A
dire il vero, questa meravigliosa esplosione di fede popolare, di socialità, di
musicalità, di tradizioni locali, attraverso le "Novene" a Racalmuto, aveva avuto dei precedenti
inconsapevolmente preparatori degli sviluppi successivi. Andiamo con ordine.
Sappiamo
tutti, per sentito dire, che anticamente le Novene venivano suonate e cantate
da ciechi tanto da indicare i gruppi che le eseguivano come " L'UORBI". Non esiste però
documentazione storica certa, comprovata e inconfutabile. Però ha tanto fascino
che viene accettata da tutti. Ora se chiamiamo a raccolta i ricordi di
ciascuno, come quelli miei personali, che risalgono a 50 anni fa (mezzo
secolo), ritroviamo per le strade e le viuzze di Racalmuto quattro persone,
ormai scomparse, che andavano in giro per le strade, le viuzze, e dietro
ciascuna porta ad eseguire le Novene. Ricordo come se fosse ora. Tutti
racalmutesi questi quattro antesignani e precorritori delle attuali Novene.
Ai
primi di dicembre iniziavano a chiedere in ogni strada e ad ogni abitante se
gradivano l'esecuzione musicale delle Novene, per tutto il periodo dal 16 al 24 dicembre, ogni sera dietro
la propria porta. Se la risposta era sì, veniva incollata dietro la porta la
famosa "Santina", un'immagine
sacra a carattere natalizio. Veniva pertanto preso impegno di ricompensare i "sunatura, l'uorbi" con poche
centinaia di lire. Diventava così anche occasione di una piccola entrata per
chi si prestava ad assolvere questo impegno. Per il periodo natalizio si
tenevano occupati a suonare dalle ore 20,00 circa fino all'una o le due di
notte di ogni sera, fino a completare il giro delle richieste. Alla fine delle
esecuzioni venivano sempre offerti a "i sunatura" dolci tipici del
periodo natalizio e del buon vino fatti in casa. Li ricordo perfettamente, " 'u zi' Giuggiu Capitanu, zi' Ninu
Puma, zi’ Marsiò, zi' Raziu Cacciatu".
Conosciuti
in tutto il paese per le diverse attività lavorative che svolgevano ma anche
per questa loro passione di trasformarsi per Natale in cantanti e musicisti,
con il gradimento da parte di tutti. Secondo me è a questi signori che dobbiamo
la ripresa delle Novene a Racalmuto, subito dopo la seconda guerra mondiale.
Poco prima della fine degli anni '60, però, non proseguirono più in questa
attività di trasferimento delle Novene alla seconda metà del XIX secolo. Non
conosco le ragioni. Conosco però la necessità del racalmutese a non rinunciare
a questa tradizione.
Altre
persone si incaricarono di proseguire questa attività e io stesso fui contattato, anche se molto giovane, ad impegnarmi come
fisarmonicista. Accettai. Mi ritrovai così alla fine degli anni '70, con la
fisarmonica in braccio, insieme a "u
zi' Ninu Campanella, Raziu Borsellino, Lillo Restivo e 'mbari Franciscu " a
percorrere le vie e suonare dietro le porte , sempre accolti con manifestazioni
di consenso, di affetto e di stima, oltre che con i soliti dolci e buon vino.
Durò
pochi anni e per vari motivi anche questo gruppo cedette le armi, non girò più
nessuno per il paese e le Novene stavano per conservarsi soltanto in un
ricordo. Subito dopo la nuova rinascita, le Novene per tutti, non più eseguite
a pagamento, organizzate anche dalla
Chiesa, favorite dalla Pro-Loco, fino ad oggi. Conclusione, il racalmutese non farà mai a meno di
questo modo di esprimere se stesso, la sua religiosità, il suo essere, la sua
tradizione, nel rispetto di tutte le regole.
Domenico Mannella
Nessun commento:
Posta un commento