sabato 31 marzo 2012

RISSA CON TOTUCCIO

Ho una rissa con Totuccio (volevo aggiungere furibonda, per rispettare il luogo comune, ma avrei esagerato): giornalista fino ma disallineato, mi ha sempre informato in anticipo sugli eventi con una esattezza che mi fa sospettare. Domani, il decreto di Napolitano ce l’avremmo bello e cunsatu e sapremo i nomi del prefetto e dei due suoi corifei che sapientemente ci rigenereranno – noi tutti racalmutesi, “stanziali” e “fuoriusciti”, vecchi e giovani (anche quelli in cerca di un lavoro ), Incolti e scrittori, giornalisti e poetastri – e per due anni al modico costo che Totuccio calcola in 288 mila euro. Questa nuova salvifica triade io ancora non so come designarla, ma la tentazione di chiamarla la Triade di Ulisse, alias NESSUNO, è tanta.
Ho cercato di diffondere i miei ammonimenti, sotto forma di proposta costituente di un’ulteriore LIIBERA ASSOCIAZIONE RACALMUTO OGGI, ma dalla prefettura di Agrigento ho avuto, il giorno dopo, il ritorno della e-mail; quella che ho mandato al Ministero dell’Interno chissà dove è andata a finire; con l’on. Cimino non sono riuscito a farmi accreditare; il CGA sembra un’incognita irraggiungibile. Povero cittadino, povero siciliano sospetto colluso sin dalla nascita, abbia pur voglia di bussare alle porte della TRASPARENZA burocratica, ma stia buono: nessuno lo c…..!
Perché litigo con Totuccio? Io la speranzella che Napolitano voglia vederci un po’ più chiaramente in queste bazzecole degli scioglimenti di organi amministrativi, mi intestardisco ad averla. Totuccio mi dice che ho le traveggole. Ed io mi irrito, anche perché in fondo credo che finirà con l’avere ragione lui ... Ragiono: se Sgarbi intimorirà un presidente e salverà Salemi, Racalmuto non potrà che venire graziato anch’esso.
Leggo in Grandangolo  quelle che dovrebbero essere le alate conclusioni della Triade di Diomede, sul piano giudiziario (TAR, art. 700 c.c.) tutto dovrebbe andare, come dicono i giuristi, de plano a favore di Racalmuto. Tutte quelle storie di mafia e politica potrebbero coinvolgere l’organo monocratico quale è stato sussunto il sindaco di un comune, non un derelitto consiglio comunale ormai forse ridotto a retorica accolta di ciarlieri senza potere alcuno. Che organo AMMINISTRATIVO  sono? non decidendo. quale infiltrazione possono ordire? Senza il fatto, quale responsabilità si può loro accollare? Sì, vi sarà il dolo, cattolicamente magari anche il peccato di pensiero, forse anche la legge (per la Triade di Diomede, anche la Costituzione), ma manca il FATTO, l’AMMINISTRAZIONE infiltrata. C’è da ridere: già, c’è un teste nelle nozze di una figlia di un ergastolano (se ho ben capito).  Se non prendo abbagli, siamo però in presenza di una sorta di storia scespiriana racalmutese, una sorta di Giulietta e Romeo di strapaese. Mi dicono che a Racalmuto anche un giovane farmacista può innamorarsi di una splendida fanciulla a prescindere dai cognomi più o meno intrappolati in questioni di giustizia. Siamo alle solite: i compari nelle nozze dei mafiosi. Davvero ho da temere: nel 1961 in quel di Modena ho ospitato, portato al celebre ristorante Fini, uno che poi si disse capomafia ed ebbe a morire per un colpo di lupara vicino Pietralonga. Si dava il caso che aveva sposato una prima cugina di mio padre ed io ben volentieri l’ho festeggiato in quel di Modena; per poco non lo facevo entrare in Banca d’Italia dove da qualche mese ero stato assunto. Chissà quale infiltrazione mafiosa ho perpetrato.
Da tempo predico il ricorso al TAR e addirittura l’intervento del pretore ai sensi dell’art. 700 el c.c. Ma quelli del mio partito da questo orecchio non ci sentono. Il sindaco da tempo si è dimesso, la giunta deliberante è sciolta da un anno, l’organo ciarliero di nulla è responsabile non avendo veri poteri decisionali … ed allora perché deve pagare la cittadina per la quasi totalità fatta da persone per bene? Perché privare Racalmuto d un diritto costituzionale quale quello di scegliersi con libere votazioni i propri amministratori? Perché un partito che vuole giustizia, che lotta per il popolo egemone, che non si fa irretire dalle azzurre connivenze, non si strappa le vesti di fronte a siffatte mutilazioni costituzionali, dinanzi a vere e proprie vulnerazioni della democrazia? Mistero! Ma forse no,
Calogero Taverna
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