L’odierna Unione
Europea è eccessivamente fondata sull’aspetto economico,
essa permette la libera circolazione dei cittadini, ampliando così le scelte
lavorative dei giovani. Al giorno d’oggi sperare di trovare un buon lavoro in
Italia è quasi impossibile. I ruoli di maggiore prestigio, infatti, sono
ricoperti, da tanti anni, dalle stesse persone, impedendo ai giovani di fare le
dovute esperienze. Inoltre i giovani sono sempre meno tutelati, e così un
laureato pur di entrare nel mondo del lavoro, è costretto ad accettare un
contratto a breve termine, o a volte anche in nero, guadagnando una cifra
irrisoria e lavorando tante ore, senza neppure avere la certezza che, una volta
finito il periodo di prova, il contratto gli venga rinnovato. È indubbio che in
Italia ci siano personalità in grado di emergere a livello internazionale, ma è
vero anche che non si fa nulla per trattenere nel nostro paese questi giovani
con tante idee per il futuro. Oramai, siamo cittadini del mondo, per cui
dobbiamo essere sempre pronti ad un possibile lavoro all’estero, il lato
negativo è che il lavoro fuori della propria nazione non rappresenta
un’alternativa ma una necessità. Per questo motivo frequentare, nei giusti
tempi di studio, una buona università, e conoscere almeno due lingue straniere,
oggi è di fondamentale importanza. Il lavoro, si sa, manca, per questo i
giovani espatriano per vivere attivamente la loro vita lavorativa, per non
aspettare che il lavoro bussi alle loro porte, ma per aggredire la società
moderna e, magari, per crearsi un’attività. Già, perché se il lavoro manca non
deve però mancare la voglia di lavorare né l’ambizione. Tuttavia anche le
università con le loro aule caotiche e i pochi fondi a disposizione per
espandere gli orizzonti e le possibilità degli studenti, concorrono a
convincere i giovani a puntare su un paese che creda in loro. In breve, vi è
una sorta di ostracismo nei confronti dei giovani. Se l’esilio è volontario,
deciso cioè non per cause esterne, il lavoro all’estero può essere un’ottima
scelta, utile anche per fare esperienza. Inoltre in questo caso un eventuale
lavoro all’estero, unito ad una buona conoscenza della lingua, rappresenta un
vantaggio anche qualora il giovane decida di tornare nella propria nazione. In
questo modo le esperienze all’estero rappresenterebbero un eccellente cv, e
quindi la quasi certezza di ottenere un posto di lavoro. E' evidente, quindi, che il lavoro all’estero sarebbe un’ottima esperienza, non
un’alternativa obbligatoria alla difficoltà di occupazione italiana. Riguardo
questo punto, ci viene da pensare ai militari italiani impegnati in missioni
di pace, giovani che non trovando lavoro hanno deciso di rischiare la propria
vita pur di portare a casa uno stipendio, per non sentirsi persi o falliti.
Sappiamo però, che troppe volte nelle loro case, oltre al loro stipendio, è
arrivata anche la tragica notizia. In sintesi il lavoro all’estero non è
sempre una fuga, può invece rappresentare la volontà di affermare se stessi e
la propria nazione in uno scenario lavorativo mondiale.
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