Col trepido ricordo della mia
prima gioventù trascorsa a Racalmuto, mi sono applicato alla decifrazione delle
carte d’archivio della Matrice, risalenti al XVI e XVII secolo.Quando,
giovanissimo, ho consultato per la prima volta gli atti di battesimo e
matrimoniali, ho potuto percorrere all’indietro la mia ascendenza, per parte
paterna, sino alle soglie del XVIII secolo: il diligente archivio parrocchiale
lo consentiva.Dopo, lavoro e personali interessi mi hanno portato lontano da
quelle ricerche, rimanendomi solo vaghe nostalgie e nebulose idée.Negli anni
novanta, libero ormai dagli assilli di una professione, ho potuto riannodare il
discorso sulla documentazione racalmutese conservata presso la Matrice di Racalmuto, interrottosi,
circa mezzo secolo fa.Me lo consentì l’Arciprete, don Alfonso Puma.Prete
sensibile e aperto alle cose della cultura, mi accordò fiducia dandomi libero
accesso ai delicati e preziosi registri della lontana comunità parrocchiale.Gli
sono profondamente grato e lo ringrazio con la stima di sempre, sentendo più intensa
l’antica amicizia che mi legò a questo sacerdote, zelante nella sua missione
eppure non chiuso in fanatismi e pregiudizi.Se dalle mie ricerche qualche luce è
venuta fuori sugli eventi del passato racalmutese, all’Arciprete Puma va dato
il dovuto merito.Ne sottolineamo, oltre alla riconosciuta bontà d’animo, una
intelligenza, una modernità ed una disponibilità culturale, che senza nulla
togliere alle prerogative del suo militante sacerdozio, lo arricchirono
d’ascendente oltre i limiti dei fedeli e dei parrocchiani.La collaborativa
apertura di padre Puma ci ha messo in condizione di studiare gli atti più
antichi dell’archivio parrocchiale, iniziando da un quinterno cucito e non
rilegato e risalente al 1554.Vi abbiamo rintracciato 105 atti di
battesimo.Dovrebbero essere le più antiche trascrizioni documentali della
Matrice di Racalmuto.Partendo dalla dodicesima indizione ‘anticipata’ – gli
archivisti di Racalmuto usavano il sistema ‘greco’ nella sua versione
originaria bizantina che faceva decorrere l’indizione dal 1° settembre - , il
vetusto quinterno ci certifica dei battesimi dei nostri antenati dall’8 di
dicembre 1553 al 30 di agosto 1554.Mancano dunque i mesi di settembre, ottobre
e novembre del 1553.La media mensile dei battesimi di quell’anno si attesta su
quota undici: risultano assenti all’appello, pertanto, 30/35 neo battezzati a
mezzo del XVI secolo.Altri atti di battesimo di quel secolo possiamo ricavarli
da altri sparsi quinterni, del tipo di quello prima descritto: liso e consunto
il quinterno relativo al 1564, questo appare più un resoconto contabile che un
registro ecclesiastico dei battesimi (eppure ci fornisce dati su battesimi
solenni e su quelli ‘bassi’: 2 tarì i primi, 1,20 i secondi).
Calogero TAVERNA
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