Leggo un interessante commento di Giuseppe
Guagliano pubblicato su Castrum Racalmuto Domani, parla del comitato cittadino, dell’annosa
questione delle bollette e di eventuali aiuti economici destinati al comune di
Racalmuto. Leggo, sempre nel commento, che il comitato avrebbe ottenuto un
incontro a Roma col ministro Cancellieri. Immediatamente dai
cassetti della memoria mi affiora un ricordo legato alla mia infanzia.
Quando ero bambino più volte mi capitava di
ascoltare mio padre che raccontava una storia che riguarda il nostro paese. Il
mio ricordo non è molto preciso, non mi tornano alla mente i nomi dei
protagonisti, tranne quello di Francesco Crispi. Questo è ciò che affiora alla mia mente: il nostro
paese allora, tanto per cambiare, si era venuto a trovare in una situazione
molto difficile che non riusciva a risolvere. Il sindaco, la giunta e tutti i
consiglieri si riunivano quasi tutti i giorni per discutere e cercare una
soluzione.
Fu durante una di queste riunioni che un
consigliere chiese la parola e disse: “ signor Sindaco, signori consiglieri,
solo il presidente Crispi ci può aiutare”. Il consigliere spiegò all’assemblea
che l’unica cosa da fare era quella di chiedere direttamente aiuto al
presidente del consiglio nazionale Francesco Crispi. Furono in molti in quel
momento a pensare che il loro collega, poveretto, era uscito di senno. Come si
poteva semplicemente pensare di arrivare al presidente del consiglio?
Il consigliere che aveva avuto l’idea
invece non era per niente impazzito e spiegò che si poteva incontrare il
presidente Crispi tramite il prof. “Caio” – lo chiamo così perché non ricordo
il nome - che era stato suo compagno al liceo di Agrigento. Il sindaco e tutti
gli altri intuirono che la cosa era fattibile o almeno si poteva tentare. Una
delegazione, sindaco in testa, si recò dal prof. ”Caio” per convincerlo a
partecipare a questa missione impossibile; non fu facile ma alla fine il
professore, forse per stanchezza, cedette e diede la sua disponibilità.
Partirono per Roma in quattro: il sindaco,
un consigliere di maggioranza, uno di minoranza e il professore. Dopo qualche
giorno furono ricevuti dal presidente Crispi che si mostrò cordiale, in
particolare nei confronti del suo amico e compagno di banco. Dopo i
convenevoli, il sindaco illustrò al presidente il motivo della visita. Il
presidente del consiglio improvvisamente si fece scuro in volto e, molto
infastidito, disse che lui non era disponibile a fare favoritismi di sorta.
Praticamente li mise alla porta in malo modo. I quattro, ammutoliti, si
recarono in albergo, recuperarono le loro cose e andarono direttamente in
stazione.
Tornavano in paese con le facce e l’animo
di chi si sta recando al patibolo, il professore era il più afflitto e
rifiutava persino il cibo e l’acqua. Per tutto il viaggio, il sindaco come un
disco rotto ripeteva sempre la stessa frase: “cosa raccontiamo al paese?”. Quando il treno ripartì dalla stazione di
Grotte, i loro cuori cominciarono a galoppare, il professore si sentì mancare
l’aria, aprì il finestrino e mise la testa fuori per respirare.
Una lunga curva li separava dalla stazione
di Racalmuto, quando l’ebbero percorsa si accorsero che la stazione era gremita
di gente, sembrava che tutta la popolazione si fosse data appuntamento. I
quattro viaggiatori sembravano cadaveri pronti alla sepoltura, il treno
raggiunse la piazzola della stazione e la banda cominciò a suonare a festa, sventolavano
bandiere tricolori e altre con lo stemma di Racalmuto, il vicesindaco e tutta
la giunta al seguito si precipitarono verso di loro abbracciandoli e
congratulandosi per il grande successo, anche la gente li accolse con
entusiasmo e ovazione.
Da più di dieci ore era arrivato il
telegramma dalla presidenza del consiglio con il quale si informava la giunta
comunale che Sua Eccellenza, il presidente Francesco Crispi, aveva disposto…………
.
Roberto
Salvo
Spero che questo mio racconto sia di buon auspicio per la missione dei neo ambasciatori e che possano, come nel lontano passato, avere successo.
RispondiEliminaCorsi e ricorsi...nella speranza che il viaggio non si concluda con una bella cenetta ...code alla vaccinara!! e abbacchio!!!
RispondiEliminaCaro Roberto, questo viaggio nella memoria mi sembra una pagina bellissima, una pagina di buona letteratura! Complimenti!!
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