Ho stralciato dal mio RACALMUTO NEI MILLENNI un giudizio su Racalmuto e sui racalmutesi. Essendo un libro stampato a mie spese, scrivo nel modo che mi è congeniale: farà arrabbiare i vari don Ferdinando, i tantissimi politicanti coraggiosi che si sbizzarriscono nelle contumelie sol perché pavidamente possono ripararsi dietro l’usbergo anonimo. Quante lettere non firmate ho trovato nell’ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO o in quello SEGRETO DEL VATICANO! Antica tabe racalmutese divenuta ora profluvio di imbecillità in qualche blog locale. Se uno controbatte chi ti offende per un'inezia, ecco che ti aggrediscono ANONIMAMENTE con celie invocando l’accademia della Crusca. Taluno, poi, diviene carduccianamente "poeta vulgo sciocco " come dire "pitocco" e si sdilinguisce in improbabili rime forzate dialettali. Racalmuto si è librata in alto quanto a benessere, comodità, igiene …. Mi sembra molto degradata quanto a cultura di massa e quanto a classe politica.! Forse davvero la moneta cattiva ha cacciato quella buona.
Da Calogero Taverna, RACALMUTO NEI MILLENNI, pag.195
Il Genio racalmutese sillabò che il senso di quella vita era una lontananza "dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione". Una Racalmuto né libera né giusta; una Racalmuto nel grembo della follia, dunque. Altro che paese della ragione … Né ammaliati da sopraffine galassie delle paesane rimembranze e neppure inceppati da brame campanilistiche di vicenduole congetturate a maggior gloria del paese del sale e dello zolfo abbiamo voglia di cogliere davvero molti di quegli sprazzi di inconsueta intelligenza di cui (l’affermiamo senza tema di smentita) è ricca Racalmuto e non abbiamo pudori a fare riaffiorare le propensioni al crimine, all’omicidio, alle perversioni all’usura, agli illeciti arricchimenti….. perché ciò si addice ad una comunità di uomini né angeli né demoni, ma un po’ dell’una un po’ dell’altra natura; di un popolo che non avendo mai avuto bisogno di eroi (per non avere guai)di guai ne ha avuti tanti per non avere ! avuto bisogno di eroi.
Per chi come me gode della vita Racalmutese solo d'estate, come genero di emigrante al nord, questo luogo virtuale non può che essere di massimo interesse.
RispondiEliminaDa oggi ai vicoli di pietra che svettano per poi precipitare, al profumo di sole che inebria appena scesi dall'auto, al gioioso rito del mercato del sabato, non posso non aggiungere la cultura di questo luogo, seppur virtuale, che diventerà il mio appuntamento fisso al mattino.
L'immagine che ne uscirà sarà di un paese che ha da riemergere ed è ad un passo dal farlo, ma che ha tutto per fare molto, a partire dalle menti eccelse che non mancano.
Grazie dott. Taverna, zio, per questo spazio che, a voler parlare informaticamente, vedo come un hyperlink dalla realtà di Torino ai lidi caldi e culturali del Castello dei Chiaromonte.
Luca