’età adulta.
- Un occhio di riguardo all’alimentazione: cibi leggeri, caldi e graditi al bambino
possono aiutare a superare la disappetenza che accompagna il raffreddore.
Da curare con attenzione l’idratazione, che in caso di rifiuto del cibo
può essere condotta anche con latte, bevande zuccherate e molta frutta.
Piccoli sorsi ripetuti di acqua manterranno le secrezioni più fluide e la
tosse meno stizzosa. Ma soprattutto non insistere perché il bambino mangi
la stessa quantità di cibo che assume quando sta bene: l’inappetenza che
sempre accompagna il raffreddore e le altre malattie rientra nella serie
di reazioni fisiologiche di difesa dalle infezioni e tutti sopravviviamo a
qualche giorno di alimentazione ridotta.
Unica
raccomandazione importante in caso di raffreddore è non assumere, prima dei 16
anni, l’aspirina che può causare la sindrome di Reye, una malattia rara, ma
grave.
I
virus del raffreddore possono rimanere sospesi nell’aria anche per ore in
ambienti poco ventilati ed affollati: si comprende quindi il motivo per cui le
vittime predilette risultano i bambini ed i ragazzi scolarizzati. Infatti la
trasmissione può avvenire o direttamente per contatto con le secrezioni e le
superfici sulle quali è deposta la secrezione o indirettamente attraverso le micro
gocce infette liberate nell’aria attraverso lo starnuto.
Per
tentare di prevenire il contagio basta adottare alcune semplici ma efficaci
norme igieniche, raccomandate anche dal Ministero della Sanità:
- Arieggiare gli ambienti dove si staziona più a
lungo,
- Non avvicinarsi troppo alle persone raffreddate,
- Coprirsi con un fazzoletto la bocca e il naso
quando si starnutisce, non usare asciugamani e stoviglie di altri
E
per i piccolissimi? Valgono le stesse regole, anche se loro continueranno ad
avere il muco al naso, a scambiarselo con i compagni più cari e a raffreddarsi
frequentemente.
Dott.ssa Marina Cammisa
Pediatra
Grazie per questi consigli. Sono una mamma che le fa piacere leggere questi consigli
RispondiEliminaPerchè non la fate ogni settimana questa rubbrica a noi serve sapere cosa dobbiamo fare con i figli. Grazie alla dottoressa Cammisa
RispondiElimina