Si fa sempre più pressante il dibattito nazionale sulla questione morale e
sulle decisioni che deve prendere il Parlamento sulla candidabilità di uomini
politici condannati o ancora sub judice (ovvero con carichi giudiziari pendenti).
Una questione che gran parte di politologi e statisti mettono al centro del
problema italiano. Ritengo che la questione morale appartenga a ciascuno di noi
e debba essere una regola di vita ancorché una questione politica.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri,
dei corrotti, dei concussori nella politica e nell'amministrazione, bisogna
scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione
morale, nel recente passato di Racalmuto, fa tutt'uno con l'occupazione del
municipio da parte di certi politici e certi partiti , fa tutt'uno con la
guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi
di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati.
Credo che sia prudente da parte di organi di comunicazione valutare attentamente
la cessione di spazi a politici che sono stati condannati per reati
riconducibili alla loro attività di governo e sottoposti a misure di
prevenzione dell'interdizione politica per fatti riconducibili allo scioglimento
per infiltrazioni mafiose al comune di Racalmuto, al fine di poter allontanare
e superare certi metodi di governo messi in atto da costoro in maniera scientifica,
per un ventennio.
La passione politica è finita? Per me credo proprio di no.
Ma per gli altri politici? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in
casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I politici che
abbiamo conosciuto sino ad oggi sono soprattutto paludate macchine di potere e
di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della
società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e
passione civile zero. Perseguono
interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi,
comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti,
oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune.
Ecco perché i partiti possono provare d'essere forze di serio rinnovamento
soltanto se finiscono di essere un coro di muti che ascoltano i loro silenzi ed
aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche.
Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in
questo modo, a Racalmuto la democrazia rischia di restringersi, non di
allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude che un tempo fu il
paradiso degli ortolani.
Ignazio
Scimè
Una morale che sappia riconoscere che c'è un tempo per ogni cosa; un tempo per fare e un tempo per mettersi da parte
RispondiEliminaPiù che passione, lo definirei interesse politico. La passione ce l'hanno fatta passare. Non solo, hanno avuto ed hanno ancora il coraggio di criticare, non il ritegno di tacere completamente. Ognuno di noi vanta simpatie per questo o quel partito, anche io. Ma la politica passata mi ha fatto vergognare di dichiarare a voce alta da quale schieramento mi sentissi rappresentato.
RispondiElimina
RispondiElimina« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »
(Enrico Berlinguer, da un'intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981)
A proposito di Enrico Berlinguer, grande ed amatissimo politico, non pensate che fosse lui a dirigere la baracca, il segretario locale o quello provinciale non avrebbero preso immediatamente posizione rispetto alle proposte fatte in questo blog?, e invece silenzio siderale.
RispondiEliminaA questo ragionamento più che giusto di affidare la politica ad uomini con il pedigree etico-politico ineccepibile, ovvero avente alta moralità, agendo secondo il "buon padre di famiglia", aggiungerei o meglio escluderei dalla gestione della cosa pubblica, tutti quei presunti politici (così si spacciano loro), che hanno ottenuto un posto pubblico grazie alla raccomantitio sine qua non!!! L'uso della raccomandazione arreca un danno irreparabile, infatti spesso negli uffici pubblici ci sono dipendenti poco professionali, poco competenti non adatti per quel posto ricoperto. Ed invece chi davvero ne avrebbe i requisiti si ritrova ad emigrare per lavorare!!
RispondiEliminaCaro anonimo delle 12,59, non lo sai che nel nostro paese gli appartenenti ad un certo schieramento politico si sono estinti con la morte di Eugenio Messana? Alcuni portano ancora i baffetti, ma per il resto non sono diversi da quelli di centro e quelli di destra. Insomma il loro modo di comportarsi è alla stessa maniera di quello degli altri, per capirci. I sentimenti alti non abitano più nel nostro paese, è rimasta l'arroganza e l'egoismo, che Dio li perdoni..... .
RispondiEliminaScusi ma ho dovuto modificare leggermente il suo commento pur lasciando intatto il contenuto.
EliminaArrivata a l’interessi nun c'è nè destra nè sinistra, sunnu tutti a la stessa manera senza russura e mancu si vriognanu. Lu populu c acridi a tutti cosi li vota ogni vota.
RispondiEliminaAnche per lei vale lo stesso come sopra, una piccola modifica ma lo stesso senso.
EliminaSignor Scimè,
RispondiEliminalei nel suo articolo parla di politica e di morale. Ma la morale dovrebbe riguardare anche tutti i cittadini. Non mi aspettavo certo che i politici parlassero ma avrei gradito che a farlo fossero i cittadini. Come quando viene attaccata una singola persona e la rete si scatena con le critiche. Quando invece sotto accusa è la politica, non c'è nessuno che manifesta il suo pensiero.
A.M.