Non c’èra domenica quando ero ragazzo che
assieme ai miei amici, a metà pomeriggio, non si andasse a trovare “lu zi”
Gianni in quella specie di retrobottega dove, ancora prima di arrivarci,
sentivamo quell’odore particolare della “roba cotta”. Ricordo lo zio Gianni sempre sorridente, in particolare con noi
ragazzi era di una gentilezza disarmante. Vederlo armeggiare davanti a quei
pentoloni con un lungo gancio in mano era uno spettacolo, il tavolo dove
serviva era una grande lastra di marmo.
Gli avventori, di ogni età, si posizionavano attorno al tavolo e ognuno aspettava di essere servito. Quando arrivava il nostro turno, con il sorriso e una parola affettuosa, ci chiedeva cosa volevamo, poi infilava il gancio dentro quei pentoloni e, come per magia, venivano fuori: carcagnola, mussi, piduzzi di bue, quagliarieddi, zinè, certe callosità che, fortunatamente, non capivo cosa fossero, ginocchia di bue, mammelle di vacca e il buonissimo e squisito sanguinaccio.
Se chiudo gli occhi anche adesso mi sembra di sentire quegli odori e quel sapore unico del sanguinaccio che lo zio Gianni tagliava a grosse fette e ci serviva sopra un pezzo di carta oleata. Ancora oggi quando lo incontro nella macelleria dei figli mi saluta con lo stesso sorriso di allora. Quanto tempo è passato! Purtroppo lo zio Gianni non cucina più la roba cotta, anche se nei nostri ricordi di ragazzi quei fotogrammi non si perderanno mai.
Racalmuto è stato sempre un paese godereccio, anche oggi ci sono moltissimi bar, ristoranti, rosticcerie e tantissime pizzerie. D’estate questi locali sono sempre pieni; ragazzi di tutte le età e famiglie intere cenano beatamente all’aperto godendo la frescura della sera. Racalmuto è un normalissimo paese siciliano dove il tempo forse scorre un pò più lentamente.
Un paese stretto come in una morsa tra due castelli, un paese dove pensare di cambiare le cose è una perdita di tempo, un paese dove tutti ti consigliano di fregartene, dove la gente crede che cambiare sia inutile, dove i politici , a qualunque partito appartengano, faranno esattamente le stesse identiche cose, un paese dove si preferisce criticare invece di fare, dove più buio di mezzanotte non può fare, dove non si fa niente per niente, dove non conta cosa fai ma perché lo fai, dove è meglio l’uovo oggi che la gallina domani, un paese che ha una festa per metà religiosa e per metà pagana, che spesso smarrisce la propria identità, che si vanta dei suoi figli illustri senza sapere perché, un paese che in tanti non capiscono perché sia veramente straordinario, un paese che cambierà solo ed esclusivamente con il ricambio generazionale e non importa quante generazioni ci vorranno. Un paese dove abbiamo la nostra amatissima Madonna “di lu Munti” che vede, provvede e ci protegge. Speriamo.
Roberto Salvo
Gli avventori, di ogni età, si posizionavano attorno al tavolo e ognuno aspettava di essere servito. Quando arrivava il nostro turno, con il sorriso e una parola affettuosa, ci chiedeva cosa volevamo, poi infilava il gancio dentro quei pentoloni e, come per magia, venivano fuori: carcagnola, mussi, piduzzi di bue, quagliarieddi, zinè, certe callosità che, fortunatamente, non capivo cosa fossero, ginocchia di bue, mammelle di vacca e il buonissimo e squisito sanguinaccio.
Se chiudo gli occhi anche adesso mi sembra di sentire quegli odori e quel sapore unico del sanguinaccio che lo zio Gianni tagliava a grosse fette e ci serviva sopra un pezzo di carta oleata. Ancora oggi quando lo incontro nella macelleria dei figli mi saluta con lo stesso sorriso di allora. Quanto tempo è passato! Purtroppo lo zio Gianni non cucina più la roba cotta, anche se nei nostri ricordi di ragazzi quei fotogrammi non si perderanno mai.
Racalmuto è stato sempre un paese godereccio, anche oggi ci sono moltissimi bar, ristoranti, rosticcerie e tantissime pizzerie. D’estate questi locali sono sempre pieni; ragazzi di tutte le età e famiglie intere cenano beatamente all’aperto godendo la frescura della sera. Racalmuto è un normalissimo paese siciliano dove il tempo forse scorre un pò più lentamente.
Un paese stretto come in una morsa tra due castelli, un paese dove pensare di cambiare le cose è una perdita di tempo, un paese dove tutti ti consigliano di fregartene, dove la gente crede che cambiare sia inutile, dove i politici , a qualunque partito appartengano, faranno esattamente le stesse identiche cose, un paese dove si preferisce criticare invece di fare, dove più buio di mezzanotte non può fare, dove non si fa niente per niente, dove non conta cosa fai ma perché lo fai, dove è meglio l’uovo oggi che la gallina domani, un paese che ha una festa per metà religiosa e per metà pagana, che spesso smarrisce la propria identità, che si vanta dei suoi figli illustri senza sapere perché, un paese che in tanti non capiscono perché sia veramente straordinario, un paese che cambierà solo ed esclusivamente con il ricambio generazionale e non importa quante generazioni ci vorranno. Un paese dove abbiamo la nostra amatissima Madonna “di lu Munti” che vede, provvede e ci protegge. Speriamo.
Roberto Salvo
Rimangono solo i bei ricordi, i gesti sinceri e leali per amare il nostro martoriato paese. CIAO ROBERTO
RispondiEliminaA.M.
Da ragazzo mi portava mio padre a mangiare il sanguinaccio dallo zio gianni, era buonissimo mio padre lo comprava anche per portarlo a casa.
RispondiEliminaLei sign. Salvo, tra un carcagnolo e una fetta di sanguinaccio ci sta dicendo quello che siamo o se preferisce quello che sembriamo. Con amarezza devo riconoscere che ci sono molte verità in quello che dice, ma qui la gente pensa più a sopravvivere e non fa progetti a lungo termine. Cordialmente
RispondiEliminaL'articolo rispecchia ciò che effettivamente avveniva in macelleria "di lu zi Gianni" quando eravamo ragazzi. Ti sei dimenticato di una figura femminile molto importante presente in macelleria, la signora era vestita di nero e serviva il sanguinaccio ....
RispondiEliminaE' vero, la signora era la zia Caluzza, ma non serviva il sanguinaccio, lo zio Gianni non faceva avvicinare nessuno ai suoi pentoloni.
EliminaCaro ROBERTO,al solito alla grande,tu riporti con tanto orgoglio le cose belle che noi che abbiamo già superato gli ANTA, come anni, ci portano i bei ricordi di questo "fantastico paese" negli anni non lontani dal 1965/70.Sig. SALVO poi tu come molti altri givani, avendo studiato,avete avuto il coraggio di lasciare RACALMUTO in cerca di lavoro al NORD ITALIA.Noi invece siamo voluti restare qui,anche noi abbiamo studiato, ma ci siamo voluti naccontentare di restare nella amata SICILIA e magari nel paesello di provincia.Io personalmente,per esempio, ho 3 figli di cui già 2 in possesso di laurea,da qualche anno, e il terno ventenne che si procinta a laurearsi.Siamo in 5 a monoreddito, si tira a campare (anche io sono un laureato)con un impiego da diplomato ramai da 25 anni, sono fortunato ad averlo ancora.Relativamente alla tua riflessione e ricordo della "ROBACOTTA" dello Zio Gianni e della Zia Caluzza è oramai una chimera, solo un BEL RICORDO per noi ultracinquantenni.Vivere qui a Racalmuto, e per questo mio concetto credimi, per chi viene qualche mese all'anno (come fai tu) è diverso per chi ci vive sempre, tutti i giorni, qui la gente è morbosamente curiosa e deve per forza sempre GIUDICARTI, dire di tè INVIDIARTI, e anche contrariarti, ma solo per il fatto che tu per esempio ROBERTO SALVO, per il fatto di essere un SALVO, quello che tu fai anche nel momento in cui lo fai VA BENE, ma... nello stesso tempo, la stessa persona dice, ma...NON VA BENE, solo perchè la fatta ROBERTO SALVO.Perchè questo paese ,ovvero la gente che vive in questo paese è così possessiva e invidiosa???, se puoi rispondermi ROBERTO ,fatto per favore gradirei sapere la tua opinione in merito,un caro abbraccio da un tuo affezzionatissimo amico da Racalmuto.
RispondiEliminaLa zia Caluzza, lavava alla Fontana la "roba cotta", non la seviva ma controllava la quantità che lo zio Gianni metteva nella "cartoliata" per servirla ai clienti.
RispondiEliminaCaro amico anonimo delle ore 21:31, quante verità nel tuo commento! Grazie.
RispondiEliminaCi stupisce come mai il signor Roberto Salvo non scrive qualcosa sulle proposte presentate alla commissione dal Comitato art.1. Come può vedere nessuna strumentalizzazione, questi sono fatti e non parole. Grazie sempre dell'ospitalità.
RispondiEliminaNe hanno parlato:
http://www.malgradotuttoweb.it/provincia-e-dintorni/21-notizie-provincia-e-dintorni/604-tarsu-le-richieste-del-comitato-art-1.html
http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.it/2012/09/documento-protocollato-ai-commissari.html#comment-form
Canale 5 mattino cinque
http://www.agrigentoflash.it/2012/09/21/racalmuto-documento-contro-la-super-tassa-rifiuti/
RispondiEliminaLi carcagnola e la roba cotta e la notizia polito-giudiziaria del giorno mi hanno fatto venire in mente una vecchia poesia di satira politica degli anni '50 "'Ngaglia la parrinedda" (La Gazza Ladra).
In quella poesia di allora si desriveva lo sciglimento del consiglio comunale ed il relativo commissariamento e vinivano descritti con sarcasmo tutti i consiglieri di spicco e alla fine i consiglieri rimanenti venivano descritti cumulativamente:
Tutti l'antri consigliera
roba cotta di vuccera,
si 'ni vannu comu s'usa
tutti quanti a la rimpusa.
Come si vede allora, anche se in forma umoristica, si associavano le tradizioni goderecce insieme al commento politico. Il "Paese di li carcagnola" non mi piace proprio, forse mi sbaglio, ma nel leggerlo mi sento di valere meno di un carcagnolo o di una ventre di vacca o di un granello di bue. Si, prrchè la bocca mi si riempe di saliva al ricordo della roba cotta e poi mi sento la bocca amara come il fiele per sentirmi, io insieme a tutti i racalmutesi, una persona pressocchè inutile.
Sarò ovvio ma non riesco a fare altro, come mai tra il ricordo di un carcagnolo ed una fetta di sanguinaccio e un bel bicchiere di vino non parliamo pure della attuale sentenza di interdizione politica dell'ex Sig. Sindaco, dell'ex Sig. Presidente del consiglio comunale?
Altrimenti rischiamo di riesumare li carcagnola e sotterrare la dignità di un paese, diciamo di dare una mano per risollevare il paese amato e poi con l'altra mano lo soffochiamo, parliamo del paese della ragione e poi ce lo troviamo come paese di li carcagnola. Questa è una Roba che non riesco a digerire nemmeno se cotta dal meglio chef al mondo.
La testimonianza e la memoria hanno la loro importanza ed è una "Roba"(si spera sempre viva e mai cotta) che non dobbiamo mai abandonare se vogliamo dare un futuro a questo paese.
"Il presente è un nano sulle spalle di un gigante che è il passato" Machiavelli.
Deferenti Omaggi.
Ignazio Scimè
Caro Ignazio ti ho inviato una missiva la riceverai su questo blog lunedì. Cari saluti. Roberto Salvo
EliminaIl signor Salvo quando la discussione inizia a bruciare si scanza. Bel coraggio !!!
RispondiEliminaIl vero coraggioso è chi commenta vigliaccamente in modo anonimo!!!!
EliminaRoberto Salvo
Una somma costatazione che dimostra: carattere, un bel carattere. Complimenti!!!
EliminaCarissimo ROBERTO lascia perdere la Signorina Carmela(Giusy)e presa dal entusiasmo di voler fare politica
RispondiEliminaCarissimo anonimo delle 12:19, non ho niente da lasciare perdere, qualunque cosa tu ti riferisca non mi interessa nel modo più assoluto, non capisco cosa vuoi dire e non capisco nemmeno perché ti sto rispondendo.
EliminaCordialmente Roberto