Da ospite romano, da
"fuoriuscito" che ama più che Racalmuto i racalmutesi, assisto ai
conciliaboli della locale classe politica, al vagheggiare di questa o quella
coalizione, alla supponenza di questo, all’insolenza di quello: uno spreco di
parole, poi, da non dire: si invoca Paolo VI e per Racalmuto pare che possa
essere da aiuto persino Francesco Saverio Nitti. Spunta la candidatura a
sindaco del grande giornalista di Racalmuto, il PD in una prolungata crisi di
identità ansima e non sa esprimere un suo candidato. Il PDL gioca con le
correnti capeggiate da questo o quel noto personaggio. Gli ex fascisti non
riescono a raggrumare una lista e pretendono aliene compiacenze. I sedicenti
giovani vogliono una lista tutta per loro e come apporti politici invocano il
lavoro presso l’unica azienda operante: il Comune. Pare che il problema del
teatro sia vitale. Le donne o plaudono a questo o a quello o per il resto hanno
l’atavico riserbo. E fra tanto strilli, invettive, capannelli dei soliti noti.
Il mio amico Racalmutese Fiero mi chiede obiettività e continenza
espressiva. Si dà il caso che io sia francamente sfiduciato, pessimista,
soprattutto annoiato nei vari forum al Macello (già saepe respondunt nomina rebus,
spesso i nomi rispecchiano le cose). Davvero si discute del sesso degli angeli
mentre Bisanzio brucia. Se sono bene informato, Roma ha condannato il locale
Consiglio Comunale, nell’istruttoria degli uffici ministeriali. Le speranze di
andare al voto sono proprio al lumicino. Quello che c’è da fare è inventare
responsabili gruppi di pressione di tipo anglosassone per tallonare,
controllare, pungolare la nuova triade commissariale.
Questo blog sta cercando di
rodarsi per un’ambizione del genere. Un invito agli spiriti eletti racalmutesi,
ovunque si trovino, a scriverci, a collaborare, a proporre ma senza i veli
dell’anonimismo, con la debita compostezza del linguaggio, con visioni che
trascendano le ripicche personali o gli astii ideologici.
Racalmuto
conta 8900 cittadini stabili: la quasi totalità è gente esemplarmente civile ed
integerrima; non ha nulla a che fare con la mafia. Ribadisco: la mafia a
Racalmuto è solo una marginale escrescenza delinquenziale. Mi pare che sia
sorta una specie di millantato credito anche là con chi per beneficiare ancor
di più dei benefici di legge avalla la diceria di essere chissà chi nella
stramba gerarchia di quel mondo. Ma il giusto non paghi troppo per le colpe del
peccatore. La quasi totalitaria maggioranza silenziosa delle persone per bene
sappia uscire dalla atavica ritrosia e con i fatti, col voto, con le parole
sbaragli la cattiva politica.
Calogero TAVERNA
L'appello di chi ha a cuore Racalmuto, si rivolge ai giovani, speranza e futuro di ogni civiltà, con l'auspicio
RispondiEliminache possano intraprendere strade non viziate da vecchi meccanismi ma percorsi di cambiamenti costruttivi.
L'espressione di civiltà e di democrazia, sta proprio nella capacità delle nuove generazioni di riuscire mutare
traiettorie disastrose.
Racalmutese Fiero