Le
solite discussioni in piazza. Chi la vede in un modo, chi pretende che la
propria idea debba essere prevaricatrice su altre. Si pretende una ragione
dicendo delle “verità” – tali, a volte, per chi le dice – e si esige rispetto,
ascolto e considerazione quando, spesso, non si è disposti a concedere le
stesse cose ai nostri interlocutori.
Poi si scrive cercando di coinvolgere, nel
proprio pensiero che si addentra in futuro disegno, gli altri. Si cerca,
insomma, condivisione. Più se ne ha, più si pensa di essere forti, decisivi e
vincenti. Molti dimenticano il passato, le battaglie fatte su filoni che adesso
si contestano, proponendosi come candide vergini pronte a concedersi,
immacolate al Popolo.
E se questo sito non è d’accordo su certi modi di
condurre i discorsi, di portare avanti le ragioni, di avallare parole, pensieri
e modi di agire, perché considerati non solo eccessivi, ma volutamente
tendenziosi, dicevo se questo sito non condivide, viene accusato dicendo che è
un blog che si schiera. Non importa se, in questo modo, si cancellano le
fondamenta di un pensiero democratico: il rispetto per l’opinione altrui.
Si
cerca di coinvolgere nei propri comportamenti più persone, soprattutto se
queste hanno un modo di agire e pensare, che si discosta da quello proprio. In
questo modo, con un tentativo di forzata condivisione, si tende a implicare e a
portare chi la pensa in modo diverso, verso miti consigli o “automatiche approvazioni”. Oppure, per
concludere, si mira a far sì che il nostro “interlocutore contrario”, abbracci
la decisione non solo di impegnarsi, ma anche di dichiarare una disponibilità politica
per ridurlo a una conforme condizione e, quindi, a una dialettica e a un modo
di procedere non dissimile da quello proprio.
A me hanno insegnato a rispettare
il prossimo, ad ascoltare le idee degli altri e a rispettarle anche se non le
condivido. Mi hanno insegnato ad essere rispettoso delle regole e delle forme
anche esprimendo pareri del tutto contrari. Mi hanno insegnato che non esistono
nemici ma avversari e che affermare i propri principi non vuol dire stracciare
quelli degli altri. Mi hanno insegnato a non pretendere che gli altri siano, a
tutti i costi, d’accordo con tutto quello che dico o faccio. Ma, soprattutto,
mi hanno insegnato a bussare prima di entrare in casa altrui.
Racalmutese Fiero
Carissimo Racalmutese fiero,
RispondiEliminagrazie per la pacatezza con cui affronta il suo dire. Ci insegna un metodo che dovrebbe da tutti essere adottato in qualsiasi rapporto tra persone che appartengono ad una stessa comunità: persone che certamente sono diverse nel modo di pensare o di agire, persone, magari, che possono essere più o meno gelose e/o orgogliose delle proprie idee e iniziative, persone che hanno un livello culturale, economico, professionale, relazionale diverso, persone che occupano una posizione differente nell'ambito pubblico.
TUTTE queste persone, nessuna esclusa, devono sentire nella comunità di cui fanno parte la necessità inderogabile di un rapporto improntato alla umiltà, alla tolleranza, rispetto delle idee e posizioni altrui, al riconoscimento dei valori essenziali e al perseguimento del bene comune.
Lei, con parole semplici ed incisive, ci ha voluto affermare questi principi basilari di convivenza.
Le dice ancora grazie un racalmutese che non la conosce personalmente e che talvolta dissente da certe sue posizioni.
PREV
Caro Racalmutese Fiero, Lei sta cercando di modificare uno status mentale che pervade la nostra città già da molto tempo. E' un'impresa ardua e difficile, ma non impossibile. Ha ragione quando dice che si cerca di demonizzare l'avversario solo per un misero tornaconto politico-elettorale. Credo che questo modo di ragionare non porta a nulla. Non ho ancora sentito, da parte di "illuminati" politici di prima, durante e di dopo, una sola proposta per il bene della collettività. La nostra società ha bisogno di ritrovare una unità sociale, solo così potremo affrontare le sfide degli anni a venire, ricordandoci però che prima di entrare in casa di altri bisogna prima bussare. Cordialmente
RispondiEliminaDucezio
Mi complimento con il sig PREV. Ho avuto modo di leggere i suoi interventi su altri blog. Mi fa piacere il suo intervento e lo apprezzo molto. Sa distinguere le persone che fanno solo chiasso in piazza cercando di coinvolgere onesti cittadini nelle loro battaglie per avere consensi elettorali. Da quello che ha scritto Racalmutese fiero e dal suo commento, sono pienamente convinto che i cittadini di Racalmuto sono stanchi e in futuro sapranno valutare le persone che si candideranno per governare. Il periodo delle vacche grasse è finito, non ha senso puntare il dito contro le istituzioni che attualmente governano il nostro paese. Questo significa illudere i poveri cittadini stremati dalla crisi economica locale e nazionale. Ha ragione il Racalmutese fiero quando dice: "Proponendosi come candide vergini"...
RispondiEliminaCaro Totò mi complimento sinceramente con te per la bellissima nota..
RispondiEliminaLa condivido in toto. E consiglio a quanti più cittadini possibili di condividerla.
Si avvicina più al soliloquio che al monologo, tuttavia risulta apprezzabile.
Mi dispiace solo che tu sia, di ritorno, capitato in un posto (Racalmuto) in cui alcuni dei tuoi interlocutori (non anonimi) inopinatamente hanno la tracotanza di esprimere le proprie idee avendo pure l’ardire di difenderle chiedendo rispetto, considerazione e condivisione senza ricambiare la cortesia, come tu asserisci.
In effetti, caro Totò, costoro non hanno ben capito con chi hanno a che fare e in quali meandri della psicologia umana si addentrano facendo veicolare il loro pensiero attraverso il blog Castrum, o discutendo per le vie del paese con determinati personaggi che passano buona parte del loro tempo a bussare a quelle porte che per loro natura dovrebbero stare aperte.
Per gente ( il Racalmute ) abituata a vivere in una sorta di Colosseo mediatico, trovarsi improvvisamente al cospetto di un sistema di scatole cinesi dove ad ogni porta che gli viene aperta ne trova subito un’altra chiusa e così di volta in volta, diventa un vero problema quello di bussare per poi ri-bussare e ancora bussare rischiando di prenderla dritto in faccia.
E’ veramente una persona fortunata l’amico Totò ( e mene compiaccio vivamente) ad avere ricevuto tutti gli insegnamenti che ha elencato, che lo rendono un vero gentleman, ed è oltremodo fortunato ed abile ad essere riuscito a farne tesoro, tanto da aver capito che non basta il semplice gesto di bussare per farsi aprire, ma bisogna saper bussare in un certo modo, con una certa cadenza ed intensità, come fosse una parola d’ordine.
E le fortune non sono finite.
Non è da tutti riuscire a convincere uno stuolo di fans anonimi della bontà del proprio pensiero, profondo ma allo stesso tempo gentile e garbato.
Mi associo acriticamente al disarmante plebiscito degli anonimi.
Se posso con tutto il garbo, e la delicatezza di cui sono capace, ( poca cosa per la verità se paragonata a quella debordante sciorinata sul blog da Totò) vorrei dire che la pretesa, il rispetto, la condivisione, i discorsi tendenziosi, e bla bla bla…….. in questo contesto si riducono a banale retorica.
Il vero messaggio che (anonimamente) sembra traspirare dalle elucubrazioni mentali dell’Amico Totò è quello che a certe porte non tutti possono bussare, e le stesse, non a tutti vengono aperte anche a bussare.
Anche questo è un insegnamento ricevuto, o è frutto di una maturazione spontanea?
Ammesso che sia cosi!
Con Stima
G. Guagliano
Io chiedo:tutte queste belle, condivisibili e scontate teorie sul valore della dialettica come espressione di intelligenza e democrazia, sul rispetto dell'altro, sono poi praticate dal Racalmutese? E lui ha bussato prima di entrare nella comunità di cui fa il fiero appartenente? Perchè sembrerebbe che questo munifico depositario della verità, pur dispensando tante perle di saggezza e nonostante la sua munificità, stia facendo il vuoto intorno a sé...
RispondiEliminaSaluti
Osservatore
P.s.: ... e siccome ho la certezza che questo post non verrà pubblicato in quanto non dà lustro all'immagine del suddetto personaggio, aggiungo che su questo blog oramai scrive solo lui, lui con altro pseudonimo e la sua nuova fiamma.
Perchè non dovrei pubblicare. E' giusto evidenziare la mancanza di contenuti e l'assenza di contraddittorio e l'uso della calunnia. Ricordo che non vivo di questo ne di altri blog e che non ho mire future. Se ho fatto il vuoto, se nessuno più segue o seguirà il blog, non ho nessun problema a smettere di scrivere e lasciare persone come Lei a dire quello che ho asserito nel mio post; in perfetta solitudine, libero di portare avanti i suoi discorsi senza che nessuno possa contraddire. Buona giornata
RispondiEliminaAl "Sig. anonimo del 05 gennaio 09:34
RispondiEliminanon si nasconda, tutti i lettori dei vari blog lo conosciamo bene, conosciamo anche il suo stato psipatologico caratterizzato dalle fantasie di fama e di onnipotenza. Per Lei calza bene un verso della Divina Commedia, quando Virgilio descrive a Dante gli Ignavi, cioè i vili, dice: "fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna;
non ragioniam di loro, ma guarda e passa".