Molte
le persone che in questo lungo anno ho conosciuto in paese. Alcuni si sono arrogati la paternità di
avermi lanciato in quel di Racalmuto e di avermi presentato innumerevoli,
degnissime e importantissime persone. Addirittura hanno fatto a gara per
accaparrarsi l’esclusiva di avere attuato tutto questo per me. C’è chi,
nientemeno, mi avrebbe lanciato da chiome frondose direttamente in paese e sempre
da sotto quelle fronde mi avrebbe fatto conoscere le persone più in vista di
Racalmuto.
E’
il fenomeno della bilocazione e della dislocazione. La prima, la presenza
simultanea in due luoghi differenti, la seconda il trasferimento di una persona
da un luogo a un altro; in questo caso il sottoscritto, misero sconosciuto che
non avrebbe mai potuto sorbire un buon caffè in compagnia di un degnissimo
racalmutese. Io avrei avuto bisogno di tutto ciò e di questo non solo dovrei
ringraziare, ma dovrei essere eternamente grato, ossequioso, deferente, quasi
prono e, soprattutto, affermare una condita realtà che anche se non risulta,
piace dirla per comodità o per presunti quanto improbabili meriti. Non importa
se questi pigmalioni li ho incontrati una sola volta in piazza in occasione
della conoscenza e poi ho continuato a frequentarli esclusivamente sotto la
frescura di un fitto fogliame.
Poi
sempre certi personaggi non hanno mai mancato l’occasione di riferire fatti su
altri, addossando colpe ai malcapitati, vantando ragioni e meriti propri, ignari, forse che le
tanto ripetutamente decantate, pregevoli azioni andrebbero riconosciute dagli
altri e non ostentate da se stessi. Altri ancora si sono spinti oltre,
costruendo ad arte intrecci, rocambolesche spiegazioni contorte, da veri
racconti surreali.
A
me piace ascoltare, l’ho sempre detto e più sto in silenzio e ascolto, più le
persone parlano e parlano, non rendendosi conto di quanto via, via si scoprono.
Poi mi piace sentire il parere anche degli accusati e – avrete probabilmente
difficoltà a crederci – nessuno di queste “colpevoli persone” si è mai permesso
di parlare male degli accusatori o semplicemente nominarli. I discorsi sono
sempre stati generalmente o particolarmente rivolti al paese, esprimendo e valutando
diversi punti di vista e svariate soluzioni per risolvere i problemi di
Racalmuto. Non voglio trarre conclusioni, lascio ad ognuno di voi la libertà di
farsi un proprio convincimento.
Permettetemi
però di dire che preferisco i “pazzi”, perchè nella follia alberga
l’intelligenza. Preferisco il contrasto con le persone, purchè dimostrino
capacità e non appiattimento. Preferisco avere torto con chi è abile a
convincermi, motivando il proprio punto di vista. Preferisco avere amici
originali, mai banali, imprevedibili ma schietti. Uomini che ti arricchiscono
sol perché esprimono le proprie idee in piena libertà. Preferisco chi agisce
senza tornaconti ma nell’esclusiva coerenza ai propri princìpi e anche, perché
no, alle proprie ambizioni. Non potrò mai temere nulla dai coerenti, dai liberi
di pensiero, senza reconditi fini, sensibili ai valori dell’amicizia, del
rispetto e della reciproca stima. Non amo le trame, disprezzo la calunnia. Mi
infastidiscono le persone che si arrampicano sugli specchi per rendere
veritiere situazioni secondo l’univoca interpretazione, incuranti dell’intelligenza altrui e di un’educazione
che impedisce risposte inadeguate. A queste persone non andrebbe mai negata la
totale e perenne ragione, figlia di arrogante presunzione. Amo la libertà delle
mie idee, in piena autonomia, senza condizionamento alcuno.
Per
chiarire e per concludere: i buoni, disinteressati consigli, attestazione di
stima e amicizia, li ho ricevuti in questi ultimi tempi da chi è stato additato
e condannato dai frequentatori dei pulpiti
dalle prediche facili.
Racalmutese Fiero
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