
Da Calogero Taverna, RACALMUTO NEI MILLENNI, pag.195
Il Genio racalmutese sillabò che il senso di quella vita era una lontananza "dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione". Una Racalmuto né libera né giusta; una Racalmuto nel grembo della follia, dunque. Altro che paese della ragione … Né ammaliati da sopraffine galassie delle paesane rimembranze e neppure inceppati da brame campanilistiche di vicenduole congetturate a maggior gloria del paese del sale e dello zolfo abbiamo voglia di cogliere davvero molti di quegli sprazzi di inconsueta intelligenza di cui (l’affermiamo senza tema di smentita) è ricca Racalmuto e non abbiamo pudori a fare riaffiorare le propensioni al crimine, all’omicidio, alle perversioni all’usura, agli illeciti arricchimenti….. perché ciò si addice ad una comunità di uomini né angeli né demoni, ma un po’ dell’una un po’ dell’altra natura; di un popolo che non avendo mai avuto bisogno di eroi (per non avere guai)di guai ne ha avuti tanti per non avere ! avuto bisogno di eroi.
Per chi come me gode della vita Racalmutese solo d'estate, come genero di emigrante al nord, questo luogo virtuale non può che essere di massimo interesse.
RispondiEliminaDa oggi ai vicoli di pietra che svettano per poi precipitare, al profumo di sole che inebria appena scesi dall'auto, al gioioso rito del mercato del sabato, non posso non aggiungere la cultura di questo luogo, seppur virtuale, che diventerà il mio appuntamento fisso al mattino.
L'immagine che ne uscirà sarà di un paese che ha da riemergere ed è ad un passo dal farlo, ma che ha tutto per fare molto, a partire dalle menti eccelse che non mancano.
Grazie dott. Taverna, zio, per questo spazio che, a voler parlare informaticamente, vedo come un hyperlink dalla realtà di Torino ai lidi caldi e culturali del Castello dei Chiaromonte.
Luca