giovedì 17 gennaio 2013

UNNI VA CU LU SCECCU


Si erano trovati quasi per caso, nei loro occhi c’era qualcosa, un brillio strano e bello; erano uomini maturi ma parlavano con l’entusiasmo di giovani immortali e sicuri che avrebbero cambiato il mondo.

Per la verità il loro obbiettivo era molto più umile: approfittando di un fatto eccezionale  che aveva investito il loro paese, avrebbero voluto cogliere quell’occasione per preparare un nuovo futuro. Il loro impeto sincero e senza interessi li portava a credere che era necessario e doveroso fare qualcosa per i compaesani e soprattutto per quei giovani che vivevano rassegnati e senza prospettive per il loro futuro.

Pensavano di sollecitare le forze giovanili e l’esperienza dei più anziani, coinvolgendoli nella creazione di una nuova politica per il paese che amavano, erano convinti che il cambiamento fosse possibile, che il vecchio modo di fare politica era ormai superato dalla storia. Niente più nepotismo dicevano, mai più politica a fini e interessi personali, pensavano a un nuovo sistema trasparente di governare che coinvolgesse i cittadini, i quali devono essere i veri protagonisti, ai quali niente può essere nascosto, una democrazia compiuta e partecipata.
 
Facevano questi conti quegli amici,  ma li facevano senza l’oste. Divide et impera. Questa fu la strategia dell’oste e i risultati non tardarono ad arrivare; chi se ne frega pensarono i più impavidi, noi ci rivolgeremo ai giovani, sono loro la forza propulsiva della nostra comunità.

Ma dove sono i giovani in questo paese, hanno veramente le capacità che noi gli attribuiamo o sono in tutt’altre faccende affaccendati? Quando il vecchio vince sul nuovo semplicemente perché il nuovo non esiste, la speranza di cambiamento è impossibile e diventa un lusso che non ci si può permettere.

Mi ricordo all’improvviso dell’immutabilità delle cose nella nostra terra, dell’impossibilità di trovare interlocutori disposti a discutere con la mente libera da pregiudizi e convinzioni assolute e immodificabili. La nostra è una comunità complessa a volte anche un poco contorta, figlia di un retaggio antico che ci porta inevitabilmente a pensare che nessuno fa niente per niente e quindi... .

Ineluttabilmente siamo figli del nostro tempo, oggi l’impegno politico può essere confuso con qualcosa che con la politica non ha niente a che vedere, se non crediamo che fare politica significhi spirito di servizio nei confronti della comunità alla quale si appartiene.

Ho tenacemente creduto che scrivere, esprimere le proprie idee e suggerire alternative, potesse essere, virtualmente, un luogo in cui fare convergere le opinioni; una specie di camera di compensazione dove tutti in maniera disinteressata potessero arricchire la propria visuale per un nuovo modo di porsi e fare politica.  Temo di essere stato un povero ingenuo e che le cose non erano come credevo. Ormai tutte le ideologie sono crollate, a livello nazionale la gente volge lo sguardo disperato verso nuovi pifferai che promettono di cambiare tutto senza dire con cosa vogliono sostituirlo. A livello locale altri, con linguaggio improvvisamente più erudito, ci dicono di non parlare al conducente; sono rimasti solo gli uomini con i loro bisogni, con i loro interessi, con le loro ambizioni, e allora, meglio rintanarsi egoisticamente nel proprio guscio.

I Racalmutesi oltre alla crisi generale sono pesantemente colpiti da un dissesto locale che sta massacrando le famiglie, la promessa che nessuno avrebbe perso il lavoro, forse, non è stata mantenuta mettendo in grave difficoltà molte famiglie, alla tassa raddoppiata della spazzatura si è aggiunta l’IMU al 10,5%, adesso una nuova mazzata sembra abbattersi sulle già scarse risorse delle famiglie con cartelle che riportano cifre esorbitanti  riguardanti il pagamento della spazzatura inerente le case di campagna.

I cittadini hanno raggiunto un grado di esasperazione intollerabile e in molti non sanno più cosa fare. Probabilmente organizzeranno la protesta e  la disperazione della gente, spiegheranno loro che a comandare ci sono degli “ORCHI” famelici venuti da lontano che vogliono il sangue dei Racalmutesi, “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur ”, nessuno spenderà una sola parola per spiegare come si è giunti ad una situazione di questo tipo, nessuno lo farà mai in un paese dove: “la migliore parola è quella che non si dice”,  non resta che abbracciare questa filosofia di vita arrendendosi all’evidenza di una mentalità storica immutabile, e se qualcuno volesse fare altro?  Mi viene in mente Don Luigino che in questi casi avrebbe detto: “Ddo, unni va cu lu sceccu”?

                                                                                                                Roberto Salvo



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18 commenti:

  1. “Ddo, unni va cu lu sceccu”, quanta saggezza e quanto significato in questa frase. Mio padre me la diceva sempre quando pensava che stessi intraprendendo qualcosa di sbagliato. Il contesto in cui l’ha inserita Lei è molto più significativo, ha un sapore amaro e ci fa riflettere sulla nostra condizione di popolo bistrattato e umiliato, poiché ogni qualvolta qualcuno si propone di fare qualcosa di positivo nell’interesse generale viene matematicamente bloccato con ogni mezzo. Vogliono toglierci la speranza, la speranza che qualcosa possa cambiare per noi e per i nostri figli.

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  2. Un altro centro sign. Salvo. Concordo con quanto scrive, ma spero che lei si sbagli per quanto riguarda i giovani. Io credo che di giovani capaci in paese ne abbiamo tanti, noi genitori dobbiamo incoraggiarli e stimolarli spiegando loro che non si può sempre aspettare la manna dal cielo e che questo paese non appartiene a chi si alza prima la mattina o grida più forte.

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  3. Mi viene spontanea una riflessione, quando qualcuno parla dei presunti danni fatti dai commissari, quelli che lei chiama orchi venuti da lontano, molti sono coloro che appoggiano e inveiscono affermando che si, sono loro tutti i mali del paese. Al contrario se qualcuno indica dei responsabili locali, allora tutti muti come se la cosa non ci interessasse. Anche per questo c’èra un detto che mi pare facesse così: “ A iddru ca è Narisi”.

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  4. Oggi al Castello ci sarà un incontro per affrontare la questione bollette pazze sulla spazzatura delle case di campagna. Speriamo che sia l’occasione per fare chiarezza in tutti i sensi, cominciando a dire chi l’ha voluta, chi l’ha applicata e se tutto rientra nella legalità. Spero anche che non sia l’ennesima occasione per fare politica a buon mercato e che siano dati ai cittadini i consigli giusti su come affrontare la questione. Lo spero, ma vorrei esserne certo.

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  5. Ma perche a nessuno viene in mente mai di darci a noi stessi (elettori) responsabilità dirette nell'eleggere i rappresentanti del popolo? mica a tutti questi politici cè l'hanno imposti ? forse cominciando ad essere un pò più umili nel riconoscere che anche il popolo elettore facciamo errori (congeliamo il cervello al momento del voto) e forse siamo più corrotti della classe politica che andiamo ad eleggere solo se riconosciamo tutto questo possiamo fare qualche passo avanti. E' inutile continuare a lagnarci che tutti e tutto rema contro di noi cominciamo a dire dei no a certe "promesse" e manteniamo a freno la tentazione dell'egoismo finendola con questo romanticismo sul nostro paese e cerchiamo di essere più concreti nell'azione.

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    1. Ogni tanto si trova uno come Lei, che invece di accusare(odi aacusare soltanto) medita sulla necessità di riflettere, prima di tutti, su sè stessi. Grazie per il Suo intervento.

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  6. Da facebook:

    Mancano dei leader veri e quindi la gente perde forza, non credendo più a nessuno. In questo grande clima di sfiducia le intelligenze, le proposte si disperdono, si frantumano non si riesce a creare una forza vera, innovativa.
    Milena Gabanelli.

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  7. Caro Roberto abbiamo capito bene le tue opinioni su racalmuto, su i suoi giovani, su chi cerca di affermare una sana politica e su chi su chi con la politica si è affrrmato.
    Vorrei sapere quale sono le tue opininioni sulla gestione commissariale del municipio, sui soldi che non ci sono per il natale e poi spuntano per la visita del ministro, sull'accanimento tributario finalizzato al risanamento del bilancio comunale, la manacata pubblicità dei buchi della finanza locale in termini di quantitativi e di responsabilità pregresse.
    Stiamo pagando per la gestione spregiudicata del comune avvenuta nel passato.
    Stiamo pagando un apparente ripristno della legalità attuato con metodi ragioneristici, con forte destabilizzazione delllo stato socile causati dall'applicazione di discutibili principi dello stato di diritto.
    "La mafia attecchisce dove manca lo stato di diritto" "....le mafie ingrassano nel silenzio" "...raccontare i successi della repressione contro le mafie e la crescita di una nuova sensibilità civile" Malgradotutto 09.12.2012 - Pietro Grasso.
    Mi Pare di capire che il Procuratore Nazionale DNA pone come condizione dellla lotta alla mafia ed al malaffare l'affermazione dello stato di diritto e il parlare dei responsabili come momento di crescita civile.
    A Racalmuto si teorizza tanto e nessunno, nemmeno le istituzioni preposte in via straordinaria a tanto, parla di fatti e responsabili privando il contesto sociale di qulle informazioni indispensabili per acquisire una adeguata coscenza civile, che tu stesso tanto consigli e declami.
    Roberto mi faresti cosa molto gradita se rispndessi ai mei quesiti che sono anhe miei dubbi e ti saluto: nu si va ne cu lu sceccu e ne cu lu cavaddru, mancu si li cavaddra su du o tri o trentatri.
    Grazie Affettuosità
    Ignazio Scimè

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    1. Caro Ignazio, vengo meno a quanto mi ero prefissato cioè di non rispondere ad alcun commento. Ma come posso non rispondere ad un amico di vecchia data che stimo per la sua intelligenza e che ti chiede esplicitamente un parere più che una risposta? Come prima cosa, se non ricordo male, anche i tuoi occhi avevano quel brillio stano e bello, quindi conosci bene la storia e quello che è successo in seguito. Mi chiedi cosa penso dei commissari; cosa vuoi che pensi, mi pare di averlo scritto in altre occasioni: sono dei tecnici mandati dal ministero con precisi compiti. Compiti che eseguiranno senza coinvolgimento emotivo, d'altronde non si può chiedere anche questo. Il loro obiettivo dichiarato è il pareggio di bilancio e cercheranno di ottenerlo con tutto quello che ne consegue. Possiamo criticarli per questo? Non lo so! Quello che non dobbiamo dimenticare, e su questo dobbiamo riflettere, caro Ignazio, è il motivo della loro presenza. Ad oggi non mi risulta che ci sia stato qualcuno che ha affrontato con serietà questo increscioso fatto. Per quanto riguarda i soldi che non sono stati trovati per gli addobbi natalizi ho già scritto. In merito ai soldi che saranno utilizzati in occasione dell’ imminente arrivo del ministro, mi sento di dire che non sono tanti in Sicilia i comuni dove un ministro va in visita e, comunque sia, è sempre un fatto eccezionale per una comunità essere visitata da una autorità di questo livello e quindi è dovuto, in questo caso, come dovere di ospitalità, reperirli in ogni modo, così come farebbe qualunque persona, anche in ristrettezze economiche, se dovesse ricevere degli ospiti di riguardo a casa propria. E’ vero quando dici che i commissari avrebbero dovuto fare l’elenco di ciò che hanno trovato e informare i cittadini, purtroppo, non l’hanno fatto. Mi chiedo perchè tutti ci ostiniamo a pretendere che avrebbero dovuto farlo i commissari, non sarebbe più semplice chiederlo a chi queste cose le conosce direttamente? Carissimo Ignazio, la verità è molto semplice, dei commissari si può dire peste e corna tanto prima o poi andranno via, con gli altri invece dobbiamo convivere. Non so se la mia risposta è stata all’altezza delle tue aspettative ma ho cercato di essere più esauriente possibile.

      Con affetto, Roberto Salvo

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    2. COMMENTO 1 - VOLUTAMENTE ANONIMOGentile signor Scimè, quanto da lei affermato potrebbe essere condivisibile, parimenti lo è il ragionamento e l'opinione ormai nota dei blogger di questo NON fazioso e indipendente blog. Uso il condizionale volutamente perchè molte questioni, anche veicolate attraverso questo blog, sono rimaste irrisolte e forse mai affrontate da chi dovrebbe affrontarle nel proprio IO. Sull'operato dei commissari certamente ci saranno e ci sono argomenti e critiche da avanzare, ma un ruolo importante nell'interlocuzione con i commissari lo gioca un qualcosa che non è un dettaglio da poco, LA CREDIBILITA'. Da uomo serio qual'è notoriamente lei, sa bene che la credibilità di uomo politico o di chi si cimenta a fare politica è in primis la coerenza personale delle idee legate ai fatti e viceversa, e l'avere in dote dei valori politici ben strutturati,base necessaria per quelle idee che dovrebbero assurgere al fondamento dei buoni propositi che si dovrebbero tradurre in progettualità, progetti quindi ricchi di un valore politico riconoscibile che diventa necessariamente attrazione per chi la pensa in egual modo. Noterà bene che negli ultimi anni il valore politico delle idee è assente, quindi assenti anche i progetti, ed è gravemente assente in special modo in chi si assurge con auto convinzione illusoria d'essere il nuovo, quando nuovo non si è. In merito desidererei conoscere la sua idea di nuovo, cosa intende per nuovo.

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    3. COMMENTO 2 -VOLUTAMENTE ANONIMO Solitamente per nuovo si identificano non solo i volti assolutamente nuovi,CHE AD OGGI NON CI SONO, ma anche metodi nuovi di fare politica che inevitabilmente necessitano un bagaglio di idee, di progetti e di obiettivi concretamente fattibili. Noterà che ormai da anni si assiste solo ad un'opposizione anche ostruzionistica prima e a serrate, continue e strumentali critiche ora verso i commissari, modus operandi accomunato dalla totale mancanza di una bussola politica , dei trasparenti e chiari valori politici e di progettualità, infatti i repentini passaggi da destra a sinistra passando verso il centro per pernottare nell'antipolitica e rialzarsi chissà dove, sono ormai cosa nota e che certamente nulla hanno di quel nuovo di cui in tanti si fregiano. Poichè privi di questi requisiti che ne caratterizzano l'essere sana politica, diventa scelta obbligata la critica prettamente strumentale, il cavalcare l'onta di indignazione della gente,sgomitare pur di apparire sfruttando qualsiasi occasione populistica, tanto che ormai sono cosa all'ordine del giorno e se accade che un semplice cittadino, e ormai purtroppo siamo in tanti,avanza critiche perchè deluso da questo metodo ormai sfacciatamente populista, così come più volte si è detto in questo blog, puntualmente queste critiche e lamentele vengono bollate come critiche con volontà distruttive o mistificatrici. E' evidente che la convinzione che l'ignoranza della gente possa essere terreno fertile per arrivare al palazzo del potere è talmente errata che anzicchè sortire apprezzamento sortisce sempre più critiche e quindi l'effetto contrario, segno chiaro che qualcosa non va e quel qualcosa è il ripresentarsi dei vecchi metodi di fare politica. Lei personalmente sente parlare, vede veicolare sul web proposte di questo famigerato nuovo? Le poche proposte partono una tantum da questo blog, poi il nulla. Evidentemente c'è una crisi di idee, di valori politici che fortifica sempre di più la convinzione della gente che ad oggi è assolutamente azzardato e assurdo asserire che c'è qualcuno che vuol affermare una politica nuova, perchè valori, progetti, metodi nuovi sono assolutamente in sogno ed un miraggio irraggiungibile per chi è avvezzo al far politica strumentale e populista. Ecco a conferma della totale assenza di una bussola politica, le consiglio l'ultimo articolo di malgrado tutto firmato da colpi di spillo....E' amaro dirlo, ma sono necessarie le idee e il saperle strutturare anche per fare provocazioni, il resto è inevitabilmente destinato ad essere foga populista improduttiva.
      Grazie
      VOLUTAMENTE ANONIMO

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    4. Finalmente c'è qualcuno che parla con i piedi a terra. Oggi la tendenza comune è quella di sparare a zero su tutto: ovviamente ci si trincera in questa comoda posizione perchè si è incapaci di guardare un pò oltre il nostro recinto i cui, inconsapevolmente, siamo prigionieri.
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  8. Mi piacciono le risposte che hai dato:sono sagge ed oculate Bravo Roberto.

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  9. Complimenti signor Roberto. quando si dice pane al pane e vino al vino. Potrei sbagliare ma in paese siamo tanti che la pensiamo proprio così. Speriamo bene per questo paese martoriato, speriamo che gente nuova e di buon cuore si faccia avanti per il bene dei cittadini di Racalmuto.

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  10. Bravo compare,bisognava pensarci prima, ma sai com'è dalle nostre parti "un colpo alla botte ed uno al cerchio" ma niente ci faceva a mettere un po' di dialogo accanto ai numeri.

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  11. Cari amici lettori del blog, desidero comunicarvi che questo è l’ultimo articolo in cui parlo di politica Racalmutese. Continuerò a scrivere, per raccontare del mio paese, dei luoghi e dei ricordi che mi legano ad esso. Qualcuno, magari per curiosità vorrà sapere il perché di questa mia decisione; credo di avere detto abbastanza e ripetermi sarebbe stucchevole per tutti. Spero con tutto il cuore che il mio paese superi tutte le difficoltà del momento, e possa tornare ad essere il paese della ragione.

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    1. Gentile Roberto, capisco la Sua amarezza, dovuta al livello e al clima in cui ci troviamo ridotti. Capisco che non vale la pena di cercare di volerne trovare i responsabili. Capisco che si è tentati di concludere che ormai non c'è più niente da fare e che non vale la pena di perderne altro tempo per parlarne. Capisco benissimo tutto questo. Ormai abbiamo toccato il fondo. Ma non Le pare che proprio ora ci siano le condizioni più idonee per iniziare a parlare, in modo ancora più energico e propositivo, della "Politica" (con la "P" maiuscola) che si elevi un poco più in alto del livello attuale e che miri a guardare in avanti un poco più lontano dalle punte delle nostre scarpe? Abbiamo fiducia in Lei: vogliamo continuare sentire i Suoi suggerimenti.
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  12. Tutto ciò è molto triste....ma comprensibile...e soprattutto deve far riflettere chi a Racalmuto ci vive e deve continuare a viverci. Lia

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